Borse, giornata nera in tutto il mondo

Economia
Due operatori a Wall Street - Foto AP
Wall Street

Dopo l'Europa anche Wall Street chiude in forte ribasso a causa del tonfo della borsa spagnola. Il Dow Jones ha perso il 2,61%, mentre nel vecchio continente si sono bruciati 128 miliardi di euro. L'euro scende sotto 1,38 rispetto al dollaro.

Wall Street ha chiuso in forte calo trascinata in ribasso dai timori sulla tenuta del debito pubblico di Spagna e Grecia e dall'inatteso aumento del numero dei disoccupati negli Usa. Il Dow Jones ha ceduto il 2,61% chiudendo a quota 10.002,18. Peggio ha fatto il Nasdaq che ha perso il 2,99% finendo a 2.125,43 punti. Per il Dow Jones è stata la peggior perdita in punti in un giorno dal 20 aprile e la piu' vasta perdita in percentuale dal 2 luglio. L'indice era sceso sotto quota 10.000 poco prima della chiusura ma e' riuscito a risalire di poco sopra quel livello alla chiusra degli scambi.

I timori dal vecchio continente hanno trascinato giù anche le quotazioni dell'Euro, scambiato a  1,3739 con la moneta verde. Si tratta della prima caduta sotto il livello di 1.38, rispetto al dollaro, dal giugno dello scorso anno. L'euro aveva chiuso mercoledì a New York a quota 1.3884.

In precedenza le Borse europee hanno bruciato 128 miliardi di euro in scia ai timori degli investitori legati allo stato di salute dell'economia spagnola. Al termine della seduta l'indice paneuropeo Dj Stoxx 600, che sintetizza l'andamento dei principali indici del Vecchio Continente, ha perso il 2,69% mentre la Borsa di Madrid e' caduta del 5,94%.

Anche Piazza Affari viene presa nel vortice della tempesta spagnola. Con una rapida accelerazione dopo l'avvio in calo di Wall Street anche gli indici milanesi sono precipitati: il Ftse Mib ha perso il 3,45% a 21.404 punti e il Ftse All Share il 3,34% a 21.938 punti.

"Alla caduta dei 'pigs', i paesi periferici - ha commentato duramente un operatore - dopo Grecia, Spagna e Portogallo manca solo l'Italia", ma lo stesso sottolinea anche come lo scossone sui mercati sia più emotivo che legato ad elementi concreti.

Occhi puntati sui gruppi che in Spagna hanno i maggiori interessi. Tra questi Generali (detiene l'1% circa del Santander) che ha perso il 4,66% a 16,58 euro, Eni (ha il 50% di Union Fenosa) ha lasciato il 2,59% a 16,52 euro, e ancora Enel (-2,36% a 3,8 euro), Autogrill (-2,61% a 8,7 euro), Atlantia (-3,53% a 17,49 euro), Mediaset (-3,54% a 5,44 euro), Fiat (-4,54% a 8,62 euro).

In tutta Europa le banche escono massacrate alla fine di questa seduta. Intesa Sanpaolo ha perso il 5,33% a 2,66 euro, Unicredit il 5,01% a 1,99 euro, Mediobanca il 5,24% a 7,68 euro. Non vengono risparmiate le assicurazioni con Unipol in ribasso del 3,07% a 0,86 euro, Fonsai il 2,48% a 11,8 euro.

Telecom gira in calo nel pomeriggio insieme al deteriorarsi di tutto il listino, contiene il calo all'1,81% ma perde la soglia di 1,10 euro (chiude a 1,08 euro). Pirelli che in mattinata saliva beneficiando di alcuni report positivi e del consiglio 'buy' degli analisti di Kepler ha chiuso in ribasso dell'1,43% a 0,41 euro. Hanno contenuto il calo Snam Rete Gas (-0,37% a 3,39 euro), Ansaldo Sts (-1,38% a 14,27 euro).

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