Il social network più popolare del globo e il colosso della grande distribuzione Usa sono le aziende più rappresentate nella classifica dei miliardari del mondo di Forbes. Una sfida tra vecchia e nuova economia
di Raffaele Mastrolonardo
Il nuovo che avanza contro il vecchio che resiste. Ovvero l'azienda più giovane e dirompente dell'economia digitale contro un leader della grande distribuzione che dal 1962 è uno dei capisaldi dell'economia Usa. Può essere letta anche così l'ultima classifica dei miliardari del mondo redatta dalla rivista Forbes, come un confronto tra le aziende che nel mondo producono il maggior numero di super-ricchi. E, vista sotto questa prospettiva, la graduatoria della ricchezza dice che Walmart, il colosso che vende beni fisici ai consumatori statunitensi, e Facebook, il sito che offre agli utenti la possibilità di scambiarsi amicizia virtuale sono le società più presenti nella lista: 7 miliardari contro 6. Nessuno fa meglio, nemmeno Google, che deve accontentarsi del gradino più basso del podio e “solo” 5 paperoni.
E se la presenza cospicua di personaggi legati a Walmart (per lo più componenti della famiglia Walton), che possiede il marchio guidati da Christy Walton, vedova di John T., figlio del patriarca Sam) non è una sorpresa, l'ingresso in massa in graduatoria della truppa del libro della facce appare come un segno, rivoluzionario, dei tempi. A guidare questo gruppo di facoltosi barbari digitali c'è ovviamente Mark Zuckerberg, 26 anni, 52esimo in classifica grazie ad un patrimonio stimato in 13,5 miliardi di dollari. A fare compagnia al boss arriva Dustin Moskovitz, co-fondatore di Facebook e 420esimo uomo più ricco nel mondo (140esimo negli Stati Uniti) con una fortuna calcolata in 2,7 miliardi di biglietti verdi. Moskovitz, che fa il suo ingresso nella lista per la prima volta, ha sottratto al suo compare la palma di più giovane miliardario del globo: è nato infatti il 22 maggio del 1984, solo otto giorni dopo Zuckerberg. Della squadra capitanata dal protagonista del film The Social Network fanno parte anche due stranieri: il russo Yuri Milner fondatore di Digital Sky che ha investito nella società online, e Peter Thiel, imprenditore tedesco di stanza a San Francisco la cui dote è stimata in 1 miliardo e mezzo, buona parte dei quali provenienti da quote nel sito amici.
Nella banda dei social miliardari c'è infine pure Eduardo Saverin, anche lui co-fondatore del servizio. Secondo Forbes la sua fortuna corrisponde a 1,6 miliardi di dollari che costituiscono per l'imprenditore brasiliano-americano una soddisfazione economica ma anche qualcosa di più. Saverin, che nel film The Social network interpreta la parte dell'amico tradito di Zuckerberg, raggiunge infatti la stessa cifra di un altro Facebook boy, Sean Parker, che, interpretato da Justin Timberlake, nella pellicola diretta da David Fincher rappresenta il principale responsabile dell'estromissione di Eduardo dall'azienda.
Nel complesso, il balzo in avanti del gruppo legato al sito di social networking è in buona parte legato all'operazione con cui la banca di affari Goldman Sachs ha portato nelle casse della società capitali per 1 miliardo e mezzo di dollari facendo schizzare la valutazione dell'azienda a 50 miliardi di dollari. A parte Zuckerberg, che si piazza a ridosso dei primi 50, gli altri membri della banda sono però ben lontani dalle posizioni di testa e la loro fortuna cumulativa non regge, almeno per ora, il confronto con quella della famiglia Walmart.
Per quanto riguarda i vertici della classifica di Forbes, le prime tre posizioni continuano ad essere occupate dal magnate messicano Carlos Slim (con un patrimonio stimato in 74 miliardi di dollari), Bill Gates (54 miliardi) e Warren Buffet (50 miliardi). Giocando un po' con i numeri si scopre che, dal punto di vista delle nazioni, la gara della ricchezza è vinta dagli Stati Uniti (413 miliardari) che mettono in fila Cina (115) e Russia (101). Se poi si legge l'elenco da un punto di vista anagrafico si scopre che l'età media dei 1.210 miliardari conteggiati da Forbes è di 62 anni, segno che la ricchezza, generalmente, va di pari passo con l'aumentare dell'età. Il che è tanto più vero dalle nostre parti, visto che ben 9 dei 10 super-ricchi nostrani presenti la superano, e non di poco.
Il nuovo che avanza contro il vecchio che resiste. Ovvero l'azienda più giovane e dirompente dell'economia digitale contro un leader della grande distribuzione che dal 1962 è uno dei capisaldi dell'economia Usa. Può essere letta anche così l'ultima classifica dei miliardari del mondo redatta dalla rivista Forbes, come un confronto tra le aziende che nel mondo producono il maggior numero di super-ricchi. E, vista sotto questa prospettiva, la graduatoria della ricchezza dice che Walmart, il colosso che vende beni fisici ai consumatori statunitensi, e Facebook, il sito che offre agli utenti la possibilità di scambiarsi amicizia virtuale sono le società più presenti nella lista: 7 miliardari contro 6. Nessuno fa meglio, nemmeno Google, che deve accontentarsi del gradino più basso del podio e “solo” 5 paperoni.
E se la presenza cospicua di personaggi legati a Walmart (per lo più componenti della famiglia Walton), che possiede il marchio guidati da Christy Walton, vedova di John T., figlio del patriarca Sam) non è una sorpresa, l'ingresso in massa in graduatoria della truppa del libro della facce appare come un segno, rivoluzionario, dei tempi. A guidare questo gruppo di facoltosi barbari digitali c'è ovviamente Mark Zuckerberg, 26 anni, 52esimo in classifica grazie ad un patrimonio stimato in 13,5 miliardi di dollari. A fare compagnia al boss arriva Dustin Moskovitz, co-fondatore di Facebook e 420esimo uomo più ricco nel mondo (140esimo negli Stati Uniti) con una fortuna calcolata in 2,7 miliardi di biglietti verdi. Moskovitz, che fa il suo ingresso nella lista per la prima volta, ha sottratto al suo compare la palma di più giovane miliardario del globo: è nato infatti il 22 maggio del 1984, solo otto giorni dopo Zuckerberg. Della squadra capitanata dal protagonista del film The Social Network fanno parte anche due stranieri: il russo Yuri Milner fondatore di Digital Sky che ha investito nella società online, e Peter Thiel, imprenditore tedesco di stanza a San Francisco la cui dote è stimata in 1 miliardo e mezzo, buona parte dei quali provenienti da quote nel sito amici.
Nella banda dei social miliardari c'è infine pure Eduardo Saverin, anche lui co-fondatore del servizio. Secondo Forbes la sua fortuna corrisponde a 1,6 miliardi di dollari che costituiscono per l'imprenditore brasiliano-americano una soddisfazione economica ma anche qualcosa di più. Saverin, che nel film The Social network interpreta la parte dell'amico tradito di Zuckerberg, raggiunge infatti la stessa cifra di un altro Facebook boy, Sean Parker, che, interpretato da Justin Timberlake, nella pellicola diretta da David Fincher rappresenta il principale responsabile dell'estromissione di Eduardo dall'azienda.
Nel complesso, il balzo in avanti del gruppo legato al sito di social networking è in buona parte legato all'operazione con cui la banca di affari Goldman Sachs ha portato nelle casse della società capitali per 1 miliardo e mezzo di dollari facendo schizzare la valutazione dell'azienda a 50 miliardi di dollari. A parte Zuckerberg, che si piazza a ridosso dei primi 50, gli altri membri della banda sono però ben lontani dalle posizioni di testa e la loro fortuna cumulativa non regge, almeno per ora, il confronto con quella della famiglia Walmart.
Per quanto riguarda i vertici della classifica di Forbes, le prime tre posizioni continuano ad essere occupate dal magnate messicano Carlos Slim (con un patrimonio stimato in 74 miliardi di dollari), Bill Gates (54 miliardi) e Warren Buffet (50 miliardi). Giocando un po' con i numeri si scopre che, dal punto di vista delle nazioni, la gara della ricchezza è vinta dagli Stati Uniti (413 miliardari) che mettono in fila Cina (115) e Russia (101). Se poi si legge l'elenco da un punto di vista anagrafico si scopre che l'età media dei 1.210 miliardari conteggiati da Forbes è di 62 anni, segno che la ricchezza, generalmente, va di pari passo con l'aumentare dell'età. Il che è tanto più vero dalle nostre parti, visto che ben 9 dei 10 super-ricchi nostrani presenti la superano, e non di poco.