La situazione economica del Paese ellenico spinge l'Europa a dotarsi di regole più severe sui bilanci degli Stati membri. Allo studio ci sono misure per rivedere quanto normativizzato sul debito pubblico
Definito dal Financial Times "la crisi dei subprime europea", il rischio di collasso della Grecia ha portato l'Ue ad avviare una revisione del trattato di Maastricht per quel che concerne il debito pubblico. Lo storico accordo del 7 febbraio 1992 prevede che negli Stati membri il rapporto deficit-pil non deve superare il 3%, mentre il debito pubblico deve tendere al 60% del prodotto interno lordo. Se finora è stato soprattutto il deficit a meritarsi le attenzioni di Bruxelles, adesso l'Europa vuole più rigore anche sul debito pubblico. Sul quale, come ha detto il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claud Juncker dopo l'ultimo Ecofin a Madrid, "servono regole più severe". Tra le proposte al vaglio di Ue e Bce compare anche quella d'imporre una riduzione dei propri deficit ai Paesi con debiti pubblici molto elevati e di multare quelli che sforano. Aumenterà inoltre la sorveglianza europea sui bilanci pubblici, rafforzando l'ufficio di statistica Eurostat. Infine l'Europa sta pensando di dotarsi d'un meccanismo per gestire nuove crisi ed evitare così che possa esplodere un nuovo caso Grecia.
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