Nel suo ultimo rapporto il Fondo Monetario Internazionale analizza il sistema finanziario globale e i problemi di Europa, Usa, Giappone e paesi emergenti e indica "rischi fiscali" alti per il nostro Paese
Italia e Grecia, due paesi che "con un alto livello di debito e ampi stabilizzatori economici, presentano rischi fiscali più alti" in caso di un eventuale shock alla crescita. Lo afferma il Fondo Monetario Internazionale nel suo ultimo Rapporto sulla stabilità finanziaria.
Secondo l'indagine, "il sistema finanziario globale attraversa ancora un periodo di significativa incertezza e resta il tallone d’Achille della ripresa economica". Al punto che, rispetto all’ultimo studio del Fmi pubblicato nell’aprile scorso, sono stati compiuti passi indietro sul fronte della stabilità finanziaria, aumentando “la vulnerabilità delle banche e dei conti pubblici”. Se la situazione finanziaria è migliorata “grazie alla decisa risposta dei governi”, sul mercato restano "sostanziali incertezze".
Tre gli interventi suggeriti dal Fmi ai governi per proteggere la ripresa: affrontare i problemi storici del settore bancario e se necessario ricapitalizzare, rafforzare gli elementi base dei bilanci pubblici, continuare la riforma del sistema di controllo alla luce delle indicazioni del comitato di Basilea sulla supervisione bancaria.
In Europa i problemi, secondo il Fondo, sono legati alle sfavorevoli dinamiche di crescita. In Usa riguardano il rischio scaricato dal settore privato a quello pubblico. In Giappone invece l’erosione del risparmio e della forza lavoro.
Le economie emergenti invece si sono rivelate resistenti alle tensioni dei paesi più sviluppati, continuando ad attrarre gli investitori: ma proprio l’eccessivo flusso di capitali resta un elemento che preoccupa l’Fmi.
Secondo l'indagine, "il sistema finanziario globale attraversa ancora un periodo di significativa incertezza e resta il tallone d’Achille della ripresa economica". Al punto che, rispetto all’ultimo studio del Fmi pubblicato nell’aprile scorso, sono stati compiuti passi indietro sul fronte della stabilità finanziaria, aumentando “la vulnerabilità delle banche e dei conti pubblici”. Se la situazione finanziaria è migliorata “grazie alla decisa risposta dei governi”, sul mercato restano "sostanziali incertezze".
Tre gli interventi suggeriti dal Fmi ai governi per proteggere la ripresa: affrontare i problemi storici del settore bancario e se necessario ricapitalizzare, rafforzare gli elementi base dei bilanci pubblici, continuare la riforma del sistema di controllo alla luce delle indicazioni del comitato di Basilea sulla supervisione bancaria.
In Europa i problemi, secondo il Fondo, sono legati alle sfavorevoli dinamiche di crescita. In Usa riguardano il rischio scaricato dal settore privato a quello pubblico. In Giappone invece l’erosione del risparmio e della forza lavoro.
Le economie emergenti invece si sono rivelate resistenti alle tensioni dei paesi più sviluppati, continuando ad attrarre gli investitori: ma proprio l’eccessivo flusso di capitali resta un elemento che preoccupa l’Fmi.