La presidente Marcegaglia dice sì ai sacrifici chiesti dal governo. "Servono tagli agli stipendi pubblici, aumenti dell'età di pensionamento, tagli alla sanità". Berlusconi: "Vieni al ministero". La platea dice no. GUARDA TUTTI I VIDEO
La manovra economica del governo.
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Guarda in fondo all'articolo gli interventi di Emma Marcegaglia e Silvio Berlusconi
Un sì convinto alla manovra, ma un appello al governo perché non si fermi a un risanamento obbligato, ma prosegua sulla strada del rilancio del Paese, mantenendosi unito e senza cadere nella trappola nei conflitti interni. E un altro appello a tutti i sindacati per "una grande Assise delle imprese e del lavoro" da convocare entro l'estate. Sono le linee principali della relazione che la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha presentato stamane all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Sciogliendo la riserva espressa nelle ultime ore, Marcegaglia ha espresso "pieno sostegno alla linea di rigore del ministro dell'Economia e approvata martedì dall'Esecutivo", dal momento che "la manovra varata dal governo contiene misure che Confindustria chiede da tempo". Pur apprezzando, Confindustria chiede però al governo di fare un importante passo in avanti, dal momento che "mancano, però, interventi strutturali per incidere sui meccanismi di formazione della spesa pubblica". "Servono riforme per rilanciare lo sviluppo", ha ripetuto la Marcegaglia.
L'obiettivo primario del risanamento infatti è monco senza un serio progetto di crescita: "Vive in noi una grande ambizione - sottolinea la presidente di Confindustria - tornare a crescere in modo sostenuto". Per portare avanti "l'idea di Paese che ci accumuna: un'Italia capace di stare a testa alta nel mondo".
"L'ultimo anno e mezzo è stato durissimo. A marzo 2009 avevamo perso 26 punti di produzione industriale rispetto ai massimi pre-crisi. A marzo 2010 eravamo ancora sotto di oltre 20 punti". Una condizione che, confessa Marcegaglia, si è riflettuta sul proprio mandato di presidente di Confindustria: "Il mio mandato giunge oggi esattamente alla metà del suo tempo. Sono stati anni difficili, anzi difficilissimi. Per me è stata una responsabilità molto pesante". Tuttavia Marcegaglia taglia corto sulle polemiche interne di questi giorni, lanciando un caloroso grazie ai colleghi industriali: "Grazie al calore, alla passione, alla forza che tutti voi mi avete trasmesso. Non ho parole adeguate per esprimere ciò che mi avete dato".
"Bisogna spezzare la spirale fatta di scarsità di investimenti. Fuga di giovani. Imprese che faticano a crescere e la cui dimensione media tende a diminuire. Un ambiente sfavorevole alle iniziative imprenditoriali". Il governo, ribadisce Marcegaglia, ha fatto le scelte giuste, dall'inizio della crisi a oggi: "In condizioni molto difficili, il governo ha saputo frenare il disavanzo pubblico, e avviarne la riduzione, ora. Gli interventi delola Finanziaria 2011-2012 si muovono correttamente per rallentare la spesa e arginare l'evasione".
Tuttavia, rileva la presidente di Confindustria, "questa maggiore disciplina non è stata il frutto di una scelta politica maturata con lungimiranza e senso di responsabilità. Ma è stata imposta dall'andamento dei mercati". E inoltre "mettere i conti pubblici in ordine non basta e non è neppure duraturo senza profonde riforme strutturali". Confindustria ha consegnato a tutti i presenti un accurato studio sulle riforme necessarie: si chiama "Italia 2015. Le imprese per la modernizzazione del Paese". Gli interventi principali a giudizio di Confindustria sono però stati anticipati da Marcegaglia nella relazione: riguardano le infrastrutture (si chiede di "elevare stabilmente al 2,5% del Pil gli investimenti in opere pubbliche"), l'energia, la ricerca (l'Italia deve recuperare il ritardo), il capitale umano (si chiede di promuovere la meritocrazia), il fisco (si chiede di ridurre le tasse su imprese e lavoratori e di combattere seriamente l'evasione fiscale), la giustizia (si chiede un intervento serio sui tempi inaccettabili dei processi). "Sono alcune delle proposte essenziali per raccogliere e vincere la sfida che abbiamo lanciato a Parma: tornare a crescere stabilmente ad almeno il 2%", spiega Marcegaglia.
Riforme ineludibili perché "la bassa crescita italiana si traduce in bassi salari, penalizza il potere di acquisto delle famiglie, aggrava il problema del debito pubblico. Alla lunga, mina la democrazia e incattivisce la società". "La lenta crescita - prosegue Marcegaglia - nasce dal cattivo andamento della produttività. Nell'industria manifatturiera, tra l'avvio dell'euro e il 2007, il costo del lavoro per unità di prodotto è cresciuto in Italia del 19%, mentre si è ridotto del 7,5% in Francia e del 9,8% in Germania. Abbiamo ceduto ai tedeschi ben 32 punti di competitività. Non ci si deve poi stupire se l'Italia cresce poco".
Berlusconi a Marcegaglia: "Vieni a fare il ministro dello Sviluppo"- E’ poi la volta di Silvio Berlusconi che propone alla presidente di Confindustria di diventare il nuovo ministro dello Sviluppo. La proposta (qui il video) dal palco dell'assemblea, appena Marcegaglia finisce la sua relazione. Berlusconi si rivolge alla platea degli industriali, e con un colpo di scena non inusuale lancia la proposta: "'Ho bisogno di essere aiutato. Quando ti ho proposto di venire ad assumere la responsabilità del ministero dello Sviluppo tu mi hai risposto: "Come la prendono in Confindustria?" Ora ti ripropongo l'offerta, e agli industriali presenti chiedo: "Voi come la prendereste?". E propone una votazione per alzata di mano, ma non si alza alcuna mano in sala. "Dite di no? E allora poi non prendetevela con il governo...", conclude il premier, senza perdere il suo buon umore.
Berlusconi dice di apprezzare il contenuto della relazione, "tranne alcuni punti": "Non abbiamo fatto alcuna marcia indietro sulle liberalizzazioni, anzi continuiamo in questa direzione", protesta. E dà ampie assicurazioni sulla 'tenuta' del governo: "Avanti tutta, ce la faremo anche questa volta".
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Un sì convinto alla manovra, ma un appello al governo perché non si fermi a un risanamento obbligato, ma prosegua sulla strada del rilancio del Paese, mantenendosi unito e senza cadere nella trappola nei conflitti interni. E un altro appello a tutti i sindacati per "una grande Assise delle imprese e del lavoro" da convocare entro l'estate. Sono le linee principali della relazione che la presidente di Confindustria Emma Marcegaglia ha presentato stamane all'Auditorium Parco della Musica di Roma. Sciogliendo la riserva espressa nelle ultime ore, Marcegaglia ha espresso "pieno sostegno alla linea di rigore del ministro dell'Economia e approvata martedì dall'Esecutivo", dal momento che "la manovra varata dal governo contiene misure che Confindustria chiede da tempo". Pur apprezzando, Confindustria chiede però al governo di fare un importante passo in avanti, dal momento che "mancano, però, interventi strutturali per incidere sui meccanismi di formazione della spesa pubblica". "Servono riforme per rilanciare lo sviluppo", ha ripetuto la Marcegaglia.
L'obiettivo primario del risanamento infatti è monco senza un serio progetto di crescita: "Vive in noi una grande ambizione - sottolinea la presidente di Confindustria - tornare a crescere in modo sostenuto". Per portare avanti "l'idea di Paese che ci accumuna: un'Italia capace di stare a testa alta nel mondo".
"L'ultimo anno e mezzo è stato durissimo. A marzo 2009 avevamo perso 26 punti di produzione industriale rispetto ai massimi pre-crisi. A marzo 2010 eravamo ancora sotto di oltre 20 punti". Una condizione che, confessa Marcegaglia, si è riflettuta sul proprio mandato di presidente di Confindustria: "Il mio mandato giunge oggi esattamente alla metà del suo tempo. Sono stati anni difficili, anzi difficilissimi. Per me è stata una responsabilità molto pesante". Tuttavia Marcegaglia taglia corto sulle polemiche interne di questi giorni, lanciando un caloroso grazie ai colleghi industriali: "Grazie al calore, alla passione, alla forza che tutti voi mi avete trasmesso. Non ho parole adeguate per esprimere ciò che mi avete dato".
"Bisogna spezzare la spirale fatta di scarsità di investimenti. Fuga di giovani. Imprese che faticano a crescere e la cui dimensione media tende a diminuire. Un ambiente sfavorevole alle iniziative imprenditoriali". Il governo, ribadisce Marcegaglia, ha fatto le scelte giuste, dall'inizio della crisi a oggi: "In condizioni molto difficili, il governo ha saputo frenare il disavanzo pubblico, e avviarne la riduzione, ora. Gli interventi delola Finanziaria 2011-2012 si muovono correttamente per rallentare la spesa e arginare l'evasione".
Tuttavia, rileva la presidente di Confindustria, "questa maggiore disciplina non è stata il frutto di una scelta politica maturata con lungimiranza e senso di responsabilità. Ma è stata imposta dall'andamento dei mercati". E inoltre "mettere i conti pubblici in ordine non basta e non è neppure duraturo senza profonde riforme strutturali". Confindustria ha consegnato a tutti i presenti un accurato studio sulle riforme necessarie: si chiama "Italia 2015. Le imprese per la modernizzazione del Paese". Gli interventi principali a giudizio di Confindustria sono però stati anticipati da Marcegaglia nella relazione: riguardano le infrastrutture (si chiede di "elevare stabilmente al 2,5% del Pil gli investimenti in opere pubbliche"), l'energia, la ricerca (l'Italia deve recuperare il ritardo), il capitale umano (si chiede di promuovere la meritocrazia), il fisco (si chiede di ridurre le tasse su imprese e lavoratori e di combattere seriamente l'evasione fiscale), la giustizia (si chiede un intervento serio sui tempi inaccettabili dei processi). "Sono alcune delle proposte essenziali per raccogliere e vincere la sfida che abbiamo lanciato a Parma: tornare a crescere stabilmente ad almeno il 2%", spiega Marcegaglia.
Riforme ineludibili perché "la bassa crescita italiana si traduce in bassi salari, penalizza il potere di acquisto delle famiglie, aggrava il problema del debito pubblico. Alla lunga, mina la democrazia e incattivisce la società". "La lenta crescita - prosegue Marcegaglia - nasce dal cattivo andamento della produttività. Nell'industria manifatturiera, tra l'avvio dell'euro e il 2007, il costo del lavoro per unità di prodotto è cresciuto in Italia del 19%, mentre si è ridotto del 7,5% in Francia e del 9,8% in Germania. Abbiamo ceduto ai tedeschi ben 32 punti di competitività. Non ci si deve poi stupire se l'Italia cresce poco".
Berlusconi a Marcegaglia: "Vieni a fare il ministro dello Sviluppo"- E’ poi la volta di Silvio Berlusconi che propone alla presidente di Confindustria di diventare il nuovo ministro dello Sviluppo. La proposta (qui il video) dal palco dell'assemblea, appena Marcegaglia finisce la sua relazione. Berlusconi si rivolge alla platea degli industriali, e con un colpo di scena non inusuale lancia la proposta: "'Ho bisogno di essere aiutato. Quando ti ho proposto di venire ad assumere la responsabilità del ministero dello Sviluppo tu mi hai risposto: "Come la prendono in Confindustria?" Ora ti ripropongo l'offerta, e agli industriali presenti chiedo: "Voi come la prendereste?". E propone una votazione per alzata di mano, ma non si alza alcuna mano in sala. "Dite di no? E allora poi non prendetevela con il governo...", conclude il premier, senza perdere il suo buon umore.
Berlusconi dice di apprezzare il contenuto della relazione, "tranne alcuni punti": "Non abbiamo fatto alcuna marcia indietro sulle liberalizzazioni, anzi continuiamo in questa direzione", protesta. E dà ampie assicurazioni sulla 'tenuta' del governo: "Avanti tutta, ce la faremo anche questa volta".