Generali, il canto del cigno di Bernheim

Economia
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Al via a Trieste l'assemblea dei soci della compagnia assicurativa giuliana, che sancirà il cambio al vertice tra il banchiere francese e Cesare Geronzi. Un addio tra lacrime e applausi quello del presidente uscente

Antoine Bernheim ha aperto a Trieste i lavori assembleari dei soci dell'Assicurazioni Generali. Per l'85enne patriarca del colosso finanziario giuliano si tratta dell'ultima presidenza, dal momento che l'assemblea odierna sancirà il cambio al vertice con il banchiere romano Cesare Geronzi, finora alla guida di Mediobanca.  Nell'aprire i lavori Bernheim ha nuovamente espresso la propria amarezza, per non essere stato confermato alla guida del Leone: "Non è senza una punta d'emozione che partecipo a quest'assemblea, l'ultima alle Generali. Sembra che io oggi, all'età di 85 anni, sia un vecchio rimbambito. Eppure Cuccia, a 93 anni, era capo di Mediobanca ed era crocevia della vita economica italiana". Il banchiere francese ha quindi reso omaggio a Giovanni Perissinotto e Sergio Balbinot, i due amministratori delegati della compagnia, rivendicando il merito d'averli valorizzati. Bernheim ha, in particolare, rilevato l'interesse delle Generali di essere presente e di crescere in Russia. Nel corso del lunghissimo intervento di 1 ora e 50 minuti l'emozione gli ha rotto più volte la voce. A un certo punto, ripercorrendo gli ultimi 40 anni nella compagnia, si è visibilmente commosso e l'assemblea l'ha applaudito. Quindi l'augurio al suo successore: "Il mio lavoro è stato molto difficile: sempre in viaggio, sempre in aereo. Mi auguro che il mio successore abbia la capacità di fare altrettanto".

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