Fmi e Ue: una rete per salvare Italia e Spagna

Economia

Il piano di cui si discute tra Washington, Bruxelles e Francoforte servirebbe in caso di contagio della crisi a Roma e Madrid. A volerlo soprattutto Berlino. Per il Financial Times il nostro Paese "rovina la festa all'Ue". L'Idv: governo inaffidabile

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Sempre più dubbi e meno certezze sul maxi-piano Ue per fermare la crisi dei debiti che tra cinque giorni dovrà passare all'esame del G20 e far riacquistare all'Europa la fiducia dei partner internazionali. E l'insicurezza per una strategia anti-crisi ancora tutta da verificare, si salda ai timori sull'espansione del contagio a Spagna e Italia, tanto che Ue e Fmi lavorano con le banche centrali ad un "piano di contingenza" in caso di rischio estremo per i due Paesi. A riferirlo una fonte internazionale citata dall'Ansa, secondo cui, nel caso del Fmi, una "rete di sicurezza" per i due Paesi potrebbe richiedere un aumento di capitale.

Del "contingency plan", come lo chiama la fonte, si starebbe discutendo, con contatti ancora "informali", fra Washington, Bruxelles e Francoforte, ma anche con le controparti asiatiche, dopo i dubbi della Cina (non particolarmente allettata dall'idea di investire subito nel fondo salva-Stati Efsf) e dopo che anche il Giappone vuole vederci più chiaro, tanto che il premier Yoshihiko Noda chiede all'Europa di spiegare quei "dettagli" che molti temono non esistano ancora.

L'obiettivo del piano di emergenza è quello di prevenire ad ogni costo l'onda d'urto globale che potrebbe derivare da un contagio ad economie 'pesanti' dell'area euro. L'input, oltre che dagli Usa, sarebbe arrivato in particolare dalla Germania, che la fonte definisce "estremamente interessata ad avere una rete di sicurezza" e che in altre occasioni - vedi il salvataggio greco - ha preteso l'intervento del Fmi.

Il 'piano B' scatterebbe in caso di peggioramento dello scenario e al momento serve soltanto ad affiancare lo scenario principale, che si sta affrontando con le misure in corso. Le istituzioni finanziarie internazionali starebbero insomma ragionando su uno scenario pessimistico in via preventiva, "per approntare misure d'emergenza”.

L'indiscrezione arriva nella stessa giornata in cui il Financial Times titola a tutta pagina: "L'Italia rovina l'atmosfera dopo l'accordo Ue". Il quotidiano afferma infatti che "i costi del finanziamento dell'Italia hanno raggiunto livelli record nell'era dell'Euro, subito dopo che i  leader europei si erano accordati su un nuovo piano per fermare la crisi del debito, segnale inquietante del fatto che non sono riusciti a riconquistare la fiducia dei mercati finanziari". Il quotidiano finanziario ricorda come all'ultima asta dei Btp i tassi sui titoli decennali sono saliti al 6.06 per cento "malgrado l'intervento della Banca centrale europea sul mercato aperto".

E un duro commento sull'ipotesi di un piano di emergenza per il nostro Paese arriva dall'Italia dei valori. "I contatti in corso tra Fmi, Ue e banche centrali dimostrano due cose - dice in una nota, Massimo Donadi, capogruppo dell'Idv alla Camera - innanzitutto, che gli organismi internazionali continuano a considerare la situazione italiana come vero epicentro della crisi a livello europeo. In secondo luogo, è la dimostrazione di quanto gli organismi internazionali facciano poco affidamento sulle promesse contenute nella letterina di Berlusconi all'Ue".

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