Secondo le stime di contribuenti.it, il passivo delle famiglie italiane è cresciuto del 156,2% mentre il giro d'affari legati allo strozzinaggio è schizzato a un +117,6%. A rischio anche i piccoli imprenditori
"Effetto crisi" sempre più forte al Sud: nel corso di quest'anno, rispetto al 2009, il sovraindebitamento delle famiglie meridionali è cresciuto del 156,2% mentre l'usura è aumentata del 117,6%.
A lanciare l'allarme è Contribuenti.it, l'Associazione contribuenti italiani che con il suo "Sportello Antiusura" monitora costantemente il fenomeno.
"Nel mezzogiorno sono a rischio d'usura 681mila famiglie e 716mila piccoli imprenditori - stima Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it - Il debito medio delle famiglie meridionali ha raggiunto la cifra di 31.200 euro, mentre quello dei piccoli imprenditori ha raggiunto il tetto dei 49.300 euro".
Nella hit delle regioni più esposte all'usura figura la Campania, seguita da Puglia, Sicilia, Calabria, Basilicata e Molise: per Carlomagno, "la crisi economica, l'aggressione al patrimonio familiare da parte delle esattorie, il proliferare del pagamento delle tasse a rate, l'impossibilità di accesso al credito bancario, la crescita del gioco d'azzardo e delle scommesse sportive legalizzate ed il boom delle carte di credito revolving con tassi del 25% stanno trascinando migliaia di famiglie e piccole imprese meridionali nelle mani di spregiudicati usurai".
"I dati - conclude - confermano che il fenomeno sta aumentando ed è ancora difficile intravedere l'apice. In passato, ogni qual volta l'economia ha segnato brusche frenate, l'usura ha subito delle forti crescite. Ora c'è un ulteriore problema: oltre la poca propensione all'elargizione del credito associata a commissioni insopportabili applicate dalle banche e dalle esattorie, si sta registrando una aggressione al patrimonio familiare da parte del fisco, sia direttamente mediante la riscossione coattiva, che indirettamente attraverso l'uso spregiudicato delle scommesse sportive, costringendo numerose famiglie monoreddito a richiedere prestiti".
A lanciare l'allarme è Contribuenti.it, l'Associazione contribuenti italiani che con il suo "Sportello Antiusura" monitora costantemente il fenomeno.
"Nel mezzogiorno sono a rischio d'usura 681mila famiglie e 716mila piccoli imprenditori - stima Vittorio Carlomagno, presidente di Contribuenti.it - Il debito medio delle famiglie meridionali ha raggiunto la cifra di 31.200 euro, mentre quello dei piccoli imprenditori ha raggiunto il tetto dei 49.300 euro".
Nella hit delle regioni più esposte all'usura figura la Campania, seguita da Puglia, Sicilia, Calabria, Basilicata e Molise: per Carlomagno, "la crisi economica, l'aggressione al patrimonio familiare da parte delle esattorie, il proliferare del pagamento delle tasse a rate, l'impossibilità di accesso al credito bancario, la crescita del gioco d'azzardo e delle scommesse sportive legalizzate ed il boom delle carte di credito revolving con tassi del 25% stanno trascinando migliaia di famiglie e piccole imprese meridionali nelle mani di spregiudicati usurai".
"I dati - conclude - confermano che il fenomeno sta aumentando ed è ancora difficile intravedere l'apice. In passato, ogni qual volta l'economia ha segnato brusche frenate, l'usura ha subito delle forti crescite. Ora c'è un ulteriore problema: oltre la poca propensione all'elargizione del credito associata a commissioni insopportabili applicate dalle banche e dalle esattorie, si sta registrando una aggressione al patrimonio familiare da parte del fisco, sia direttamente mediante la riscossione coattiva, che indirettamente attraverso l'uso spregiudicato delle scommesse sportive, costringendo numerose famiglie monoreddito a richiedere prestiti".