Il Museo Nazionale d’Abruzzo è ospitato nel Castello cinquecentesco sin dalla sua inaugurazione del 23 settembre 1951. Il sisma del 2009 ha provocato il grave danneggiamento del Castello che ha reso necessario il rinnovo. “Non inauguriamo soltanto un nuovo allestimento, ma restituiamo alla città un luogo della memoria collettiva e alla regione uno strumento fondamentale di conoscenza del proprio patrimonio”, ha dichiarato la direttrice del MUNDA Federica Zalabra
Riaperta al pubblico dopo il rinnovo la sede del Museo Nazionale d’Abruzzo – MUNDA al Castello cinquecentesco dell’Aquila, simbolo della città e scrigno della memoria artistica regional. Dal 20 dicembre, dopo oltre sedici anni dal terremoto del 6 aprile 2009, una porzione significativa delle collezioni torna finalmente “a casa” con un moderno allestimento nel quale l’ordinamento museale viene valorizzato grazie a nuove tecnologie per la narrazione e nel più ampio rispetto dell’accessibilità fisica, cognitiva e sensoriale. Le opere, disposte nelle sale secondo un criterio eminentemente cronologico, sono protette da sistemi antisismici e antivibrazione. Alla presentazione alla stampa, avvenuta il 19 dicembre, sono intervenuti, insieme alla direttrice, il Titolare dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila Salvatore Duilio Provenzano, il Sindaco dell’Aquila Pierluigi Biondi, il Presidente della Regione Abruzzo Marco Marsilio e il Direttore generale Musei del Ministero della cultura Massimo Osanna.
Museo come "luogo di memoria collettiva"
“Il ritorno del Museo Nazionale d’Abruzzo nel Castello cinquecentesco dell’Aquila rappresenta un passaggio di grande valore simbolico e culturale: non soltanto la restituzione di un museo alla sua sede storica, ma il segno concreto di un percorso di ricostruzione che ha posto al centro il patrimonio come bene pubblico, strumento di conoscenza e fattore di coesione per la comunità”, ha commentato il Direttore generale Musei Massimo Osanna. Gli fa eco la direttrice del MUNDA Federica Zalabra: “Non inauguriamo soltanto un nuovo allestimento, ma restituiamo alla città un luogo della memoria collettiva e alla regione uno strumento fondamentale di conoscenza del proprio patrimonio. Il Castello torna a essere un museo al passo con i tempi, vivo, aperto, in dialogo con la comunità e con la ricerca internazionale”. Poi il commento di Salvatore Provenzano, Titolare dell’Ufficio Speciale per la Ricostruzione dell’Aquila: “Una sfida avvincente che abbiamo voluto e per la quale abbiamo lottato, che abbiamo portato a termine con grande fatica ma enorme soddisfazione, convinti che la ricostruzione anche immateriale della nostra città sia elemento cardine della sua rinascita”.
Il Castello cinquecentesco
Il Museo Nazionale d’Abruzzo è ospitato nel Castello cinquecentesco sin dalla sua inaugurazione del 23 settembre 1951, voluta dopo che, nel secondo dopoguerra, la città e gli artisti aquilani si opposero al progetto di trasformare la fortezza in carcere, ottenendone la destinazione museale. Il sisma del 2009 ha provocato il grave danneggiamento del Castello, con il crollo del secondo piano – dove era ospitata la parte museale moderna – e pesanti lesioni ai livelli superiori, imponendo la chiusura del museo. Dal 19 dicembre 2015, per non interrompere il rapporto con la città, il MUNDA ha trovato casa negli spazi dell’ex Mattatoio di Borgo Rivera, all’interno delle mura storiche e accanto alla Fontana delle 99 Cannelle. Gli spazi del piano terra e del primo piano del quarto sud est del Castello sono stati consegnati al museo nel giugno 2025 dall’ex Segretariato Regionale per l’Abruzzo che ne ha curato, a partire dal 2016, i complessi lavori di consolidamento e restauro. La consegna di questo primo stralcio ha permesso al MUNDA di procedere con il progetto museologico che ha interessato questa sezione con il nuovo allestimento museografico di ben 98 opere.
Gli spazi
La porzione degli spazi restituita al MUNDA ospita ora:
- un percorso introduttivo dedicato alla storia della città dell’Aquila, del Castello e del museo, articolato in tre sale, con installazioni immersive e una narrazione per immagini dalla fondazione cinquecentesca del Castello fino ai giorni nostri;
- ambienti con pavimentazioni con stampa su vetro che riproducono le piante storiche della città, per orientare il visitatore nello spazio urbano e nel paesaggio culturale abruzzese;
- il nuovo percorso espositivo dal Medioevo al Cinquecento, cuore delle ricche collezioni permanenti del museo.
Il resto delle collezioni – la sezione archeologica, le opere dal Seicento all’arte contemporanea – troverà posto progressivamente, secondo un progetto museale già definito che prevede, entro la fine del 2027, la consegna e l’allestimento del secondo piano, restituendo al museo l’intero blocco storico. Nel percorso espositivo il visitatore ha la possibilità in anteprima di ammirare alcuni importanti reperti della collezione archeologica, quali il Calendario di Amiternum, lastra risalente agli inizi del I secolo d.C. ricomposta da diversi frammenti, probabilmente posto in origine nel foro della città di Amiternum; l’Erma di Ercole, probabilmente posizionata all’ingresso del Teatro.