Rating, declassati gli Usa. Vertice tra i ministri del G7

Economia
Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama
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Standard & Poor's porta la sua valutazione da AAA ad AA+. È la prima volta che succede. Per Washington nell'analisi c'è un errore di calcolo di 2mila miliardi di dollari. Duro commento dalla Cina, primo creditore degli Stati Uniti, che ora chiede garanzie

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Per la prima volta nella sua storia, l'agenzia di rating Standard & Poor's ha abbassato il proprio giudizio sul debito Usa: dalla classica tripla A che è il top del giudizio ad AA +.  Ma l'amministrazione Obama ha attaccato l'analisi compiuta dall'agenzia, dicendo di aver trovato un errore di 2mila miliardi di dollari nei calcoli di S&P.  "Un giudizio errato per due mila miliardi di dollari parla da sé", ha tagliato corto un portavoce del Tesoro, parlando al Wall Street Journal. Il presidente Barack Obama è stato informato dell'intenzione di S&P di abbassare la valutazione sul debito Usa poco prima di lasciare Washington per partire alla volta del buen retiro di Camp David.

Appuntamento telefonico per i ministri del G7 - I ministri finanziari del G7 si consulteranno telefonicamente sabato sera o domenica per discutere della situazione dei mercati. Lo rende noto una fonte diplomatica europea. Alla conferenza telefonica parteciperanno, a quanto appreso, anche i governatori delle banche centrali dei singoli Paesi. Il downgrade del rating degli Stati Uniti da parte di S&P's avrebbe infatti aggiunto una dimensione globale alla crisi del debito dell'eurozona, rendendo più stringente la necessità di un coordinamento internazionale. "Il G7 - hanno riferito le fonti europee - discuterà per telefono. Non è ancora confermato se sarà in una sola fase o in due, stasera e domani". Intervistato alla radio questa mattina, il ministro delle Finanze francese, Francois Baroin, che presiede G7 e G20 sotto la presidenza francese, ha affermato che è ancora troppo presto per dire se ci sarà o meno una riunione di vertice. Secondo calendario, i ministri e i banchieri centrali dovrebbero incontrarsi a inizio settembre a Marsiglia.

Le motivazioni di S&P's - L'abbassamento di un grado nel giudizio è stato innescato, spiega S&P dalle difficoltà del Paese alle prese con un enorme deficit e conseguente debito. L'agenzia ha anche aggiunto un outlook (la previsione sui prossimi rating) negativo, spiegando che c'è il rischio di un ulteriore declassamento nei prossimi due anni se non sarà fatto un progresso per tagliare l'enorme deficit di bilancio; secondo l'agenzia la strategia politica degli ultimi mesi dimostra che il governo del Paese sta diventando "meno stabile, meno efficace e meno prevedibile". Per gli Usa è il primo declassamento dalla AAA ricevuta da Moody's nel 1917 e da quella ricevuta da S&P nel 1941.

Duro commento da Pechino - "La Cina, il più grande creditore dell'unica superpotenza mondiale, ha tutto il diritto - si legge in un durissimo commento diffuso dall'agenzia Nuova Cina - di chiedere oggi agli Stati Uniti la soluzione dei problemi di debito strutturali e garantire la sicurezza degli asset cinesi denominati in dollari".
Parlando dell'economia americana l'agenzia Nuova Cina prosegue sostenendo che "sono ormai finiti i bei tempi in cui poteva tirarsi fuori dai guai da lui stesso causati accendendo prestiti a tutto spiano". Tra l'altro, siccome S&P ha anche espresso un outlook negativo sugli Usa la Cina dà anche consigli: secondo la Xinhua, a meno che Washington non faccia sostanziali riduzioni a quello che definisce le "gigantesche spese militari e i costi salati del welfare", il downgrade attuale sarà solo un "preludio a più devastanti tagli del giudizio di affidabilità".
"Per curare la sua dipendenza dai debiti, gli Stati Uniti devono ristabilire il principio del buon senso, ovvero che non si deve vivere al di sopra dei propri mezzi". L'editoriale prende di mira anche le "miopi" polemiche della politica Usa, dicendo che Washington ha consentito al dibattito elettorale interno di prendere come ostaggio l'economia globale.

Pechino: "Colpa della ridicola lotta politica a Washington" - La Cina, prosegue la nota, vorrebbe una supervisione internazionale sulla questione del dollaro e l'introduzione di "una nuova moneta, stabile e sicura come riserva globale può  anche essere un'opzione per evitare una catastrofe causata da ogni singolo paese".  Anche se le probabilità di un vero e proprio default sono minime, il downgrade di S&P è un altro "segnale d'avvertimento sulla sostenibilità di lungo termine delle finanze pubbliche degli Usa". Per secoli, "l'energia esuberante e innovativa ha sostenuto il ruolo dell'America nel mondo e mantenuto la fiducia degli investitori negli asset denominati in dollari. Ora, i debiti in crescita e la ridicola lotta politica a Washington hanno danneggiato l'immagine dell'America all'estero". E' necessario "fare un serio esame di coscienza" per portare il Paese indietro rispetto "al potenziale finanziario abisso".

I creditori degli Stati Uniti
- Pechino è il primo creditore estero americano (in base agli ultimi dati del Tesoro Usa), con 1.160 miliardi di dollari. Una cifra seconda soltanto a quella della Federal Reserve che, con i due round di allentamento monetario, è diventato il maggiore possessore di titoli di debito di Washington. Il Giappone è il secondo creditore estero con 912,4 miliardi di dollari, seguito al terzo posto dalla Gran Bretagna.

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