Fotografia dei nostri ultracentenari

Una popolazione sempre più longeva quella italiana. Sarà una questione genetica, climatica, relativa alla dieta mediterranea, al Sistema Sanitario Nazionale oppure a tutti questi fattori ma all'inizio 2025 i centenari residenti in Italia erano più di 23mila, duemila in più rispetto all’anno precedente. E cresce anche il numero di semi-supercentenari, coloro che hanno compiuto almeno 105 anni secondo le definizioni del report appena pubblicato da Istat, mentre diminuiscono di due persone i supercentenari, e cioè chi ha più di 110 anni. Fino a ottobre 2025, il decano d’Italia ancora in vita si conferma, per il secondo anno consecutivo, un uomo residente in Basilicata che ha superato i 111 anni; tra le donne, la decana d’Italia, risiede in Campania e fra pochi giorni spegnerà 115 candeline. Una popolazione in crescita Rispetto al 1° gennaio 2010, quando erano 11.297, i centenari sono raddoppiati. La crescita negli ultimi quindici anni, però, non è stata sempre lineare. Tra il 2015 e il 2019 si è registrata una flessione evidente, dovuta all’ingresso tra gli ultracentenari delle generazioni meno numerose nate durante la prima guerra mondiale, a causa della natalità molto più bassa e di una mortalità infantile più alta negli anni del conflitto. La stragrande maggioranza di ultracentenari è di sesso femminile, più di otto su dieci . E il rapporto di genere aumenta ulteriormente a favore del gentil sesso tra i semi-supercentenari, gli over 105: sono infatti il 90,7 per cento del totale, contro il 9,3% di uomini . E dei 19 supercentenari ancora in vita in Italia, solo uno è di sesso maschile. Nubile è meglio Interessante anche il dato che riguarda lo stato civile degli italiani più longevi. I semi-supercentenari sono, come prevedibile, quasi tutti vedovi . Sul celibato o nubilato e sui matrimoni, invece, le cose si differenziano nettamente. Le nubili sono in percentuale quasi il doppio rispetto ai celibi. E i coniugati sono quattordici volte tanto le over 105 ancora sposate. Quest’ultima enorme differenza è spiegata dagli analisti dell’Istituto di statistica come l’effetto “della maggiore longevità femminile che porta più frequentemente gli uomini a trascorrere gli ultimi anni della propria vita ancora con il partner”. Quasi tutti gli ultracentenari vivono in famiglia, solo l’undici per cento risiede in una convivenza istituzionalizzata. Il comfort familiare è ancora più importante per i supercentenari, dato che il 91 per cento di loro vive tra le mura di casa e l’affetto dei suoi cari. Semi-supercentenari e dove trovarli Il primo gennaio 2025,i residenti con almeno 105 anni di età erano 724, in aumento rispetto ai 654 dell’anno precedente. Anche in questo caso torna di attualità la Grande Guerra, dato che l’incremento è dovuto all’ingresso di 382 individui della coorte del 1919 che hanno più che compensato i 312 decessi avvenuti nel corso del 2024. I centenari sono distribuiti sul territorio in maniera eterogenea. In valore assoluto la presenza più alta si registra in Lombardia dove ne vivono quasi 4mila, più di duemila risiedono nel Lazio e altrettanti in Emilia-Romagna. Considerando la popolazione semi-supercentenaria, in termini assoluti è sempre la Lombardia a ospitarne il maggior numero. Quest'anno sono più di undicimila le candeline che dovranno spegnere i 106 over 105 lombardi. Emilia-Romagna, Piemonte, Veneto e Sicilia sono residenza per oltre cinquanta semi-supercentenari. Ma in termini relativi alla popolazione, quest’anno è la Valle d’Aosta a presentarne la maggiore concentrazione, con 2,4 over 105 ogni 100mila residenti. Un risultato associato alla piccola dimensione demografica della regione alpina, e che rappresenta un primato effimero, dato che solo l’anno scorso figurava in fondo alla graduatoria. Al secondo posto, invece, una regione con valori demografici più consolidati come la Liguria che precede le Marche e la Basilicata . Rischio di more attenuato dopo i 105 Un ultimo rilievo interessante dei dati Istat è quello relativo al rischio di morte. Elaborando i dati relativi ai semi-supercentenari, L’istituto di statistica ha calcolato il rischio di morte associato a ogni anno di età. E, contrariamente al previsto, ha constatato che sopra il 105 anni il rischio di morte non aumenta esponenzialmente come immaginato, ma progredisce più o meno dello stesso passo dell’età.

Cosa vedere:

Come vederlo:

Online con Sky:

Fotografia dei nostri ultracentenari

Gabriele De Palma