Standard&Poor's taglia anche il rating della Spagna dopo quello del Portogallo. Il presidente Usa e la cancelliera parlano di Atene al telefono, trovandosi d'accordo sulla necessità di assicurare ad Atene un "aiuto tempestivo”. Borse in rialzo
Segnali positivi dalle Borse sulla crisi della Grecia. A trascinare le Piazze del Vecchio Continente, dopo un avvio cauto legato al declassamento della Spagna è la speranza di un accordo definitivo sul pacchetto di aiuti a favore della Grecia messo a punto da Ue e Fmi e sul quale è arrivato mercoledì il sì di Berlino.
Cresce la preoccupazione per la stabilità della zona euro, con Standard&Poor's che taglia anche il rating della Spagna (da AA+ ad AA) dopo quello del Portogallo. Intanto della crisi greca parlano a telefono in tarda serata il presidente degli Statin Uniti, Barack Obama e il Cancelliere Angela Merkel.
I due leader si trovano d'accordo nel chiedere alla Grecia "azioni decise" e l'intervento "in tempi tempestivi" del Fondo Monetario Internazionale e dell'Unione Euopea.
Un nuovo segnale di uno sforzo comune, anche al di la' dell'oceano, mentre, grazie al pressing esercitato sulla Germania, sembra avvicinarsi l'ora dell'attivazione del piano salva-Grecia che, con l'aggravarsi della situazione, pare destinato a raggiungere i 100-120 miliardi di euro in tre anni. Una partita che in queste ore non si e' giocata solo tra Atene, Bruxelles e Berlino ma ha coinvolto anche Washington. Se da Atene, infatti, il premier Giorgio Papandreou ha lanciato ad Ue ed Fmi l'ultimo Sos, mettendo in guardia dai rischi di contagio per l'intera economia europea e mondiale (ma per Bruxelles "non c'e' paragone tra la situazione della Grecia e quella di altri Paesi della zona euro"), da Berlino la cancelliera Angela Merkel, dopo il tira e molla dei giorni scorsi, ha compiuto un'importante apertura: "Non possiamo permettere che la Grecia diventi una nuova Lehman Brothers". La Germania - aggiunge - "non vuole sottrarsi alle proprie responsabilita' e chiede di accelerare' i negoziati col governo greco".
Intanto il suo esecutivo, come annunciato dal ministro delle finanze, Wolfgang Schauble, lunedi' presentera' in Parlamento il provvedimento per l'erogazione di prestiti bilaterali per 8,4 miliardi nel 2010. Dichiarazioni importanti quelle di Schauble e della Merkel pronunciate prima (quelle del ministro) e dopo (quelle della cancelliera) l'incontro col presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, entrambi in missione diplomatica nella capitale tedesca per convincere governo e Paramento tedeschi ad abbandonare ogni titubanza e resistenza. Perche' la situazione si e' talmente aggravata che non si puo' certo attendere le lezioni regionali tedesche del 9 maggio per avere una decisione della Germania. E un vertice straordinario dei leader della zona euro va convocato al piu' presto per dare il via libera ai prestiti.
Proprio al termine del confronto che Trichet e Strauss-Kahn hanno avuto con i leader parlamentari tedeschi e' venuta fuori la cifra sull'ammontare complessivo del piano: tra i 100 e i 120 miliardi di euro - avrebbe detto Strauss-Kahn secondo i partecipanti all'incontro - da prestare alla Grecia nei prossimi tre anni, di cui due terzi dalla Ue e un terzo dall'Fmi. Nel 2010, comunque, gli aiuti ad Atene ammonterebbero sempre a 45 miliardi di euro, di cui 30 dai prestiti bilaterali degli Stati Ue e 15 dal Fondo monetario. Categoricamente esclusa da Bruxelles, invece, ogni ipotesi di ristrutturazione del debito pubblico di Atene: "Non e' un'opzione". Ufficialmente il presidente della Bce e il direttore generale dell'Fmi non fanno cifre. Ma nelle loro parole c'e' tutto il senso dell'emergenza e dell'urgenza. "La situazione e' difficile e la rapidita' delle decisioni e' assolutamente essenziale", ha ammonito Trichet. Ancor piu' esplicito Strauss-Kahn: "Ogni giorno perso e' un giorno in cui la situazione peggiora sempre piu'. E' in gioco il futuro della zona euro".
Anche la Casa Bianca e' preoccupata e fa sapere dal suo portavoce che l'amministrazione Usa segue gli sviluppi da molto vicino. Del resto - dopo che le agenzie di rating hanno declassato Atene e i suoi titoli pubblici, definendoli 'spazzatura' - i rendimenti dei bond greci decennali sono schizzati oltre il 10% e il differenziale col bund tedesco e' salito a livelli record. Di qui l'ennesimo appello di Papandreou a fare presto. Ma, se da Berlino sembrano arrivare buone notizie, ad Atene i negoziati con Commissione Ue, Bce ed Fmi sembrano improvvisamente complicarsi, con il governo greco che si rifiuta di prevedere nuovi tagli salariali nel 2011 e 2012, dopo quelli gia' decisi per il 2010 per i dipendenti pubblici. Senza contare il congelamento delle pensioni di tutti i lavoratori, pubblici e privati. Ulteriori tagli per Atene rischierebbero davvero di scatenare la rivolta sociale, visto il clima gia' abbastanza infuocato che ha portato nelle ultime settimane a una raffica di scioperi e manifestazioni senza precedenti negli ultimi decenni.
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Intanto il suo esecutivo, come annunciato dal ministro delle finanze, Wolfgang Schauble, lunedi' presentera' in Parlamento il provvedimento per l'erogazione di prestiti bilaterali per 8,4 miliardi nel 2010. Dichiarazioni importanti quelle di Schauble e della Merkel pronunciate prima (quelle del ministro) e dopo (quelle della cancelliera) l'incontro col presidente della Bce, Jean-Claude Trichet, e il direttore generale dell'Fmi, Dominique Strauss-Kahn, entrambi in missione diplomatica nella capitale tedesca per convincere governo e Paramento tedeschi ad abbandonare ogni titubanza e resistenza. Perche' la situazione si e' talmente aggravata che non si puo' certo attendere le lezioni regionali tedesche del 9 maggio per avere una decisione della Germania. E un vertice straordinario dei leader della zona euro va convocato al piu' presto per dare il via libera ai prestiti.
Proprio al termine del confronto che Trichet e Strauss-Kahn hanno avuto con i leader parlamentari tedeschi e' venuta fuori la cifra sull'ammontare complessivo del piano: tra i 100 e i 120 miliardi di euro - avrebbe detto Strauss-Kahn secondo i partecipanti all'incontro - da prestare alla Grecia nei prossimi tre anni, di cui due terzi dalla Ue e un terzo dall'Fmi. Nel 2010, comunque, gli aiuti ad Atene ammonterebbero sempre a 45 miliardi di euro, di cui 30 dai prestiti bilaterali degli Stati Ue e 15 dal Fondo monetario. Categoricamente esclusa da Bruxelles, invece, ogni ipotesi di ristrutturazione del debito pubblico di Atene: "Non e' un'opzione". Ufficialmente il presidente della Bce e il direttore generale dell'Fmi non fanno cifre. Ma nelle loro parole c'e' tutto il senso dell'emergenza e dell'urgenza. "La situazione e' difficile e la rapidita' delle decisioni e' assolutamente essenziale", ha ammonito Trichet. Ancor piu' esplicito Strauss-Kahn: "Ogni giorno perso e' un giorno in cui la situazione peggiora sempre piu'. E' in gioco il futuro della zona euro".
Anche la Casa Bianca e' preoccupata e fa sapere dal suo portavoce che l'amministrazione Usa segue gli sviluppi da molto vicino. Del resto - dopo che le agenzie di rating hanno declassato Atene e i suoi titoli pubblici, definendoli 'spazzatura' - i rendimenti dei bond greci decennali sono schizzati oltre il 10% e il differenziale col bund tedesco e' salito a livelli record. Di qui l'ennesimo appello di Papandreou a fare presto. Ma, se da Berlino sembrano arrivare buone notizie, ad Atene i negoziati con Commissione Ue, Bce ed Fmi sembrano improvvisamente complicarsi, con il governo greco che si rifiuta di prevedere nuovi tagli salariali nel 2011 e 2012, dopo quelli gia' decisi per il 2010 per i dipendenti pubblici. Senza contare il congelamento delle pensioni di tutti i lavoratori, pubblici e privati. Ulteriori tagli per Atene rischierebbero davvero di scatenare la rivolta sociale, visto il clima gia' abbastanza infuocato che ha portato nelle ultime settimane a una raffica di scioperi e manifestazioni senza precedenti negli ultimi decenni.
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