Crollo torre dei Conti, l’esperta: “Solo indagini riveleranno cause”

Il tragico incidente che ha coinvolto la torre dei Conti di Roma e ha visto la morte dell’operaio 66enne Octay Stroici è una ferita profonda nel cuore della capitale. La manutenzione e il monitoraggio del monumento medievale, così come quelli di tutto il patrimonio storico italiano, sono una materia delicata che interseca competenze e responsabilità diverse. Ne abbiamo parlato con Francesca Romana Stasolla, professoressa di Archeologia cristiana e medievale all'Università di Roma "La Sapienza" e sono direttrice del Dipartimento di Scienze dell'Antichità. Professoressa, che valore ha la torre dei Conti per Roma? E che significato assume il suo crollo, da un punto di vista storico ma anche per l’intera comunità? La torre dei Conti è una grande casatorre medievale. Fa parte della Roma medievale, ossia di un panorama che è stato in parte eliminato durante i grandi lavori archeologici del passato, ma che rappresenta un testimone importante insieme con altre torri e altre casatorri di Roma, non solo come presenza storica, ma anche come presenza paesaggistica. Quando avviene una cosa del genere si apre una grande ferita non solo dal punto di vista storico, ma anche dal punto di vista del paesaggio urbano. In questo caso, come abbiamo saputo oggi, a ciò si somma anche il dolore per la morte di questo operaio, che rende questo evento veramente tragico. Lei si è fatta un'idea su quali possano essere le cause di questo crollo? Attendiamo analisi e indagini. Perché quando c'è un crollo si parla di un cedimento strutturale, ma a che cosa poi sia dovuto questo cedimento strutturale o cosa abbia riguardato, questo non è impossibile saperlo senza un’osservazione di dettaglio. Quindi da questo punto di vista non possiamo dire nulla. Ritiene che ci sia la giusta attenzione rispetto alla cura di questo tipo di patrimonio, in Italia, oppure evidenzia delle mancanze? In Italia abbiamo delle normative che sono molto ben definite, molto chiare, rispetto alla tutela. Abbiamo organismi di tutela. È chiaro che abbiamo da una parte un'enormità di patrimonio diviso tra enti diversi, enti statali, enti comunali. All'interno dei centri storici abbiamo il problema della convivenza di questo patrimonio monumentale con le esigenze di una vita urbana, che ovviamente diventano sempre più significative, perché chiediamo il diritto a una vivibilità, a un certo tipo di trasporti, a percorrenze. Queste esigenze non sono mai indifferenti rispetto all'assetto monumentale, nel senso che un monumento non è un codice o un'opera d'arte che possiamo mettere in una vetrina climatizzata e protetta. È qualcosa con cui dobbiamo convivere. Il centro storico di Roma è troppo grande per pensare ad essere pedonalizzato o altre cose di questo genere, e quindi il rapporto di questa convivenza è un rapporto che va riaggiornato costantemente, quotidianamente. Quindi è un tema complesso. Quali possono essere le modalità per riaggiornare il rapporto tra vivibilità delle città e salvaguardia dei patrimoni monumentali storici? Le modalità sono il monitoraggio dello stato dei monumenti e il ragionamento sull'impatto che si ha sul paesaggio urbano. E come questo paesaggio urbano deve poter convivere con i monumenti. Per cui è chiaro che c'è una politica di lungo termine, di salvaguardia e di vivibilità delle città, e poi c'è una politica di monitoraggio costante che ci avverte se questo quadro generale sta funzionando o meno. Perché ovviamente il monitoraggio costante risente non solo del traffico, ma anche delle condizioni atmosferiche, di eventuali scosse teleburiche, di situazioni contingenti e così via. Cioè un monumento è qualcosa che sta in un insieme complesso che è l'intera città. A chi spetta la responsabilità del monitoraggio? Ci sono alcuni monumenti che sono di pertenenza statale e altri che sono affidati ai Comuni, ma ciò non toglie che comunque esiste una normativa generale di tutela che riguarda comunque tutto il patrimonio monumentale italiano. Ci sono anche delle linee guida che ovviamente vanno seguite da parte di tutti. Perciò la tutela della torre dei Conti è quella della sovrintendenza comunale, ma non è che la sovrintendenza comunale lavora in modo diverso dal punto di vista della tutela della sovrintendenza statale. Ma deve rientrare nelle stesse normative. Adesso capiremo cosa succederà e dopo le indagini di certo si procederà al restauro e, soprattutto, alla messa in sicurezza del monumento.

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Agnese Ranaldi