Marchionne: "Fiat resterà in Italia solo a certe condizioni"
EconomiaL'amministratore delegato del Lingotto in un audizione della Camera spiega: "Non ancora deciso dove si troverà la sede legale del gruppo. Molto dipende dalla quotazione di Chrysler". Nel 2011 saranno prese
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"Se si realizzeranno le condizioni" per il progetto Fabbrica Italia "allora il nostro Paese sarà in grado di mantenere la sede legale" ha affermato l'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, in un'audizione alla Camera specificando però che una decisione non è ancora stata presa.
"Scelta della sede non è ancora stata presa" - "Stiamo lavorando al risanamento della Chrysler e per un aumento della quota Fiat. Speriamo che Chrysler sia quotata nel prossimo futuro. Quando ci saranno due entità legali quotate in due mercati diversi si porranno problemi di governance. La scelta della sede legale non è stata ancora presa e sarà condizionata da alcuni elementi di fondo", ha spiegato Marchionne. Il primo, ha detto, "è il grado di accesso ai mercati finanziari, indispensabile per gestire un business che richiede grandi investimenti e ingenti capitali". Il secondo, ha proseguito, "ha a che fare con un ambiente favorevole allo sviluppo del settore manifatturiero e quindi anche con il progetto 'Fabbrica Italia'". Se in Italia ci sarà mercato e ambiente sarà avvantaggiata", ha spiegato l'amministratore delegato del gruppo torinese. "Perché sia confermato" il progetto 'Fabbrica Italia' ci sono due condizioni - ha spiegato il manager italo canadese - la governabilità degli stabilimenti e il sistema degli accordi. Il "rispetto degli accordi è sacrosanto".
"Noi - ha proseguito - stiamo facendo la nostra parte per scongiurare il rischio che la Fiat in Italia resti isolata, per permetterle di seguire i tempi del sistema globale. MA non possiamo costringere il mondo ad aspettarci. Gli altri vanno avanti".
Ma il top manager ha respinto l'accusa di chi sostiene che il trasferimento è già deciso: "Nessuno può accusare Fiat di voler abbandonare il paese. La nostra volontà di investire in Italia comporta costi". L'amministratore delegato ha ribadito che l'alleanza con il gruppo automobilistico di Detroit è un fattore determinante per il futuro della casa torinese e che il prossimo anno sul mercato americano arriverà una versione completamente elettrica della 500.
Nuovi modelli e salari come in Germania - Marchionne ha poi annunciato che, nonostante l'andamento fiacco del mercato automobilistico il gruppo si appresta a lanciare quest'anno 7 nuovi modelli tra i quali la nuova Panda. "Nel 2011 presenteremo 7 nuovi modelli, una scelta forse anche troppo aggressiva visto l'andamento del mercato. La stima per l'intero 2011 è che in Italia siano vendute 1,8 milioni di auto", ha detto Marchionne. Il top manager ha detto che la nuova Panda sarà lanciata nel 2011 e i futuri modelli Alfa e Jeep Mirafiori nel terzo o forse nel quarto trimestre del 2012. Marchionne ha sottolineato come anche nel 2011 "l'Italia è l'unica area dove perdiamo" e che nel 2014 è prevista la produzione di 1,650 milioni di veicoli. "Se la produttività degli impianti va all'80% rispetto al 40% attuale siamo pronti a portare i salari italiani a livello di quelli della Germania", ha aggiunto lamentando il fatto che le "buste paghe italiane siano un elenco bizantino.
Fiat si aspetta un fatturato di "64 miliardi di euro" nel 2014 e potrebbe arrivare fino a "100 miliardi di euro con Chrysler" ha poi spiegato Marchionne, aggiungendo che per Fiat un fatturato di 64 miliardi sarebbe "quasi il doppio di quello dell'anno scorso".
"Demenziale denigrare nostri prodotti" - Negli impianti italiani, però, non sono previsti nuovi interventi. "Su Cassino e Melfi non c'è urgenza immediata di intervenire" ha sottolineato l'amministratore delegato della Fiat. I due stabilimenti, infatti, hanno "prodotti attuali e ben accolti dal mercato". Marchionne poi respinge gli ultimi attacchi, lamentando come Fiat abbia "ricevuto critiche e accuse ingiuste e spesso offensive". Lo ha sottolineato l'ad del Lingotto Sergio Marchionne in audizione alla Camera. "E' assurdo e demenziale - ha continuato - che qualcuno sia arrivato persino a denigrare i nostri prodotti e ad avanzare dubbi sulla strategia della Fiat, che invece viene capita e approvata dai mercati finanziari e dagli esperti stranieri".
Obbiettivi di produzione - L'obiettivo di Fabbrica Italia è "di incrementare gradualmente i volumi di produzione di autovetture nei nostri impianti italiani, arrivando nel 2014 a raggiungere 1.400.000 unità, più del doppio rispetto alle 650.000 prodotte nel 2009. L'aumento è ancora più significativo se lo confrontiamo con un anno disastroso come il 2010, quando siamo arrivati ad appena 561.000 vetture". A questo va aggiunta la produzione di veicoli commerciali leggeri, il cui obiettivo è di arrivare a 250.000 unità annue, rispetto alle 150.000 del 2009 e alle 190.000 del 2010. In totale, ricorda Marchionne, il piano di Fabbrica Italia è quello di raggiungere nel nostro Paese la produzione di 1.650.000 veicoli nel 2014.
Tutto ciò avrà anche un "impatto positivo sull'export". L'obiettivo - spiega l'ad - è di produrre in Italia, entro il 2014, oltre un milione di veicoli destinati all'esportazione, di cui circa 300.000 per il mercato statunitense. La percentuale di esportazioni crescerà quindi dal 50% dell'anno scorso al 65% nel 2014.
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"Scelta della sede non è ancora stata presa" - "Stiamo lavorando al risanamento della Chrysler e per un aumento della quota Fiat. Speriamo che Chrysler sia quotata nel prossimo futuro. Quando ci saranno due entità legali quotate in due mercati diversi si porranno problemi di governance. La scelta della sede legale non è stata ancora presa e sarà condizionata da alcuni elementi di fondo", ha spiegato Marchionne. Il primo, ha detto, "è il grado di accesso ai mercati finanziari, indispensabile per gestire un business che richiede grandi investimenti e ingenti capitali". Il secondo, ha proseguito, "ha a che fare con un ambiente favorevole allo sviluppo del settore manifatturiero e quindi anche con il progetto 'Fabbrica Italia'". Se in Italia ci sarà mercato e ambiente sarà avvantaggiata", ha spiegato l'amministratore delegato del gruppo torinese. "Perché sia confermato" il progetto 'Fabbrica Italia' ci sono due condizioni - ha spiegato il manager italo canadese - la governabilità degli stabilimenti e il sistema degli accordi. Il "rispetto degli accordi è sacrosanto".
"Noi - ha proseguito - stiamo facendo la nostra parte per scongiurare il rischio che la Fiat in Italia resti isolata, per permetterle di seguire i tempi del sistema globale. MA non possiamo costringere il mondo ad aspettarci. Gli altri vanno avanti".
Ma il top manager ha respinto l'accusa di chi sostiene che il trasferimento è già deciso: "Nessuno può accusare Fiat di voler abbandonare il paese. La nostra volontà di investire in Italia comporta costi". L'amministratore delegato ha ribadito che l'alleanza con il gruppo automobilistico di Detroit è un fattore determinante per il futuro della casa torinese e che il prossimo anno sul mercato americano arriverà una versione completamente elettrica della 500.
Nuovi modelli e salari come in Germania - Marchionne ha poi annunciato che, nonostante l'andamento fiacco del mercato automobilistico il gruppo si appresta a lanciare quest'anno 7 nuovi modelli tra i quali la nuova Panda. "Nel 2011 presenteremo 7 nuovi modelli, una scelta forse anche troppo aggressiva visto l'andamento del mercato. La stima per l'intero 2011 è che in Italia siano vendute 1,8 milioni di auto", ha detto Marchionne. Il top manager ha detto che la nuova Panda sarà lanciata nel 2011 e i futuri modelli Alfa e Jeep Mirafiori nel terzo o forse nel quarto trimestre del 2012. Marchionne ha sottolineato come anche nel 2011 "l'Italia è l'unica area dove perdiamo" e che nel 2014 è prevista la produzione di 1,650 milioni di veicoli. "Se la produttività degli impianti va all'80% rispetto al 40% attuale siamo pronti a portare i salari italiani a livello di quelli della Germania", ha aggiunto lamentando il fatto che le "buste paghe italiane siano un elenco bizantino.
Fiat si aspetta un fatturato di "64 miliardi di euro" nel 2014 e potrebbe arrivare fino a "100 miliardi di euro con Chrysler" ha poi spiegato Marchionne, aggiungendo che per Fiat un fatturato di 64 miliardi sarebbe "quasi il doppio di quello dell'anno scorso".
"Demenziale denigrare nostri prodotti" - Negli impianti italiani, però, non sono previsti nuovi interventi. "Su Cassino e Melfi non c'è urgenza immediata di intervenire" ha sottolineato l'amministratore delegato della Fiat. I due stabilimenti, infatti, hanno "prodotti attuali e ben accolti dal mercato". Marchionne poi respinge gli ultimi attacchi, lamentando come Fiat abbia "ricevuto critiche e accuse ingiuste e spesso offensive". Lo ha sottolineato l'ad del Lingotto Sergio Marchionne in audizione alla Camera. "E' assurdo e demenziale - ha continuato - che qualcuno sia arrivato persino a denigrare i nostri prodotti e ad avanzare dubbi sulla strategia della Fiat, che invece viene capita e approvata dai mercati finanziari e dagli esperti stranieri".
Obbiettivi di produzione - L'obiettivo di Fabbrica Italia è "di incrementare gradualmente i volumi di produzione di autovetture nei nostri impianti italiani, arrivando nel 2014 a raggiungere 1.400.000 unità, più del doppio rispetto alle 650.000 prodotte nel 2009. L'aumento è ancora più significativo se lo confrontiamo con un anno disastroso come il 2010, quando siamo arrivati ad appena 561.000 vetture". A questo va aggiunta la produzione di veicoli commerciali leggeri, il cui obiettivo è di arrivare a 250.000 unità annue, rispetto alle 150.000 del 2009 e alle 190.000 del 2010. In totale, ricorda Marchionne, il piano di Fabbrica Italia è quello di raggiungere nel nostro Paese la produzione di 1.650.000 veicoli nel 2014.
Tutto ciò avrà anche un "impatto positivo sull'export". L'obiettivo - spiega l'ad - è di produrre in Italia, entro il 2014, oltre un milione di veicoli destinati all'esportazione, di cui circa 300.000 per il mercato statunitense. La percentuale di esportazioni crescerà quindi dal 50% dell'anno scorso al 65% nel 2014.