Il numero uno della Federal Reserve rimanda a settembre un'eventuale decisione su nuove misure a sostegno della crescita. E chiede alla politica di incoraggiare gli investimenti e sostenere la ricerca e lo sviluppo
La velocità della ripresa è deludente e a settembre la Fed deciderà sull'utilizzo di strumenti in grado di dare uno stimolo aggiuntivo all'economia e alla crescita. Le parole del numero uno della Federal Reserve, Ben Bernanke, deludono i mercati. Anzi, per un pelo non affondano quelli europei, salvo un provvido colpo di coda finale. Quando ormai nel Vecchio Continente è ormai tutto chiuso viaggia incurante e beffarda al galoppo. E' solo l'ultima incongruenza di questo folle agosto finanziario, al termine di una giornata tutta impostata tra le Borse mondiali nell'attesa dell'intervento del presidente della Fed, nell'ambito dell'incontro annuale dei banchieri centrali a Jackson Hole.
Da giorni gli operatori tiravano Bernanke per la giacchetta invocando a gran voce una maxi iniezione di liquidita', panacea di ogni male finanziario, complici anche recentissime stime sulle 'munizioni' di cui e' dotato l'istituto di Washington. Quando nel pomeriggio di venerdì 26 agosto, alle 4 (ora italiana), il governatore della Fed ha iniziato a parlare senza dir nulla su mosse a breve ma segnalando solo una vasta "gamma di strumenti" in mano alla Banca Centrale, tutti i listini sono crollati. Salvo poi contenere le perdite.
Il colpo di coda dei mercati europei - Il calo in realtà era partito ben prima con il dato rivisto al ribasso sul pil Usa nel secondo trimestre (+1% dalle precedenti stime dell'1,3% e contro l'attesa di un ritocco all'1,1%). In pochi minuti, con il discorso di Bernanke, l'Europa perdeva più del 3%, Milano inclusa. Sembrava un copione già visto: il 'venerdi' nero'. Poi un colpo di coda ha salvato la situazione e il peggio è stato evitato.
L'indice paneuropeo Stxe 600 ha finito in calo dello 0,68%, Milano ha perso lo 0,97% e in Europa tra le piazze 'peggiori' poco di più perdono Parigi (-1,01%) e Madrid (-1,37%).
Bernanke - Rischi per la ripresa - Ben Bernanke nel discorso pronunciato alla conferenza della Banca Centrale Usa parla chiaro: "La ripresa dalla crisi è meno robusta di quanto sperassimo". E ha aggiunto: "Gli ultimi dati indicano che la crescita economica nella prima metà del semestre dell'anno è stata considerevolmente inferiore di quanto il Fomc (Comitato Federale del Mercato Aperto) della Fed si attendesse. Sebbene noi ci aspettassimo che continuasse una ripresa moderata e si rafforzasse nel tempo, il Fomc ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita per i prossimi trimestri". Secondo il numero uno della Fed "ci vorrà del tempo ma ragionevolmente ci aspettiamo di vedere un ritorno ai tassi di crescita e ai livelli di occupazione in linea con i fondamentali. Nonostante le difficoltà che stiamo fronteggiando, non mi aspetto che il potenziale di lungo periodo dell'economia Usa sia materialmente colpito dalla crisi e dalla recessione se il nostro paese compie i passi necessari".
Il presidente della Fed, inoltre, chiede alla politica di promuovere la "stabilità finanziaria e macroeconomica; adottare politiche fiscali, regolatorie e commerciali efficaci; incoraggiare gli investimenti e a sostenere la ricerca e lo sviluppo e l'adozione di nuove tecnologie". "Le sfide per la politica sono due: aiutare la ripresa e farlo in modo che l'economia possa
realizzare il proprio potenziale di lungo termine.
Da giorni gli operatori tiravano Bernanke per la giacchetta invocando a gran voce una maxi iniezione di liquidita', panacea di ogni male finanziario, complici anche recentissime stime sulle 'munizioni' di cui e' dotato l'istituto di Washington. Quando nel pomeriggio di venerdì 26 agosto, alle 4 (ora italiana), il governatore della Fed ha iniziato a parlare senza dir nulla su mosse a breve ma segnalando solo una vasta "gamma di strumenti" in mano alla Banca Centrale, tutti i listini sono crollati. Salvo poi contenere le perdite.
Il colpo di coda dei mercati europei - Il calo in realtà era partito ben prima con il dato rivisto al ribasso sul pil Usa nel secondo trimestre (+1% dalle precedenti stime dell'1,3% e contro l'attesa di un ritocco all'1,1%). In pochi minuti, con il discorso di Bernanke, l'Europa perdeva più del 3%, Milano inclusa. Sembrava un copione già visto: il 'venerdi' nero'. Poi un colpo di coda ha salvato la situazione e il peggio è stato evitato.
L'indice paneuropeo Stxe 600 ha finito in calo dello 0,68%, Milano ha perso lo 0,97% e in Europa tra le piazze 'peggiori' poco di più perdono Parigi (-1,01%) e Madrid (-1,37%).
Bernanke - Rischi per la ripresa - Ben Bernanke nel discorso pronunciato alla conferenza della Banca Centrale Usa parla chiaro: "La ripresa dalla crisi è meno robusta di quanto sperassimo". E ha aggiunto: "Gli ultimi dati indicano che la crescita economica nella prima metà del semestre dell'anno è stata considerevolmente inferiore di quanto il Fomc (Comitato Federale del Mercato Aperto) della Fed si attendesse. Sebbene noi ci aspettassimo che continuasse una ripresa moderata e si rafforzasse nel tempo, il Fomc ha rivisto al ribasso le prospettive di crescita per i prossimi trimestri". Secondo il numero uno della Fed "ci vorrà del tempo ma ragionevolmente ci aspettiamo di vedere un ritorno ai tassi di crescita e ai livelli di occupazione in linea con i fondamentali. Nonostante le difficoltà che stiamo fronteggiando, non mi aspetto che il potenziale di lungo periodo dell'economia Usa sia materialmente colpito dalla crisi e dalla recessione se il nostro paese compie i passi necessari".
Il presidente della Fed, inoltre, chiede alla politica di promuovere la "stabilità finanziaria e macroeconomica; adottare politiche fiscali, regolatorie e commerciali efficaci; incoraggiare gli investimenti e a sostenere la ricerca e lo sviluppo e l'adozione di nuove tecnologie". "Le sfide per la politica sono due: aiutare la ripresa e farlo in modo che l'economia possa
realizzare il proprio potenziale di lungo termine.