Manovra, Epifani: iniqua e contro i lavoratori

Economia
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Regioni e sindacati bocciano la finanziaria. L'appello di Tremonti alle parti sociali: "Non è una finanziaria qualsiasi, gestiamola tutti insieme". Previsti tagli per sette miliardi agli enti locali

E’ in arrivo la manovra economica del governo.
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E' il giorno della manovra: alle 18,30 il Consiglio dei Ministri la esaminerà dopo una giornata convulsa di incontri e dopo aver incassato il via libera della Consulta economica del Pdl.
Il ministro dell'Economia Giulio Tremonti l'ha illustrata alle autonomie locali, spiegando che il forte contrasto all'evasione fiscale sarà uno dei perni del provvedimento e che bisognerà che "il gettito
effettivo sia verificato nei prossimi anni".
L'entità è confermata: prevista una correzione di 12 miliardi per il primo anno e ulteriori dodici per il secondo, quindi per complessivi 24 mld. Il titolare dell'Economia ha quindi spiegato che la manovra "non è una Finanziaria come le altre", ma rappresenta "una discontinuità intesta di sistema che tutti dobbiamo comprendere" il cui obiettivo fondamentale è quello di ridurre il debito pubblico. E ha quindi sottolineato che "ciascuno deve fare la sua parte".

Dalle parti sociali, arrivano richieste di chiarimento: "E' una manovra di iniquità sociale" perché il "grosso dei sacrifici si chiede ai lavoratori". Lo afferma il segretario della Cgil, Guglielmo Epifani, al termine  dell'incontro con il governo per la presentazione della manovra. "Per me resta il giudizio di fondo: il grosso dei sacrifici si chiede sempre ai lavoratori, pubblici e privati", dice il segretario. E  insieme a questo, aggiunge, "non c'è in realtà nessuna manovra di  sostegno per l'occupazione e gli investimenti se non piccole misure".
Servono misure vere e forti per rendere credibile la manovra, ha detto il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, nell'incontro con il governo sulla manovra.

La manovra non piace alle Regioni: "Considero la manovra insostenibile per le ricadute soprattutto sul fronte dei servizi e rispetto ai cittadini", ha spiegato il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, dopo l'incontro con il governo sulla manovra economica. I tagli annunciati per le regioni sembrano prendere la consistenza di 5 miliardi più cinque nel biennio 2011-2012, ma per Errani "c'è bisogno di chiarezza" e occorre che la "responsabilità sia equilibrata" fra i diversi livelli istituzionali.

Anche le opposizioni sono sul piede di guerra: per il governatore della Puglia Nichi Vendola, Siamo di fronte alla "più grande opera di macelleria sociale della storia italiana". "Hanno giocato a nascondere la crisi, con la retorica del non metteremo le mani nelle tasche degli italiani", ma ora gli mettono le dita negli occhi" con "misure di ingiustizia sociale", che mostrano "un paese in cui con questa manovra la ferocia si fa Stato. Non è possibile scaricare 24 miliardi di euro per intero sul lavoro dipendente, sui pensionati e sulla poverta'". E dalla Cina, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani osserva: ""La favola è finita - ha affermato - ci hanno raccontato che i conti erano in equilibrio, che era tutto a posto, invece non e' vero niente. E la Grecia non c'entra nulla: è un problema nostro. E non vedo riforme, non vedo niente".

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