Melfi, operai e politici in piazza contro i licenziamenti

Economia
Per protestare contro la decisione dell'azienda, i tre operai della Fiat di Melfi (Potenza) licenziati sono saliti sulla "Porta Venosina", le antiche porte di ingresso al paese
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Al corteo di solidarietà con i tre lavoratori, lasciati a casa dalla Fiat per aver bloccato l’approvvigionamento di materiale per la produzione durante uno sciopero, hanno partecipato anche il governatore Vendola e alcuni sindaci lucani

E' il giorno della protesta a Melfi contro il licenziamento di 3 operai dello stabilimento Fiat. Circa 1.000 manifestanti, il presidente della regione Puglia Nichi Vendola, il segretario generale della Fiom Maurizio Landini, i sindaci di una decina di comuni lucani, venerdì 16 luglio sono scesi in piazza per solidarietà con i 3 lavoratori della Fiat-Sata (di cui due sono delegati Fiom) licenziati perché, secondo l'azienda, avrebbero interrotto la produzione durante una manifestazione sindacale interna. La protesta è stata organizzata dalla Fiom-Cgil che ha anche indetto 8 ore di sciopero per tutti gli stabilimenti Fiat.

Il corteo si è snodato lungo le strade del centro storico di Melfi fino a raggiungere Porta Venosina, dove da circa 48 ore erano barricati i tre operai per protestare contro il loro licenziamento. I tre sono poi scesi dalle mura medievali, dopo che uno di loro ha accusato un calo di pressione e si è accasciato al suolo. Il segretario generale della Fiom Cgil Maurizio Landini si è detto "soddisfatto" della risposta dei lavoratori alla mobilitazione. "Lo sciopero è riuscito", ha detto Landini al termine della manifestazione.

Intanto alla Fiat di Mirafiori gli operai hanno incrociato le braccia per chiedere il pagamento del premio di risultato che avrebbero dovuto ricevere a luglio. L'astensione dal lavoro di due ore, indetta dalla Fiom, ha registrato un'adesione media, alle Meccaniche e alle Carrozzerie, secondo il sindacato, del 70%. Per l'azienda invece l'adesione dei lavoratori delle Carrozzerie di Mirafiori è stata del 18% e alla Powertrain di Mirafiori del 26%.

Secondo la Fiom, a Brescia, l'80% dei lavoratori del locale stabilimento Iveco (veicoli industriali) ha aderito allo sciopero, nel primo turno di lavoro. Circa 250 lavoratori dell'Iveco, a Pregnana Milanese (Milano), hanno dato vita a una manifestazione nell'abitato di Rho. Molto buono, secondo il sindacato, l'esito anche nello stabilimento di Piedimonte San Germano, nei pressi di Cassino e ottimo il risultato alla Sevel di Atessa (Chieti) che, con 5.000 e passa addetti, è uno dei più grandi del Sud con adesioni sopra l'80%.

La scelta della Fiom di scioperare ha fatto riesplodere la tensione tra i sindacati. "Abbiamo rispetto per le posizioni di tutti i lavoratori - ha detto il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni - ma lo sciopero di venerdì 16 luglio della Fiom nel gruppo Fiat è stato l'ennesimo flop. Persino a Melfi, che in questi giorni è il punto più caldo della protesta Fiom, l'80 per cento dei lavoratori oggi ha lavorato. Se Marchionne vuole raddoppiare la produzione auto in Italia deve fidarsi dei sindacati responsabili e puntare tutto sulla partecipazione".

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