Monti: "Avrei preferito un accordo totale con Londra"
EconomiaCameron non sottoscrive l'intesa tra i 26 Paesi dell'Europa sui vincoli di bilancio. La Bce gestirà il fondo salva-stati. Il presidente del Consiglio: "Da Italia misure incisive". E sulla manovra: "Sacrifici penosi, ma non c'è alternativa"
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L'Europa trova un accordo sull'Unione fiscale e di bilancio, ma si spacca . La Gran Bretagna resta fuori e si va verso una stretta sui bilanci per salvare l'euro, a cui dovrebbero aderire praticamente tutti i Paesi tranne Londra. Dopo una maratona durata 11 ore , nella mattinata di venerdì 9 dicembre è arrivato l'annuncio di un'intesa a due velocità.
Dicono sì i 17 paesi euro, più Lituania, Lettonia, Polonia, Bulgaria, Romania e Danimarca. Londra dice no, l'Ungheria la imita e poi ci ripensa e Svezia e Repubblica Ceca dovranno consultare i rispettivi Parlamenti. L'accordo è intergovernativo, come quello di Schengen, e dunque non avrà la forza di un trattato.
Monti: avrei preferito un'intesa a 27 - "Si sono chiarite meglio le regole del 'fiscal compact', c'è stato quasi un accordo costitutivo sul comportamento fiscale che non innova la disciplina già esistente". Il presidente del Consiglio Mario Monti fa così il punto sui risultati del vertice di Bruxelles che ha sancito l'accordo dei 26 Paesi europei sulla questione dei vincoli di bilancio.
"Avrei preferito - ricorda il premier - una impostazione totalmente comunitaria con una modifica di trattato che fosse a 27 Paesi. Questo non è stato possibile, ho dedicato parecchio tempo per cercare di trovare vie di mediazione. Il Regno Unito manifestava l'esigenza di poter mostrare al proprio Parlamento di aver ottenuto alcune cose", dichiara il Professore riferendosi all'esclusione decisa da David Cameron , rispetto all'accordo trovato nella notte tra l'8 e il 9 dicembre e al tentativo dell'Italia di insistere su Londra sul fatto che la Gran Bretagna è sempre stata "una paladina" del mercato unico. "La discussione sul ruolo del mercato unico comunque ha lasciato qualche traccia positiva", ha spiegato il Capo dell'esecutivo. "Non si parla più solo di disciplina di bilancio ma anche di approfondimento del mercato", afferma Monti.
Monti: da Italia misure decisive - "L'Italia ha preso misure incisive" e questo favorisce l'attenzione sugli "interventi di carattere comune" in Europa e "non solo sui compiti a casa che i paesi devono fare" e che stanno via via facendo ha aggiunto il presidente del Consiglio in conferenza stampa.
Sacrifici penosi, ma non c'è alternativa - Il professore risponde poi al giornalista in sala che gli chiede di esprimersi a proposito di possibili proteste sociali contro la manovra: "Sarebbe sorprendente se non ci fossero grosse resistenze. Sono e siamo consapevoli del fatto che chiediamo un forte impegno agli italiani e non possiamo permetterci di chiederlo solo ad una piccola categoria più agiata e quindi la difficoltà psicologica, la reazione, la protesta sono da mettere in conto".
"Sono sacrifici importanti - ha detto ancora Monti -, in qualche caso penosi da fare e penosi anche per chi chiede che vengano fatti, cioè il governo. Non è una nostra perversione, è una situazione per cui è necessario fare uno scatto in questa direzione. Sono sacrifici che comportano un minor benessere o in qualche cosa un maggior malessere. Non c'è alternativa ai sacrifici. L'alternativa è abbastanza disastrosa", ricorda il Professore. Senza la manovra "la condizione della finanza pubblica italiana sarebbe molto precaria", conclude Monti.
Alcuni paesi volevano sopprimere l'idea degli eurobond - Mario Monti, poi, insiste sulla sua idea degli eurobond come strumento per far uscire l'Unione dalla crisi.
"Non lasciatevi trarre in inganno, gli eurobond non figurano nell'accordo, ma questo non significa che le trattative non vanno avanti".
"Alcuni Paesi avrebbero voluto sopprimere l'idea nella culla", ricorda il premier. "Io mi sono battuto: è prevalsa l'idea che sarebbe incoerente che per una zona integrata che dichiara di voler fare passi verso una unione fiscale dichiarare di non volere uno strumento utilissimo come l'emissione in comune dei titoli pubblici", dice il presidente del Consiglio.
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Dicono sì i 17 paesi euro, più Lituania, Lettonia, Polonia, Bulgaria, Romania e Danimarca. Londra dice no, l'Ungheria la imita e poi ci ripensa e Svezia e Repubblica Ceca dovranno consultare i rispettivi Parlamenti. L'accordo è intergovernativo, come quello di Schengen, e dunque non avrà la forza di un trattato.
Monti: avrei preferito un'intesa a 27 - "Si sono chiarite meglio le regole del 'fiscal compact', c'è stato quasi un accordo costitutivo sul comportamento fiscale che non innova la disciplina già esistente". Il presidente del Consiglio Mario Monti fa così il punto sui risultati del vertice di Bruxelles che ha sancito l'accordo dei 26 Paesi europei sulla questione dei vincoli di bilancio.
"Avrei preferito - ricorda il premier - una impostazione totalmente comunitaria con una modifica di trattato che fosse a 27 Paesi. Questo non è stato possibile, ho dedicato parecchio tempo per cercare di trovare vie di mediazione. Il Regno Unito manifestava l'esigenza di poter mostrare al proprio Parlamento di aver ottenuto alcune cose", dichiara il Professore riferendosi all'esclusione decisa da David Cameron , rispetto all'accordo trovato nella notte tra l'8 e il 9 dicembre e al tentativo dell'Italia di insistere su Londra sul fatto che la Gran Bretagna è sempre stata "una paladina" del mercato unico. "La discussione sul ruolo del mercato unico comunque ha lasciato qualche traccia positiva", ha spiegato il Capo dell'esecutivo. "Non si parla più solo di disciplina di bilancio ma anche di approfondimento del mercato", afferma Monti.
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Sacrifici penosi, ma non c'è alternativa - Il professore risponde poi al giornalista in sala che gli chiede di esprimersi a proposito di possibili proteste sociali contro la manovra: "Sarebbe sorprendente se non ci fossero grosse resistenze. Sono e siamo consapevoli del fatto che chiediamo un forte impegno agli italiani e non possiamo permetterci di chiederlo solo ad una piccola categoria più agiata e quindi la difficoltà psicologica, la reazione, la protesta sono da mettere in conto".
"Sono sacrifici importanti - ha detto ancora Monti -, in qualche caso penosi da fare e penosi anche per chi chiede che vengano fatti, cioè il governo. Non è una nostra perversione, è una situazione per cui è necessario fare uno scatto in questa direzione. Sono sacrifici che comportano un minor benessere o in qualche cosa un maggior malessere. Non c'è alternativa ai sacrifici. L'alternativa è abbastanza disastrosa", ricorda il Professore. Senza la manovra "la condizione della finanza pubblica italiana sarebbe molto precaria", conclude Monti.
Alcuni paesi volevano sopprimere l'idea degli eurobond - Mario Monti, poi, insiste sulla sua idea degli eurobond come strumento per far uscire l'Unione dalla crisi.
"Non lasciatevi trarre in inganno, gli eurobond non figurano nell'accordo, ma questo non significa che le trattative non vanno avanti".
"Alcuni Paesi avrebbero voluto sopprimere l'idea nella culla", ricorda il premier. "Io mi sono battuto: è prevalsa l'idea che sarebbe incoerente che per una zona integrata che dichiara di voler fare passi verso una unione fiscale dichiarare di non volere uno strumento utilissimo come l'emissione in comune dei titoli pubblici", dice il presidente del Consiglio.