Benzina e diesel, i prezzi tornano a salire

Economia
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Il petrolio supera gli 80 dollari al barile. Rialzi per la verde (tra i 5 e i 12 millesimi) e per il gasolio (dai 9 ai 15 millesimi). Il ministero dello Sviluppo economico chiede di aggiornare i prezzi settimanalmente

Torna nuovamente a salire il prezzo del carburante. Ieri, la benzina verde è aumentata di 1,2 centesimi di euro nei distributori Agip, e in media rimane attorno a 1,320 euro al litro. È andata peggio a chi ha un'auto diesel: l'Agip ha ritoccato al rialzo anche il listino del gasolio, che ha raggiunto 1,159 euro.
La decisione ha provocato l’immediata reazione delle altre compagnie che hanno modificato i listini, recependo i rialzi sul mercato del Mediterraneo dei prodotti raffinati. Sulla benzina tutte, tranne Shell, rimangono di poco al di sotto del livello di Agip (1,32 euro/litro), con rialzi tra i 5 e i 12 millesimi: si va da 1,314 euro/litro (Erg) a 1,319 euro/litro (Api/IP, Esso, Tamoil, Total), con Q8 a 1,318 e Shell a 1,329 euro/litro. Quanto al gasolio, i rialzi vanno dai 9 ai 15 millesimi: solo Erg e Tamoil si attestano sotto il livello del market leader con 1,154 e 1,158 euro/litro. Per tutte le altre si va da 1,159 euro/litro di Api/IP, Esso e Q8 a 1,162 di Total a 1,169 euro/litro di Shell.
Nel frattempo, il ministero dello Sviluppo economico rilancia l'ipotesi di aggiornare i prezzi dei carburanti non più giorno per giorno, ma una volta a settimana. Un'idea, però, che l'Unione Petrolifera respinge.
La proposta di variazioni settimanali e non quotidiane è stata rilanciata dal sottosegretario Stefano Saglia: "Il ministro Claudio Scajola – ha detto – è molto perplesso sul fatto che i prezzi siano aggiornati quotidianamente. Potremmo ragionare sui prezzi settimanali.
La soluzione, però, non piace ai petrolieri. "Qualsiasi idea va bene ma bisogna valutarne l'applicabilità - ribatte il presidente dei petrolieri, Pasquale De Vita - la proposta dei prezzi settimanali presenta molte difficoltà: la Erg per un po' l'aveva fatto ma poi ha dovuto abbandonare".
Una proposta, questa, respinta anche dalle associazioni dei consumatori: per il Codacons è un'ipotesi che non basta, anzi "produrrebbe un danno per i consumatori, perché impedirebbe ribassi veloci in caso di cali delle quotazioni del petrolio - spiega il presidente dell'associazione, Carlo Rienzi - e consentirebbe libertà eccessiva alle compagnie". Per il Codacons, la soluzione dovrebbe invece essere più radicale: "tornare ai prezzi amministrati, con lo Stato che fissa il tetto massimo".
Intanto, il prossimo 17 dicembre al ministero è in programma l'incontro tra Up e associazioni dei consumatori, per fare chiarezza sui numeri dell'andamento dei prezzi dei carburanti. Una sfida lanciata qualche settimana fa dai petrolieri, che hanno confermato la disponibilità a confrontarsi, anche con le associazioni dei consumatori che "parlano a vanvera - accusa De Vita - mentre invece le compagnie petrolifere italiane si comportano come tutte le altre società europee".
Ieri, il petrolio è tornato sopra gli 80 dollari al barile, dopo il calo delle scorte di greggio statunitensi. Al mercato di New York, le quotazioni hanno toccato quota 80,33 dollari. Il dipartimento dell'Energia Usa ha comunicato che la scorsa settimana le scorte di greggio sono diminuite di 887mila barili contro la previsione di un rialzo di 300mila barili.

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