Natalità, aumento delle nascite solo in Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige

Cronaca
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Secondo i dati dell'Istat, nel nostro Paese si registra il minimo storico di figli per donna. Nel 2024 le nascite sono diminuite del 2,6% rispetto all'anno precedente. In controtendenza sono la Valle d'Aosta e le province autonome di Trento e Bolzano, dove la natalità è aumentata rispettivamente del 5,5%, 1,9% e 0,6%

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In Italia le nascite continuano a diminuire. A lanciare l'allarme è l'Istat, secondo cui nel nostro Paese si registra il minimo storico di figli per donna. In particolare, nel 2024 le nascite sono scese sotto quota 370mila: in calo del 2,6% sull'anno precedente. Una tendenza che sembra proseguire anche nei primi mesi del 2025. Secondo i dati provvisori relativi a gennaio-luglio, infatti, sono circa 13mila in meno i bimbi nati rispetto allo stesso periodo del 2024 (-6,3%). Le regioni dove il calo è più intenso sono l'Abruzzo e la Sardegna (rispettivamente -10,2% e -10,1%), ma ci sono delle regioni che registrano un aumento delle nascite. Si tratta di Valle d'Aosta e province autonome di Bolzano e Trento, dove la natalità è aumentata rispettivamente del 5,5%, 1,9% e 0,6%.

Più figli in Valle d'Aosta, Trento e Bolzano

Secondo i dati Istat relativi ai primi sette mesi del 2025, la Valle d'Aosta ha registrato una controtedenza rispetto alle altre regioni italiane. Da gennaio a luglio di quest'anno, sono nati il 5,5% di bambini in più rispetto allo stesso periodo del 2024. Si tratta di 21 nati in più rispetto all'anno scorso: in totale, da gennaio a louglio di quest'anno, 401 bambini. Mentre nello stesso periodo del 2024, erano 380.

Insieme alla Valle d'Aosta, anche le province autonome di Trento e Bolzano registrano un aumento della natalità. Nel 2024 le nascite sono salite del 4% in Trentino e del 5,2% in Alto Adige. Secondo l'Osservatorio economico e sociale della Regione autonoma, si tratta di “un dato positivo in un quadro di denatalità ormai strutturale”.

Sempre meno figli per donna

Secondo i numeri dell'Istat, cala invece il numero medio di figli per donna che raggiunge il minimo storico: nel 2024 si attesta a 1,18 (in flessione sul 2023 quando segnava 1,20) e la stima provvisoria dei primi sette mesi del 2025 evidenzia un ulteriore diminuzione a 1,13.

Le donne, inoltre, diventano madri sempre più tardi: nel 2024 l'età media al parto raggiunge i 32,6 anni, in lieve rialzo sull'anno precedente (32,5), ma in crescita di quasi tre anni rispetto al 1995. L'età continua a essere più alta nelle regioni del Centro e del Nord (33 e 32,7 anni), mentre in quelle del Sud resta più bassa (32,3). Lazio, Basilicata e Sardegna sono le regioni cui spetta il primato della posticipazione (33,2 anni in tutte e tre le regioni).

Le reazioni politiche

I dati dell'Istat hanno sollevato reazioni politiche. La senatrice Raffaella Paita, capogruppo al Senato di Italia Viva, definisce il quadro "drammatico". "Dopo tre anni di governo è la dimostrazione più evidente della totale assenza di politiche per la famiglia", sottolinea. Secondo Marco Furfaro, responsabile Contrasto alle diseguaglianze e Welfare nella segreteria nazionale del Pd e capogruppo in Commissione Affari Sociali, "il governo Meloni si riempie la bocca di parole come 'famiglia' e 'natalità', ma poi non fa assolutamente nulla per chi vorrebbe crearne una". Per Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità, "si conferma la profonda crisi demografica che l'Italia sta attraversando. Non è più un segnale isolato, ma un trend che mette a rischio la sostenibilità sociale ed economica della nostra nazione".

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