Benzina, Scaroni: “Tassarla non è solo uno svantaggio”

Economia
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L’amministratore delegato Eni, a SkyTG24, dice che pagare di più i carburanti a causa delle accise ha effetti positivi sia “in termini ambientali” sia in termini di risparmio del petrolio. E sul prezzo al barile: "Ottanta dollari sono cifra ragionevole"

Pagare a caro prezzo la benzina per colpa delle tasse “non è solo uno svantaggio”. Anzi, ha un effetto positivo sia “in termini ambientali” sia in termini di risparmio “di una materia prima come il petrolio che un bel giorno finirà”. A dirlo, ai microfoni di SkyTG24, è l’amministratore delegato dell’Eni Paolo Scaroni.

Imporre tasse sul greggio, quindi, non avrebbe solo effetti negativi. “In Europa – sostiene Scaroni – i carburanti sono tassati dal dopoguerra”. Risultato? Ogni cittadino europeo brucia in media 11 barili di petrolio all’anno mentre un cittadino Usa, dove la benzina non è tassata, ne brucia 26.

Secondo l’amministratore delegato del cane a sei zampe, quest’anno gli 80 dollari sarebbero “una cifra ragionevole” per un barile. “Non c’è un prezzo giusto – dice Paolo Scaroni –. C’è un prezzo, intorno agli 80 dollari, in cui i paesi consumatori possono continuare la loro crescita”. Questa cifra consentirebbe anche alle energie rinnovabili “di essere competitive”. Perché, allora, il petrolio è arrivato a 120 dollari al barile? Per almeno tre ragioni, spiega il dirigente dell’Eni: l’aumento globale del consumo di petrolio (in particolare da parte dei paesi asiatici), il venir meno di qualche produzione (vedi Libia), la speculazione di chi “vive le crisi internazionali come un’opportunità per rialzare i prezzi”.

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