Crisi Irlanda, il salvagente europeo è di 90 miliardi

Economia
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Il piano coinvolgerà Ue ed Fmi per tre anni: ora si attendono le misure varate da Dublino. Secondo il presidente di Confindustria Marcegaglia non ci sono "rischi per l'Italia"

Il piano di aiuti per l'Irlanda stanziato dall'Unione Europea e dal Fondo monetario internazionale spalmerà 90 miliardi di euro in tre anni. Sarà varato a fine novembre e una prima tranche di pagamenti potrebbe arrivare già a gennaio: all'operazione dovrebbe contribuire anche Londra con un pacchetto aggiuntivo di 8 miliardi di euro ma la Gran Bretagna ha già sottolineato che vuole restare fuori dal meccanismo Ue /Fmi. Anche la Svezia sta considerando l'opportunità di offrire un prestito bilaterale.
Il piano anti-deficit da 15 miliardi di euro varato da Dublino non dovrebbe essere modificato, secondo quando ha dichiarato il ministro delle Finanze Brian Lenihan.

La rete di sicurezza dell'Ue è costituita da due enti: il Meccanismo di stabilità finanziaria (EFSM, con disponibilità massima di 60 miliardi di euro, disponibile per tutti i 27 membri Ue) e il Fondo europeo per la stabilità finanziaria (EFSF, con la garanzia di 440 miliardi prestabili solo ai 16 paesi dell'Eurozona). Si aggiunge poi l'Fmi che ha già dichiarato di essere disponibile ad aiutare l'Irlanda.
Il meccanismo non è mai stato usato prima ma secondo le prime stime ci vorranno da tre a cinque settimane per sbloccare i fondi ed erogare le prime somme. Il salvataggio si baserà su un piano fiscale quadriennale che il governo irlandese sta definendo: pare che Dublino voglia tornare sui mercati obbligazionari in gennaio e che manterrà la mini-tassa del 12,5% alle imprese.
Ma Ue e Fmi potrebbero chiedere all'Irlanda di prendere in considerazione aumenti fiscali e tagli alla spesa fra le condizioni sui prestiti, ma anche intervenire negli accordi con i sindacati del settore pubblico o aumentare la tassazione per le società.

Il progetto per il sostegno dell'Unione europea è un pacchetto di aiuti finanziari con prestiti a tasso variabile sull'euribor a tre mesi, mentre i prestiti a tasso fisso sono basati sul tasso swap. In più vi è una maggiorazione di 300 punti base per le scadenze fino a tre anni e un extra di 100 punti base all'anno per i prestiti superiori a tre anni. Inoltre è richiesta una commissione di 50 punti base per coprire i costi operativi.
Il costo dell'indebitamento è di circa il 5%. Mentre non vi sono limiti sulle scadenze dei prestiti verso il Paese che ha bisogno il caso greco ha creato un precedente
di prestiti della durata di 3-5 anni.

Marcegaglia: "L'Irlanda va salvata"- "L'Irlanda deve essere salvata e spero che ci siano meno tensioni sui mercati finanziari": il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia rivela di non vedere, nell'operazione "rischi per l'Italia".
"Non credo vi siano rischi per l'Italia, che ha un debito alto ma conti in ordine: il nostro rapporto tra deficit e Pil è di circa il 5% mentre questi Paesi che sono sotto attacco hanno un rapporto del 15-14%", ha spiegato. E' importante però "che l'Europa rimanga unita e vada avanti in questo salvataggio" che deve essere "completo".


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