Oggi pomeriggio, sul tavolo del Consiglio dei ministri, la manovra correttiva da 24 miliardi di euro. Secondo le ultime indiscrezioni le Regioni dovrebbero pagare un terzo dei costi della manovra. Il sottosegretario Letta: ci saranno sacrifici duri
E’ in arrivo la manovra economica del governo. Tu quali spese taglieresti?
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La manovra correttiva, da almeno 24 miliardi di euro nel prossimo biennio, arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri. E nessuno, compreso Gianni Letta, nasconde che si tratti di un intervento "duro, con sacrifici pesanti". Seppure, è la speranza, temporanei. Che d'altro canto sia una strada obbligata è anche quanto sottolinea lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dall'America: "In tutta Europa occorre ridurre il debito pubblico", dice, e per farlo "occorrono sacrifici distribuiti con equità tra i cittadini". Certo, aggiunge, sarebbe importante che la maggioranza prendesse decisioni "responsabilmente" e le opposizioni le "condividesse".
E 'equa e impegnativa' sono anche le parole d'ordine con cui lo stato maggiore del Pdl la descrive dopo aver ascoltato nella serata di lunedì, per più di due ore, Giulio Tremonti davanti alla Consulta economica del partito.
Da via dell'Umiltà, nonostante i malumori dei giorni scorsi per i tagli che si profilano all'orizzonte, arriva dunque un sostanziale via libera all'operazione messa a punto dal Tesoro ma non senza la richiesta di rivedere alcuni capitoli: la sforbiciata agli stipendi dei manager pubblici, il taglio dei rimborsi ai ripartiti, le risorse per Roma capitale e le misure per rafforzare la tracciabilità dei pagamenti sono i quattro temi sui quali la discussione è ancora aperta e che dovranno trovare una sintesi domani in Consiglio dei ministri.
Eppure la manovra di Tremonti non convince l'opposizione. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani la definisce "un pasticcio" che "non ha nulla di strutturale e che, quindi, non ci metterà al sicuro in termini di finanza pubblica". Peggio delle "peggiori previsioni", commenta il deputato del Pd Francesco Boccia. "Eravamo coscienti - conclude l'ex ministro del Welfare Cesare Damiano - che si sarebbe trattato di una manovra dura ma qui siamo di fronte ad un vero e proprio macello".
Le regioni pagheranno un terzo dei costi - La manovra per il contenimento delle risorse economiche impatterà in maniera pesante sulle Regioni, che dovranno accollarsi ben un terzo dei costi tra tagli e patto di stabilità: questo il quadro emerso, secondo indiscrezioni, dall'incontro di lunedì sera al Ministero per i rapporti con le regioni tra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, il suo collega delle Regioni, Raffaele Fitto, e l'ufficio di presidenza della Conferenza delle Regioni.
Secondo quanto si è appreso, le Regioni avrebbero manifestato forti preoccupazioni per i tagli alla Sanità, pur condividendo - hanno sottolineato - la necessità del rigore e la lotta all'evasione. Da parte sua il ministro dell'Economia ha ricordato che i dettagli del patto di stabilità, tema assai caro alle regioni italiane, come a tutto il complesso degli enti locali, saranno definiti nel corso delle prossime ore.
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La manovra correttiva, da almeno 24 miliardi di euro nel prossimo biennio, arriva sul tavolo del Consiglio dei ministri. E nessuno, compreso Gianni Letta, nasconde che si tratti di un intervento "duro, con sacrifici pesanti". Seppure, è la speranza, temporanei. Che d'altro canto sia una strada obbligata è anche quanto sottolinea lo stesso presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dall'America: "In tutta Europa occorre ridurre il debito pubblico", dice, e per farlo "occorrono sacrifici distribuiti con equità tra i cittadini". Certo, aggiunge, sarebbe importante che la maggioranza prendesse decisioni "responsabilmente" e le opposizioni le "condividesse".
E 'equa e impegnativa' sono anche le parole d'ordine con cui lo stato maggiore del Pdl la descrive dopo aver ascoltato nella serata di lunedì, per più di due ore, Giulio Tremonti davanti alla Consulta economica del partito.
Da via dell'Umiltà, nonostante i malumori dei giorni scorsi per i tagli che si profilano all'orizzonte, arriva dunque un sostanziale via libera all'operazione messa a punto dal Tesoro ma non senza la richiesta di rivedere alcuni capitoli: la sforbiciata agli stipendi dei manager pubblici, il taglio dei rimborsi ai ripartiti, le risorse per Roma capitale e le misure per rafforzare la tracciabilità dei pagamenti sono i quattro temi sui quali la discussione è ancora aperta e che dovranno trovare una sintesi domani in Consiglio dei ministri.
Eppure la manovra di Tremonti non convince l'opposizione. Il segretario del Pd Pier Luigi Bersani la definisce "un pasticcio" che "non ha nulla di strutturale e che, quindi, non ci metterà al sicuro in termini di finanza pubblica". Peggio delle "peggiori previsioni", commenta il deputato del Pd Francesco Boccia. "Eravamo coscienti - conclude l'ex ministro del Welfare Cesare Damiano - che si sarebbe trattato di una manovra dura ma qui siamo di fronte ad un vero e proprio macello".
Le regioni pagheranno un terzo dei costi - La manovra per il contenimento delle risorse economiche impatterà in maniera pesante sulle Regioni, che dovranno accollarsi ben un terzo dei costi tra tagli e patto di stabilità: questo il quadro emerso, secondo indiscrezioni, dall'incontro di lunedì sera al Ministero per i rapporti con le regioni tra il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, il suo collega delle Regioni, Raffaele Fitto, e l'ufficio di presidenza della Conferenza delle Regioni.
Secondo quanto si è appreso, le Regioni avrebbero manifestato forti preoccupazioni per i tagli alla Sanità, pur condividendo - hanno sottolineato - la necessità del rigore e la lotta all'evasione. Da parte sua il ministro dell'Economia ha ricordato che i dettagli del patto di stabilità, tema assai caro alle regioni italiane, come a tutto il complesso degli enti locali, saranno definiti nel corso delle prossime ore.