Tremonti: “1,8 miliardi dalla lotta all’evasione fiscale"

Economia
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Il ministro dell’Economia all' Ecofin: “Abbiamo messo su un apparato per la lotta agli evasori che porterà risultati superiori alle attese". E sul federalismo fiscale: “E’ un modo fondamentale per mettere a posto la spesa italiana”

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La lotta all'evasione fiscale porterà "risultati eccezionali" già nel 2010, e a maggiori entrate per 1,8 miliardi fra entrate fiscali e contributi (1,3 miliardi) e per 0,5 miliardi per entrate diverse come canoni nel 2011. E’ la certezza del ministro dell'Economia Giulio Tremonti che al termine dell'Ecofin ha illustrato la politica economica italiana. "L'apparato che abbiamo messo in campo nella lotta all'evasione - ha osservato Tremonti - è in grado di darci risultati superiori alle attese". In ogni caso, ha precisato il ministro, i risparmi dalla lotta all'evasione fiscale "vengono stimati ma non usati per coprire altre spese": la manovra è infatti "in gran parte composta di tagli alle spese". A regime, e quindi nel 2013, le maggiori entrate dovute alla lotta all'evasione sono comunque previste in 6,6 miliardi.

Il ministro nella conferenza stampa al termine dell'Ecofin torna anche sul federalismo fiscale e dice che il governo italiano sta lavorando con intensità al progetto. Aggiungendo che "il federalismo fiscale è un modo strutturale e fondamentale per mettere a posto la spesa, per rendere i governi locali responsabili delle spese".

"Quanto noi comunicheremo sul federalismo al Parlamento indicherà quanto è complesso questo paese", ha aggiunto, notando, ad esempio, che pochi sanno che il ministero degli Interni fa trasferimenti per 15-16 miliardi di euro a un vasto insieme di comuni medio-grandi.

"Dobbiamo capire e ricostruire tutto. L'ordine sarà fatto con il federalismo fiscale", ha aggiunto Tremonti parlando di trasferimenti e spese dello Stato.

Infine Tremonti riferendosi alla discussione di ieri sera tra membri della task force guidata da Herman Van Rompuy ha spiegato che nell'ambito della discussione sulla riforma del Patto di stabilità europeo, si fa strada l'intenzione di considerare, insieme al debito lordo, anche altre grandezze tra le quali il risparmio privato, che possano fornire un quadro più completo dello stato delle finanze pubbliche di un paese.

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