Google prova a prendere Facebook: “+1” contro “Like”

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Il motore di ricerca lancia una funzionalità per rendere più "social" le ricerche Web e avvicinarsi al sito di Mark Zuckerberg. Ma molti esperti avanzano dubbi sulle possibilità di successo dell'iniziativa

di Raffaele Mastrolonardo

Provate a prendermi. Anche se non lo dice esplicitamente Mark Zuckerberg di sicuro lo pensa. Per quanto riguarda il web della socialità, la lepre è senza dubbio lui e agli avversari non resta che inseguire. Anche se si chiamano Google e fino a ieri erano i signori incontrastati del Web. Fino a ieri, appunto, perché oggi, quando si parla di condivisione e di scambio di relazioni in rete, il re è Facebook e il motore di ricerca, con qualche affanno, è costretto a mordere la polvere. L'ultima dimostrazione di questo stato di cose è il lancio da parte di Google di “+ 1”, che si legge “Plus One” e intende dare una coloritura social al ritrovamento di informazioni sul Web consentendo agli utenti del motore di indicare quali siti, tra quelli trovati, incontrano la loro approvazione.

Lanciato, per ora, solo per una piccola parte di utenti di lingua inglese e disponibile per chi abbia un account Google, il servizio consiste in un pulsantino, “+ 1”, che compare a fianco dei risultati di una ricerca e, se premuto, registra la soddisfazione per quel link. Tutti i pareri positivi saranno registrati e visualizzati pubblicamente nella pagina personale che ogni account Google possiede. Il meccanismo sociale scatta perché questo voto positivo sarà visibile a tutti gli utenti che hanno un account e sono in qualche modo collegati con colui che ha espresso il parere (per esempio, sono presenti nella sua rubrica Google Talk). Insomma, se Giovanni ha apprezzato un dato sito, ogni volta che incontreremo quel link in una ricerca, sapremo che gli è piaciuto.

Guarda come funziona “+1”



Appena annunciata, la nuova funzionalità made in Mountain View ha fatto subito scattare il paragone più immediato, quello con il “Like” di Facebook. Il meccanismo, nato all'interno del social network per esprimere la propria approvazione sui post degli amici, si è poi esteso al di fuori delle mura del “libro delle facce” per diventare una sorta di indicatore di preferenza universale sul web.

Come “Like” anche “+1” aspira all'ubiquità virtuale. Da Google fanno sapere infatti che in un secondo tempo i webmaster potranno inserire il bottone di approvazione sui propri siti web. Fino a quel momento, però, si potrà esprimere la propria preferenza solo nella pagina dei risultati della ricerca. Una limitazione che ha già fatto storcere qualche naso. Chi, si è chiesto Wired, vuole condividere un link prima ancora di averlo letto? E chi vorrà tornare indietro sulla pagina di ricerca dopo averlo visualizzato e, eventualmente, apprezzato?

In attesa di vedere “+1” nella sua versione più competa e pervasiva rivaleggiare con “Like” sui siti di tutto il mondo gli esperti del settore hanno già cominciato a riflettere sul senso strategico di questa iniziativa. Come nota Wired, “+1” è rivelatore della strategia che la società di Larry Page e Sergey Brin sembra avere messo a punto per scardinare il primato del sito di Zuckerberg: “Invece di realizzare un concorrente a tutto tondo di Facebook, - afferma il sito del mensile americano - Google è intenzionato a cercare di convincere lentamente gli utenti a creare pagine personali pubbliche. In seguito potrà creare servizi che lavorano con queste pagine fino a che gli utenti non scopriranno che sono effettivamente parte di un social network che Google sta pian piano costruendo intorno a loro”.

Nel complesso, però, le reazioni alla novità non sono molto positive. Il magazine ReadWriteWeb si chiede per quale ragione gli utenti dovrebbero cliccare “+1”: “Perché i tuoi amici abbiano una migliore esperienza di ricerca? È davvero una cosa che ti interessa?”. Secondo Cnet, invece, uno dei più importanti siti di tecnologia americani, la proposta sembra un po' retrò: “Una pagina personale pubblica contenente link raccomandati - si legge - suona molto come Delicious, una società che era generalmente considerata avanti con i tempi quando è stata acquistata da Yahoo! e poi è stata fondamentalmente messa in un cassetto”.

Ma, secondo il blog GigaOm, la difficoltà di Google sono addirittura più radicali. Il motore di ricerca infatti sembra voler inserire funzionalità sociali in un contesto in cui quello che manca è un vero e proprio network. Gli utenti di Google, anche quelli che hanno un account, non si sentono infatti parte di una rete e non sempre sanno di avere una pagina personale, al contrario di chi frequenta Facebook. “Il più grosso problema – si legge sul blog - che riguarda tutto quello che Google ha cercato di fare con i suoi servizi e funzionalità sociali è che i profili di Google non sono realmente connessi ad alcunché nel vero senso della parola”.

Che è un po' come dire che, per quanto provi, sul terreno della socialità sarà molto dura per il colosso di Mountain View riuscire da acchiappare Mark Zuckerberg.

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