La moneta di Facebook arriva nei negozi inglesi

Economia
I crediti di Facebook in vendita nei negozi inglesi (Getty)
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Dopo gli Usa anche in Inghilterra si potranno acquistare delle ricariche da spendere sul social network. Tra Second Life (Linden Dollars) e World of Warcraft (Gold), si diffonde così un’altra valuta virtuale dagli effetti (anche economici) assai reali

di Federico Guerrini

Dal virtuale al reale e ritorno. La parabola dei "crediti", la moneta di Facebook, prima acquistabile solo online e oggi disponibile anche sugli scaffali di grandi catene di supermercati, è emblematica delle dinamiche sempre più strette che collegano il mondo fatto di pixel a quello affollato da persone in carne ed ossa. Le ricariche infatti sono in questi giorni in vendita nei negozi della britannica Tesco in tagli da 10 e 20 sterline mentre in Usa Wal-Mart vende da qualche settimana tessere da 10, 25 e 50 dollari.

Dai siti ai banchi dei supermercati i Facebook Credits servono soprattutto per giocare ad alcune delle tante applicazioni disponibili sulla piattaforma, come Farmville o Mafia Wars; chi non vuole aspettare troppo tempo per salire di livello o desidera accaparrarsi degli strumenti utili a acquisire una posizione di vantaggio nei confronti degli altri giocatori, non deve far altro che mettere mano al portafogli: Facebook accetta una decina di monete reali, fra cui dollaro, euro e yen, da convertire online utilizzando la carta di credito oppure, grazie a un recente accordo con il leader nel campo dei micropagamenti, pagando con PayPal.

A oggi sono più di 200 le applicazioni che accettano questo tipo di pagamento e il giro di affari del “social gaming” raggiungerà entro la fine dell’anno i 650 milioni di euro, stando a un rapporto di Inside Virtual Goods. Non ci sono solo i giochi, però: di recente, anche alcune associazioni no-profit, come quelle per la ricerca contro il cancro, hanno cominciato ad accettare donazioni nella moneta di facebook e il volume di transazioni legate all’acquisto di beni virtuali, è in costante crescita, così come il numero di valute online (tra le altre i Linden dollars di Second Life, i Ped di Entropia Universe, il Gold del gioco multiplayer World of Worldcraft.

Fra il 2007 e il 2010, secondo alcune ricerche il mercato di beni virtuali sarebbe addirittura triplicato, con una spesa, nell’anno in corso, di oltre 7 miliardi di dollari da parte dei consumatori. Si compra e vende di tutto: rose virtuali da regalare all’amante (accade su Flirtomatic, un network di dating), a fiammanti fuoriserie da sfoggiare su Second Life, e perfino stazioni spaziali che orbitano nel cyberspazio, come è capitato alcune settimane fa in Entropia Universe. La cosa ha fatto scalpore per l’ammontare della cifra sborsata dagli acquirenti: ben 635 mila dollari, con cui l’ex proprietario, Jon Jacobs, si è ampiamente ripagato l’investimento iniziale di 100 mila dollari che era riuscito a effettuare ipotecando la propria vera abitazione.

E siccome la finanza è sempre dietro l'angolo, presto nel mondo di pixel sarà possibile anche contrarre debiti: a quanto sembra Facebook starebbe testando una funzione chiamata Pay Later, tramite cui i “crediti” potranno anche essere anticipati, e l’acquisto saldato in secondo tempo. L’idea che in futuro il network di Zuckerberg lanci una vera e propria banca online non sembra più soltanto un’utopia. A quel punto tutto sarà pronto per il passo successivo: asset virtuali sopravvalutati, mutui di varia risma e bolle speculative made in Internet.

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