Sono più di 2 milioni gli italiani senza lavoro. Quasi il 40% non ha ancora 30 anni. Forte il divario tra Nord e Sud, con la Sicilia che ha dati quattro volte peggiori del Trentino Alto Adige. Lo rivela Istat nell'Annuario statistico 2011
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Sono oltre due milioni gli italiani in cerca di un lavoro e di questi, quasi il 40%, quindi circa 830mila , non ha ancora trent'anni. E' quanto emerge dall'annuario statistico dell'Istat. In particolare, si evidenzia l'aumento del tasso di disoccupazione (dal 7,8% all'8,4%): il 48,4% di questi non trova lavoro da almeno un anno (cresciuti in un anno di 152 mila unità, +17,7%).
Disoccupazione in aumento - L'aumento del tasso di disoccupazione riguarda sia le donne (dal 9,3 per cento del 2009 al 9,7 per cento del 2010) sia soprattutto gli uomini (dal 6,8 per cento del 2009 al 7,6 per cento del 2010) ed è più accentuato nelle regioni meridionali, dove si attesta al 13,4 per cento (dal 12,5 per cento di un anno prima).
Aumentano i divari regionali: la Sicilia presenta un livello dell'indicatore (14,7 per cento) oltre quattro volte più elevato di quello del Trentino Alto Adige (3,5 per cento). Prosegue inoltre la crescita del tasso di disoccupazione degli stranieri, che passa dall'11,2 per cento del 2009 all'11,6 per cento del 2010. Particolarmente accentuato anche l'incremento del tasso di disoccupazione per i giovani tra i 15 e i 24 anni, che raggiunge nel 2010 il 27,8 per cento (+2,4 punti rispetto al 2009), con valori particolarmente elevati nel Mezzogiorno (38,8 per cento).
Il 48,4% cerca lavoro da oltre 12 mesi - La crescita della disoccupazione riguarda tutte le classi d'età ed è significativa anche nella fascia di età centrale (+8,1 per cento, pari a 63 mila in più tra i 35 e i 54 anni rispetto a un anno prima). Peraltro, l'incremento della disoccupazione riguarda soprattutto coloro che dichiarano di
cercare un lavoro da 12 mesi e più, cresciuti a distanza di un anno di 152 mila unità (+17,7 per cento).
L'incidenza di coloro che cercano un lavoro da un anno e oltre sale pertanto dal 44,4 del 2009 al 48,4 per cento del 2010.
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