Secondo Susanna Camusso (Cgil) “"la partecipazione al voto era prevedibile, come la prevalenza dei si. I sì per il lavoro e i no per non cancellare i diritti". Slai Cobas: "Una grande lezione di democrazia"
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In merito all'esito del referendum tra i lavoratori della Fiat di Pomigliano (netta vttoria del si, ma fornte del no che arriva al 36%) secondo la vicesegretaria generale della Cgil Susanna Camusso, (nei giorni scorsi, il segretario del sindacato Epifani si era detto scettico sull'accordo separato siglato dalle altre confederazioni) "i sì per il lavoro e i no per non cancellare i diritti". "La partecipazione al voto - ha aggiunto la sindacalista – era prevedibile, come la prevalenza dei si: i lavoratori di Pomigliano si sono ritrovati improvvisamente arbitri di una contesa che preme su di loro e sulle loro aspettative personali perché in quel territorio, caratterizzato da un'alta disoccupazione, uno stabilimento come quello della Fiat svolge un ruolo essenziale e non sostituibile".
Secondo Camusso, "anche un voto cosi particolare, nella sua articolazione tra si e no, dice che ci vuole una soluzione condivisa, come la Cgil ha sempre sostenuto. Tanto più che intese che cancellano diritti sono inefficaci in quanto illegittime. Per questo chiediamo a Fiat di confermare e avviare, l'investimento e la produzione della nuova Panda a Pomigliano, di riaprire la trattativa per un'intesa condivisa da tutti".
"Al governo - conclude Camusso -che è stato ininfluente sulle scelte industriali, che ha voluto giocare una sua partita di divisione del sindacato, il voto dice che un "paese moderno" difende i diritti dei lavoratori".
"Gli operai, da soli contro tutti, hanno dato una grande lezione di democrazia votando anche 'no' al referendum a Pomigliano". E' questo il commento di Vittorio Granillo, del coordinamento nazionale dello Slai Cobas, dopo il risultato della consultazione sull'accordo siglato lo scorso 15 giugno da tutte le sigle sindacali tranne la Fiom.
"Lo Slai era l'unico fronte del 'no' - ha spiegato Granillo - e con la nostra presenza in fabbrica durante le operazioni di voto, abbiamo salvato, evitando eventuali brogli, gli articoli 40 e 41 della Costituzione, ed i diritti sociali dei lavoratori che, da parte loro, hanno dato una grande lezione di democrazia, non piegandosi ai ricatti. Ci troviamo di fronte ad un nuovo movimento operaio". "Con l'alta percentuale di 'no' - ha concluso - abbiamo sconfitto l'asse Berlusconi-Bersani-Fiat, aiutati da Cgil, Cisl e Uil, che avrebbero voluto piegare gli operai alle loro volontà. Nessuno, ora, può far finta che non sia successo nulla".
Tutti i video sulla vicenda di Pomigliano
In merito all'esito del referendum tra i lavoratori della Fiat di Pomigliano (netta vttoria del si, ma fornte del no che arriva al 36%) secondo la vicesegretaria generale della Cgil Susanna Camusso, (nei giorni scorsi, il segretario del sindacato Epifani si era detto scettico sull'accordo separato siglato dalle altre confederazioni) "i sì per il lavoro e i no per non cancellare i diritti". "La partecipazione al voto - ha aggiunto la sindacalista – era prevedibile, come la prevalenza dei si: i lavoratori di Pomigliano si sono ritrovati improvvisamente arbitri di una contesa che preme su di loro e sulle loro aspettative personali perché in quel territorio, caratterizzato da un'alta disoccupazione, uno stabilimento come quello della Fiat svolge un ruolo essenziale e non sostituibile".
Secondo Camusso, "anche un voto cosi particolare, nella sua articolazione tra si e no, dice che ci vuole una soluzione condivisa, come la Cgil ha sempre sostenuto. Tanto più che intese che cancellano diritti sono inefficaci in quanto illegittime. Per questo chiediamo a Fiat di confermare e avviare, l'investimento e la produzione della nuova Panda a Pomigliano, di riaprire la trattativa per un'intesa condivisa da tutti".
"Al governo - conclude Camusso -che è stato ininfluente sulle scelte industriali, che ha voluto giocare una sua partita di divisione del sindacato, il voto dice che un "paese moderno" difende i diritti dei lavoratori".
"Gli operai, da soli contro tutti, hanno dato una grande lezione di democrazia votando anche 'no' al referendum a Pomigliano". E' questo il commento di Vittorio Granillo, del coordinamento nazionale dello Slai Cobas, dopo il risultato della consultazione sull'accordo siglato lo scorso 15 giugno da tutte le sigle sindacali tranne la Fiom.
"Lo Slai era l'unico fronte del 'no' - ha spiegato Granillo - e con la nostra presenza in fabbrica durante le operazioni di voto, abbiamo salvato, evitando eventuali brogli, gli articoli 40 e 41 della Costituzione, ed i diritti sociali dei lavoratori che, da parte loro, hanno dato una grande lezione di democrazia, non piegandosi ai ricatti. Ci troviamo di fronte ad un nuovo movimento operaio". "Con l'alta percentuale di 'no' - ha concluso - abbiamo sconfitto l'asse Berlusconi-Bersani-Fiat, aiutati da Cgil, Cisl e Uil, che avrebbero voluto piegare gli operai alle loro volontà. Nessuno, ora, può far finta che non sia successo nulla".
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