Keller di Carini, un'altra azienda siciliana in crisi

Economia
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Cassa integrazione per 204 operai della ditta costruttrice di carrozze ferroviarie. E l'azienda diserta l'incontro con la Regione per parlare del futuro. Dopo Termini Imerese con la Fiat e il caso Italtel, la provincia di Palermo continua a vedere nero

Industria in fuga in Sicilia. Scade il 26 ottobre la cassa integrazione per i 204 lavoratori della Keller di Carini, società di materiale rotabile, ma i vertici della società, che hanno già annunciato di volere smobilitare, disertano l'audizione in Commissione Attività produttive dell'Assemblea regionale siciliana. "Una manifestazione di totale disinteresse verso il futuro degli oltre 200 lavoratori", sottolinea il presidente dell'organismo Salvino Caputo al termine della audizione alla quale hanno
preso parte l'assessore regionale alle Attività produttive Marco Venturi, il sindaco di Carini Giuseppe Agrusa, il vicepresidente della Commissione Pino Apprendi, i rappresentanti sindacali e una folta delegazione dei lavoratori.

Dopo Termini Imerese con la Fiat, la provincia di Palermo continua a vedere nero anche per la crisi Italtel, che coinvoge oltre 100 dipendenti, e il caso Keller con 204 lavoratori; mentre il pericolo di nuovi licenziamenti interessa le aziende di Breda Ansaldo e Selital.

"Abbiamo deciso di convocare con urgenza - ha continuato Caputo - una riunione congiunta con la
Commissione Lavoro alla presenza degli assessori Lino Lenza e Luigi Gentile per attivare tutte le iniziative per garantire il futuro dei lavoratori della Keller stante il totale e gravissimo disinteresse manifestato dall'azienda. Chiederemo all'Aula di avviare un dibattito sulla fuga delle aziende industriali siciliane per frenare questa emorragia che sta solo creando un esercito di cassaintegrati e di disoccupati".

"Il disastro della Keller - attacca Apprendi - è il risultato evidente di una cattiva gestione, da parte dei governi passati, dei fondi pubblici, utilizzati per finanziare imprenditori
senza scrupoli che non avevano alcuna intenzione di fare crescere l'impresa di materiale rotabile nell'Isola".
Imprenditori che hanno utilizzato il denaro "per finanziare operazioni di speculazione immobiliare con l'obiettivo di accrescere il proprio patrimonio, senza curarsi dell'impresa che dovevano invece gestire e senza cercare altri mercati dove allocare il materiale prodotto. Purtroppo - conclude Apprendi - oggi manca anche un'interlocuzione con l'azienda che, oltre ad essere scomparsa dal mercato, non sembra interessata a risolvere la vertenza".

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