L'amministratore delegato ha rassegnato le dimissioni in serata dopo un Cda durato quattro ore. A votare a favore dell'ad soltanto il consigliere indipendente Lucrezia Reichlin
Guarda nella rassegna stampa i commenti alle dimissioni
In fondo all'articolo tutti i video sulle dimissioni di Alessandro Profumo
"Il Cda di Unicredit e Alessandro Profumo hanno, a seguito dell'orientamento maturato dal consiglio, concordato che, dopo 15 anni, è giunto il momento di un cambiamento al vertice del gruppo. Alessandro Profumo ha quindi rassegnato le dimissioni da amministratore delegato, che il Cda ha accettato, ringraziandolo per gli ottimi risultati raggiunti in questi anni". E' quanto si legge nella nota diffusa dalla banca al termine del convulso Cda di Unicredit che ha portato alle dimissioni dell'ad.
Il comunicato del Cda di Unicredit dà atto all'ex ad Alessandro Profumo che sotto la sua guida "il gruppo si è trasformato da banca purmante domestica in uno dei principali gruppi europei. La capitalizzazione di mercato è cresciuta in questo periodo da 1,5 mld di euro a circa 37 miliardi di euro. Anche durante la crisi finanziaria globale, Unicredit ha realizzato utili in ogni trimestre".
L'esito del Cda, non scontato ma atteso dal tam tam degli ultimi giorni, è arrivato dopo una giornata convulsa con le voci delle dimissioni che si sono rincorse fin dal mattino. Profumo ha voluto giocare le sue carte fino all'ultimo cercando la fiducia del consiglio. Ha trovato solo il voto favorevole del consigliere indipendente, Lucrezia Reichlin. E' stato un board lungo (4 ore e mezza) cui ha partecipato anche Farhat Omar Bengdara, vice presidente ma soprattutto Governatore della Central Bank of Lybia che ha una quota del 4,98% dell'istituto. Si è trattato, si fa notare, di un consiglio che ha avuto anche toni accesi ma che ha puntato su una soluzione ampiamente condivisa.
Il Cda ha offerto al manager la risoluzione consensuale del rapporto chiedendogli una risposta entro la mezzanotte, ma revocandogli le deleghe. La risposta non si è fatta attendere. "Ha firmato, ha rassegnato le dimissioni", ha detto la moglie Sabina Ratti lasciando, in tarda serata, lo studio legale Erede Bonelli Pappalardo. Solo all'una di notte, dopo che Profumo era rientrato in banca per ufficializzare il suo addio, è uscito il comunicato ufficiale dell'istituto. Nel frattempo alla spicciolata hanno lasciato la sede di Piazza Cordusio i vice del banchiere."E finita un'era, ma Unicredit va avanti", ha commentato Paolo Fiorentino.
La buonuscita, per Profumo, si aggirerebbe intorno ai 40 milioni di euro.
Ora per la banca che contende il primato in Italia alla 'rivale' Intesa Sanpaolo, si apre un periodo di 'interregno' con il presidente che dovrà gestire le deleghe lasciate vacanti da Profumo in attesa che sia individuato un nuovo capo azienda. E già si è scatenato il toto-nomine. Negli ultimi giorni sono circolati diversi profili: da Gianpiero Auletta Armenise (già alla guida di Ubi Banca) a Matteo Arpe, ex numero uno di Capitalia ora a Banca Profilo. A questi si sono poi aggiunti Enrico Tommasso Cucchiani, numero uno di Allianz Italia, e Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca. Ma sono ipotesi, le ultime due, giudicate fantasiose.
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"Il Cda di Unicredit e Alessandro Profumo hanno, a seguito dell'orientamento maturato dal consiglio, concordato che, dopo 15 anni, è giunto il momento di un cambiamento al vertice del gruppo. Alessandro Profumo ha quindi rassegnato le dimissioni da amministratore delegato, che il Cda ha accettato, ringraziandolo per gli ottimi risultati raggiunti in questi anni". E' quanto si legge nella nota diffusa dalla banca al termine del convulso Cda di Unicredit che ha portato alle dimissioni dell'ad.
Il comunicato del Cda di Unicredit dà atto all'ex ad Alessandro Profumo che sotto la sua guida "il gruppo si è trasformato da banca purmante domestica in uno dei principali gruppi europei. La capitalizzazione di mercato è cresciuta in questo periodo da 1,5 mld di euro a circa 37 miliardi di euro. Anche durante la crisi finanziaria globale, Unicredit ha realizzato utili in ogni trimestre".
L'esito del Cda, non scontato ma atteso dal tam tam degli ultimi giorni, è arrivato dopo una giornata convulsa con le voci delle dimissioni che si sono rincorse fin dal mattino. Profumo ha voluto giocare le sue carte fino all'ultimo cercando la fiducia del consiglio. Ha trovato solo il voto favorevole del consigliere indipendente, Lucrezia Reichlin. E' stato un board lungo (4 ore e mezza) cui ha partecipato anche Farhat Omar Bengdara, vice presidente ma soprattutto Governatore della Central Bank of Lybia che ha una quota del 4,98% dell'istituto. Si è trattato, si fa notare, di un consiglio che ha avuto anche toni accesi ma che ha puntato su una soluzione ampiamente condivisa.
Il Cda ha offerto al manager la risoluzione consensuale del rapporto chiedendogli una risposta entro la mezzanotte, ma revocandogli le deleghe. La risposta non si è fatta attendere. "Ha firmato, ha rassegnato le dimissioni", ha detto la moglie Sabina Ratti lasciando, in tarda serata, lo studio legale Erede Bonelli Pappalardo. Solo all'una di notte, dopo che Profumo era rientrato in banca per ufficializzare il suo addio, è uscito il comunicato ufficiale dell'istituto. Nel frattempo alla spicciolata hanno lasciato la sede di Piazza Cordusio i vice del banchiere."E finita un'era, ma Unicredit va avanti", ha commentato Paolo Fiorentino.
La buonuscita, per Profumo, si aggirerebbe intorno ai 40 milioni di euro.
Ora per la banca che contende il primato in Italia alla 'rivale' Intesa Sanpaolo, si apre un periodo di 'interregno' con il presidente che dovrà gestire le deleghe lasciate vacanti da Profumo in attesa che sia individuato un nuovo capo azienda. E già si è scatenato il toto-nomine. Negli ultimi giorni sono circolati diversi profili: da Gianpiero Auletta Armenise (già alla guida di Ubi Banca) a Matteo Arpe, ex numero uno di Capitalia ora a Banca Profilo. A questi si sono poi aggiunti Enrico Tommasso Cucchiani, numero uno di Allianz Italia, e Alberto Nagel, amministratore delegato di Mediobanca. Ma sono ipotesi, le ultime due, giudicate fantasiose.