
Da Milano al barocco di Palermo, le città e i monumenti raccontati da Philippe Daverio
Scomparso all'età di 70 anni, era considerato tra i massimi esperti italiani di arte. Ha raccontato il nostro Paese in modo lucido, a volte anche pungente, ma sicuramente originale e unico. LA FOTOGALLERY

Docente e saggista, ex assessore alla Cultura del Comune di Milano, Philippe Daverio si è spento all'età di 70 anni. Ecco alcune delle città e dei monumenti del nostro Paese raccontati nella sua lunga carriera

Ex assessore alla Cultura a Milano, della città meneghina Daverio aveva un giudizio piuttosto duro. "Milano - disse una volta in una delle sue interviste - non è una bella città. Perché non è curata, è caotica, non ha armonia"

Il motivo, secondo lo storico dell'arte, sarebbe stato da ricercare nell'avidità. "È l'avidità che ha fatto coprire i Navigli, demolire le mura spagnole, sfasciare le periferie. Milano è stata ed è terra di scorrerie per gli avidi, che messi insieme non producono niente di bello"

In una intervista del 2004 al Corriere della Sera spiegò che "i milanesi sono l'unico popolo che io conosca che ha perso il senso della propria provenienza. Non hanno più un rapporto di identità culturale con le proprie istituzioni"

Fonte di spunti interessanti anche il giudizio su Napoli, espresso in un'intervista del 2015: "A Napoli è stata affibbiata una mutazione di funzione e destino di cui non si è mai compresa la connotazione: da ex capitale, che cosa è diventata? Non si sa. E quel che è peggio: non se ne discute"

"Il Centro direzionale di Napoli - spiegò in un'altra intervista a Repubblica del 2016 - funziona come armonia quando ci passi sopra in aereo, nel vedere la città assolutamente futura e il Vesuvio insieme. Ma se ci vai dentro, manca la cura del dettaglio di tipo chirurgico che lo leghi al resto dell'impianto"

Della Reggia di Caserta è sempre stato dell'idea che fosse un esempio per il cambio del gusto e dell'Europa intera

Per Daverio la Reggia di Caserta è "un pezzo di cuore dell'Europa". Senza di essa "la Francia avrebbe continuato a essere Luigi XV all'infinito, gli Inglesi sarebbero rimasti molto più gotici di quanto non lo son diventati vedendo questi esempi"

Di Palermo disse, in un'intervista al Giornale di Sicilia del 2015, che è "una città naturalmente splendida che ha una forte inclinazione verso il degrado"

E rivolgendosi idealmete ai palermitani li invitò a essere fieri della loro tradizione. "La fierezza è una pillola antidepressiva, che va presa a manciate. E recuperate la bellezza, il fascino di ieri, la mondanità e la nobiltà di Palermo. La cura mondana è di per sé antimafiosa, perché la mafia sbaglia sempre la cravatta"

E ancora, "Palermo avrebbe voglia di dichiararsi capitale del Mediterraneo, ma ha paura di farlo. Servirebbe un gigantesco Piano Marshall di restauro dei beni storici e artistici del centro storico"

Un pensiero Daverio lo dedicò anche al comune di Sambuca di Sicilia, in provincia di Agrigento. Commentando la geografia dell'isola, "quasi impossibile da assassinare", disse che "a Sambuca, per esempio, c'è ancora un rapporto plausibile tra fabbricato e paesaggio, una cosa importante dato che spesso il villino del geometra uccide i borghi"
Morto Philippe Daverio, lo storico dell'arte aveva 70 anni