La decisione del gup di Milano. Coinvolte Jp Morgan, Deutsche Bank, Ubs e Depfa. A processo anche 13 persone, tra queste anche il figlio del governatore della Campania Bassolino. L'accusa è di truffa aggravata ai danni del Comune di Milano
Il giudice per l'udienza preliminare di Milano Simone Luerti ha rinviato a giudizio tutti gli imputati del procedimento per truffa aggravata ai danni del Comune di Milano per una vendita di derivati: si tratta di quattro banche e 13 persone. Il prossimo 6 maggio davanti alla quarta sezione penale del Tribunale di Milano si dovranno presentare e banche Jp Morgan, Deutsche Bank, la filiale londinese di Ubs e quella di Dublino di Depfa Bank, insieme a due ex funzionari del Comune di Milano e 11 funzionari degli istituti di credito.
Il procedimento ha al centro uno swap trentennale (uno swap è un derivato che consiste nello scambio di flussi di cassa tra due controparti) del 2005 tra il Comune di Milano e le banche. Oggetto del procedimento giudiziario è la trasformazione del tasso di interesse da fisso a variabile: una sorta di scommessa sull'andamento il Comune paga un tasso variabile alle banche, le banche un tasso fisso al Comune. La pubblica accusa sostiene che gli imputati abbiano truffato il Comune di Milano, guadagnando illecitamente oltre 100 milioni di euro. Alcune delle banche coinvolte hanno negato ogni addebito ribadendo piena fiducia nei propri dipendenti. Secondo il pm Alfredo Robledo si tratta del primo caso di un processo penale sul tema. "C'è solo un precedente di una sentenza amministrativa in Inghilterra alla fine degli anni 90 - ha detto il magistrato ai giornalisti dopo la decisione del giudice - In questa sentenza si diceva che i Comuni non dovrebbero comprare derivati dalle banche".
Fra gli imputati ci sono due persone che all'epoca dei fatti ricoprivano il ruolo di funzionari del Comune di Milano, tre funzionari di Ubs, due di Deutsche Bank, cinque di Jp Morgan e due di Depfa Bank. Fra questi c’è anche Gaetano Bassolino, figlio del governatore della Campania, manager di Ubs a Londra.
Il procedimento ha al centro uno swap trentennale (uno swap è un derivato che consiste nello scambio di flussi di cassa tra due controparti) del 2005 tra il Comune di Milano e le banche. Oggetto del procedimento giudiziario è la trasformazione del tasso di interesse da fisso a variabile: una sorta di scommessa sull'andamento il Comune paga un tasso variabile alle banche, le banche un tasso fisso al Comune. La pubblica accusa sostiene che gli imputati abbiano truffato il Comune di Milano, guadagnando illecitamente oltre 100 milioni di euro. Alcune delle banche coinvolte hanno negato ogni addebito ribadendo piena fiducia nei propri dipendenti. Secondo il pm Alfredo Robledo si tratta del primo caso di un processo penale sul tema. "C'è solo un precedente di una sentenza amministrativa in Inghilterra alla fine degli anni 90 - ha detto il magistrato ai giornalisti dopo la decisione del giudice - In questa sentenza si diceva che i Comuni non dovrebbero comprare derivati dalle banche".
Fra gli imputati ci sono due persone che all'epoca dei fatti ricoprivano il ruolo di funzionari del Comune di Milano, tre funzionari di Ubs, due di Deutsche Bank, cinque di Jp Morgan e due di Depfa Bank. Fra questi c’è anche Gaetano Bassolino, figlio del governatore della Campania, manager di Ubs a Londra.