Introduzione
La notte del 3 ottobre 2023 Pierina Paganelli è stata uccisa con 29 coltellate nel garage di casa. Per l’omicidio l’unico indagato è Louis Dassilva, 34enne senegalese vicino di casa della vittima, arrestato il 16 luglio e trasferito nel carcere di Rimini. A scoprire il corpo senza vita della 78enne, nel garage del comprensorio di via del Ciclamino, era stata il mattino del 4 ottobre la nuora della vittima, Manuela Bianchi, che aveva subito allertato i soccorsi. Arrivati sul posto i sanitari non avevano potuto far altro che constatare la morte dell'anziana . A quasi due anni dal delitto, lunedì 15 settembre si è aperto il processo in Corte d’Assise a Rimini.
Quello che devi sapere
L'autopsia
- Secondo il referto dell'autopsia, all'anziana donna sono state inferte 29 coltellate. Dopo mesi di indagini, a luglio è stato iscritto nel registro degli indagati Louis Dassilva, 34enne senegalese vicino di casa della vittima.
- La Procura di Rimini ritiene che il movente dell'omicidio sia stato il timore che Paganelli scoprisse la relazione tra lui e la nuora, Manuela Bianchi, moglie di suo figlio, Giuliano Saponi. "La relazione - scrive la Procura - è stata ricostruita nelle indagini, anche grazie a plurime intercettazioni, sia per la fase antecedente l'omicidio che per quella successiva".
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Le aggravanti
- Nel disporne l'arresto per omicidio volontario pluriaggravato, il Gip ha ritenuto la sussistenza delle tre aggravanti contestate, ritenendo che Dassilva abbia commesso il fatto per futili motivi, agito con crudeltà nei confronti della vittima e per avere approfittato di condizioni di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la privata difesa.
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Le immagini
- A portare le indagini a una svolta, il video di una telecamera di via del Ciclamino che, alle 22.17 del giorno del delitto, aveva ritratto un soggetto di carnagione scura ripreso di spalle mentre camminava in direzione del portone del civico 31. L'unico abitante di colore del condominio (e di quelli limitrofi) era proprio l'indagato. Messa dunque in discussione la versione di Dassilva che aveva sempre sostenuto di essere rimasto a casa dalle 20 del 3 ottobre sino alle 8 del mattino successivo.
L'accusa
- Il 16 luglio Dassilva è stato arrestato e trasferito nel carcere di Rimini. L'11 settembre il tribunale del Riesame di Bologna ha deciso di confermare la misura cautelare in carcere.
- "Non voglio un presunto colpevole voglio il presunto colpevole. Le testimonianze si portano nelle aule di Tribunale non in televisione". Lo ha detto il Gip di Rimini, Vinicio Cantarini durante l'udienza per la nomina del perito che dovrà esaminare i dispositivi elettronici sequestrati al 34enne accusato dell'assassinio di Pierina Paganelli.
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Le indagini
- Il Gip ha nominato come perito del Tribunale, l'ingegnere Giuseppe Ferraro e ha stabilito che gli accertamenti sui cellulari (per quanto riguarda gli spostamenti, contapassi compreso), dovevano essere effettuati solo a cavallo del delitto, per la sera del 3 ottobre 2023.
- Mentre dal primo maggio 2023 sono state esaminate le chat e i contatti dell'indagato, con particolare attenzione ai messaggi tra Dassilva e la nuora di Pierina, Manuela Bianchi, con la quale aveva una relazione extraconiugale.
I dispositivi informatici
- La Procura aveva chiesto che l'esame sui dispositivi informatici partisse dal 1 maggio, compreso gli spostamenti.
- Di fatto in udienza, il gip Cantarini ha messo alle corde tutte le parti del procedimento, la pubblica accusa e le difese dell'imputato, perché ha sostenuto il giudice riferendosi in particolare alle uscite televisive dei consulenti, le testimonianze si portano in aula e "i dubbi vanno risolti ora con incidente probatorio".
L'incidente probatorio
- L'incidente probatorio si è svolto l’11 febbraio di quest’anno a Rimini. Avrebbe confermato le tesi della procura: le immagini dell'uomo che la sera dell'omicidio di Pierina Paganelli viene inquadrato da una telecamera di sicurezza di una farmacia, sarebbero sovrapponibili con quelle dell'unico indagato, Luis Dassilva. Secondo quanto si apprende, sono queste le conclusioni ancora informali dell'esperimento svolto in via del Ciclamino
- Il perito del Tribunale di Rimini, alla presenza dei consulenti delle parti, ha visionato le immagini della 'cam3' della farmacia San Martino, che la sera dell'omicidio ha ripreso il passaggio di una figura, davanti alla quale hanno "sfilato", Dassilva, unico indagato in carcere dal 16 luglio ed Emanuele Neri, residente nel condominio che si era riconosciuto nelle immagini della videocamera, grazie alle quali la procura ha accusato Dassilva
- Per questo il gip del Tribunale di Rimini, Vinicio Cantarini, aveva accolto la richiesta della procura di effettuare un incidente probatorio per dare un nome ad "ignoto1" e fugare ogni dubbio sul principale indizio in mano agli inquirenti
A luglio 2025 disposto il rinvio a giudizio
- Il 14 luglio scorso è stato disposto il rinvio a giudizio per Dassilva, al termine dell'udienza preliminare rinviata e aggiornata tre volte per sciogliere le varie riserve sulle eccezioni preliminari presentate dalla difesa di Dassilva, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi. Fissata la prima udienza in Corte d'Assise per omicidio volontario e aggravato il 15 settembre alle ore 9.30.
Gli avvocati
- "La nostra percezione - ha detto, invece, l'avvocato Monica Lunedei che difende i figli di Pierina - è che l'esperimento probatorio rafforza le basi dell'indagine, la tendenza è che ignoto 1 non è Neri per il chiarore della pelle. La sensazione netta è stata che l'indagato fosse sovrapponibile ad occhio nudo alla figura dell'ignoto. I prossimi studi ci daranno la certezza". "Le sfumature della pelle sono distinguibili, questo è un dato certo", ha detto anche il consulente Davide Barzan che rappresenta con l'avvocato Nunzia Barzan, la nuora Manuela Bianchi
- Di diverso tenore le dichiarazioni della difesa di Dassilva. "Attendiamo l'elaborato peritale - scrivono gli avvocati Guidi e Fabbri - che dovrà rispondere se è possibile fare comparazioni, ed in caso positivo se queste comparazioni impattano con indagato o con il vicino di casa. I periti hanno richiesto 60 giorni, la soluzione quindi non è immediata. Tanto grande è la mole di dati da lavorare. Chiunque, pensando di guardare attraverso una vetrata un monitor a 5 metri di distanza, ritiene di avere risolto un dubbio che da mesi è oggetto di attente verifiche, sicuramente approccia in maniera inadeguata questo esperimento giudiziale"
Al via il processo per Pierina a due anni dal delitto
A quasi due anni dal delitto si è aperto lunedì 15 settembre il processo in Corte d'Assise a Rimini per l'omicidio di Pierina Paganelli.
Le accuse della procura
- Secondo il pm Daniele Paci, Dassilva - avendo saputo che Pierina Paganelli la sera del 3 ottobre si sarebbe recata da sola all'Adunanza dei testimoni di Geova - aveva atteso il rientro della donna e, all'interno di un vano privo di illuminazione elettrica, nel seminterrato di via del Ciclamino 31, le aveva inflitto 29 coltellate, due quelle mortali, come stabilito dall'autopsia. L'ultimo o il penultimo fendente, è emerso, era stato sferrato nella regione sottoclaveare di destra dell'anziana, raggiungendone il cuore.
- Pierina Paganelli era la suocera di Manuela Bianchi, la donna con cui Dassilva coltivava una relazione extraconiugale. Un particolare importante che la Procura ha inserito nel capo di imputazione, probabilmente per inquadrare il contesto in cui è avvenuto il delitto. L'omicidio secondo le accuse fu quindi volontario con l'aggravante di aver commesso il fatto per motivi abbietti, avendo agito con crudeltà nei confronti della vittima, in orario notturno, approfittando delle condizioni di tempo, di luogo e di persona, tali da ostacolare la privata difesa.