Infortuni sul lavoro, ecco come l'Inail conteggia i numeri degli incidenti

Cronaca

Roberta Giuili

Come analizzare i numeri che riguardano i dati forniti regolarmente dall'Istituto

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Sono dati complessi da analizzare quelli che riguardano i morti e gli infortuni sul lavoro. L'Inail mette a disposizione delle serie storiche che partono dagli anni '50 ma diversi numeri variano con l'avanzare del tempo: perché da una parte cambiano le norme e perché dall'altra si modifica anche la strategia comunicativa di diffusione dei dati. 

Dati che cambiano

Innanzitutto, i dati che sono disponibili sul sito dell'Inail sono di due tipi: le denunce di infortuni (anche mortali) sul lavoro e il numero di quante di queste vengono accertate come casi avvenuti effettivamente in relazione al posto di lavoro. Entrambi i tipi di dati sono in divenire: hanno quindi un tempo di stabilizzazione che varia di caso in caso, ma si può dire che dopo 3 anni il numero si considera definitivo. 

Paragoni storici di breve termine

Per fare un confronto tra i dati di oggi e quelli di settant'anni fa ci sono due strade. Da una parte si possono prendere i dati che riguardano l'ultimo quinquennio pubblicato nella relazione Inail, e dall'altra aggiungere i numeri presenti nelle serie storiche: ma solo quelli che vanno dal 2010 in poi. Questo perché in quell'anno è cambiato il metodo di conteggio e si è deciso, cosa che accade ancora oggi, di fornire il dato che riguarda tutte le denunce e non solo quelle accertate come positive. 

E anche perché da quel periodo la normativa prevede che si tenga conto anche degli infortuni e morti che avvengono "per conto dello stato", categoria prima non esistente sulle serie storiche.

Paragoni storici di lungo termine

Resta comunque importante utilizzare i dati che risalgono a decenni fa per fare un confronto con quello che accadeva allora. Questo si può comunque fare considerando sempre che verrano rilevati degli sbalzi temporali dovuti a cambio di normative e di strategia comunicativa. 

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