Avvocata, giurista, e protagonista di spicco della vita istituzionale italiana del secondo Novecento, è morta all'ospedale di Rapallo all'età di 90 anni. È stata una delle figure femminili più autorevoli e innovative della Repubblica: fu la prima donna giudice della Corte costituzionale, prima donna a ricoprire incarichi apicali a Palazzo Chigi, ministra e componente del Consiglio superiore della magistratura
È stata una delle figure femminili più autorevoli e innovative della Repubblica: prima donna giudice della Corte costituzionale, prima donna a ricoprire incarichi apicali a Palazzo Chigi, ministra, componente del Consiglio superiore della magistratura, punto di riferimento nel diritto di famiglia, nella tutela dei minori e nei diritti fondamentali. Fernanda Contri, avvocata e giurista, e protagonista di spicco della vita istituzionale italiana del secondo Novecento, è morta all'ospedale di Rapallo (Genova) all'età di 90 anni. La vita di Contri è stata segnata dal rigore giuridico, dal senso dello Stato e da un impegno costante per l'affermazione del ruolo delle donne nelle istituzioni.
A Palazzo Chigi nel governo Ciampi
Nel 1985 Fernanda Contri venne nominata giudice aggregata della Corte costituzionale, preludio a un percorso che l'avrebbe portata ai vertici della giustizia costituzionale. L'anno successivo fu eletta dal Parlamento in seduta comune al Consiglio superiore della magistratura, dove svolse un ruolo centrale: fece parte del Comitato Antimafia, fu vicepresidente della Sezione disciplinare e presidente della IV Commissione referente. In quegli anni maturò anche una profonda amicizia con Giovanni Falcone, conosciuto nel 1983 a un convegno a Genova, con il quale condivise riflessioni e preoccupazioni sul contrasto alla criminalità organizzata.
La sua esperienza e il suo profilo istituzionale la portarono a Palazzo Chigi. Nel giugno 1992, su nomina del presidente del Consiglio Giuliano Amato, divenne segretaria generale della Presidenza del Consiglio dei ministri: fu la prima donna a ricoprire questo incarico. Nell'aprile 1993 entrò nel governo Ciampi come ministra per gli Affari sociali. Da ministra si occupò di politiche per l'immigrazione, assistenza sociale e aiuti umanitari, lavorando in particolare sull'emergenza legata alla guerra nella ex Jugoslavia. Predispose un disegno di legge sui principi di tutela dei diritti del minore e avviò un progetto organico sulla disciplina della condizione giuridica dello straniero in Italia.
Prima donna a guida della Corte costituzionale
Il 4 novembre 1996 arrivò la nomina destinata a segnare la storia: il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro la scelse come giudice della Corte costituzionale, facendone la prima donna nella storia della Consulta. Durante il suo mandato fu redattrice ed estensore di numerose decisioni di grande rilievo in materia di diritto costituzionale, diritto processuale civile, diritto di famiglia, immigrazione, previdenza, assistenza sociale, trasporti, regime fiscale e segreto di Stato. Il suo contributo giurisprudenziale fu ampio e trasversale, a testimonianza di una competenza giuridica riconosciuta anche oltre i confini nazionali.
Nel 2002 l'University College London le conferì la laurea honoris causa in Legge, prima volta per un cittadino italiano. Il 14 dicembre 2004 presiedette l'udienza solenne della Corte costituzionale, diventando la prima donna a farlo. Nel 2005 fu presidente facente funzioni e poi vicepresidente della Corte, stabilendo ulteriori primati nella storia repubblicana. Cessò dalla carica nel novembre dello stesso anno.
Negli anni successivi continuò a svolgere un'intensa attività pubblica e di garanzia: fece parte di organismi del Consiglio d'Europa, commissioni ministeriali, comitati etici e fondazioni impegnate nella tutela dei diritti umani e dei minori. Fu presidente o componente di numerosi enti e associazioni, tra cui il Centro Studi di diritto di famiglia, l'Associazione Genova-Donna, la Fondazione Giovanni e Francesca Falcone, oltre a incarichi nel settore portuale, aeroportuale e sanitario ligure. Dal 2004, dopo la fine del mandato alla Corte costituzionale, Contri viveva a Chiavari (Genova), dove rimase una figura molto presente nella vita civile e politica locale.
Il cordoglio del governatore della Liguria
Contri era sposata con l'avvocato Giorgio Bruzzone, ex partigiano, il cui padre Dante, un avvocato socialista genovese, ai tempi della seconda guerra mondiale aiutò molti ebrei a Genova. Il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, in seguito alla notizia del decesso di Contri, ha espresso a suo nome e a nome della regione "profondo cordoglio per la scomparsa di Fernanda Contri, avvocato e giurista genovese di alto profilo, che ha servito lo Stato con competenza come componente del Consiglio Superiore della Magistratura, come ministro nel governo Ciampi e giudice della Corte Costituzionale, di cui è stata inoltre vicepresidente. Con la sua scomparsa", ha aggiunto, "la Liguria e il Paese perdono una figura di grande autorevolezza istituzionale". Anche Raffaella Paita, capogruppo di Italia Viva al Senato in una nota ha ricordato l'ex ministra: "Di lei ho sempre apprezzato la saggezza, la profonda sensibilità per le tematiche sociali, l'atteggiamento aperto, allegro e sempre generoso nei confronti delle donne e delle giovani generazioni. Ai familiari e a tutte le persone che hanno avuto il privilegio di conoscerla, va tutta la mia vicinanza".