In tour lo spettacolo dei pupi ricavati dal legno dei barconi

Cronaca
Raffaella Daino

Raffaella Daino

Da Lampedusa alla Spagna, in scena l'Opera dei Pupi, per raccontare in maniera inedita e originale cosa accade nei paesi che si affacciano sul Mediterraneo dove ogni anno decine di migliaia di persone lasciano la propria terra per cercare di raggiungere l'Europa. L'idea è dell'artista Giacomo Sferlazzo che ha utilizzato il legno dei barconi impiegati per le traversate e vestiti appartenuti ai migranti di passaggio sull'isola

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L'idea era nata tra Lampedusa e Palermo dalla collaborazione tra l'artista e cantautore Giacomo Sferlazze e il Maestro puparo Enzo Mancuso.  Realizzare i tradizionali pupi siciliani utilizzando il legno dei barconi con cui i migranti affrontano la traversata del Mediterraneo centrale cercando di raggiungere l'Europa e di confezionare gli abiti con gli indumenti e le stoffe abbandonati dopo l’approdo. L’obiettivo: raccontare il fenomeno migratorio a partire dalle sue origini e spiegandone le motivazioni, mettendo in scena le storie e i drammi dei migranti.

Dopo due anni di lavoro finalmente il progetto è diventato una realtà e i pupi sono pronti a partire per una serie di date.  Lo spettacolo parte dalla Sicilia e vola in Spagna per tornare laddove tutto ha avuto inizio, a Lampedusa. Sarà messo in scena da Giacomo Sferlazzo e dal giovane puparo Nino Mancuso con l'aiuto di Lorenzo Sferlazzo.

 

Si comincia con due date in Sicilia,  a Palermo sabato 11 ottobre alle 18  al Teatro dell'Opera dei Pupi Carlo Magno, in Via Collegio Santa Maria 17, poi a Catania il 12 ottobre alle 18 al Centro teatrale FabbricaTeatro, nella Sala Di Martino via Caronda 82-8. Lo spettacolo si sposterà in Spagna, a Barcellona il 18 ottobre al Teatro Llelialtat Sanstsenca,  Carrer d'Olzinelles, 31 per tornare a Lampedusa il 25 ottobre  a PortoM, una realtà artistica e culturale che lo stesso Sferlazzo ha creato, per raccontare le migrazioni tra storia, tradizione e leggenda in un teatro ricavato in una suggestiva grotta su una terrazza che si affaccia sul porto e da cui le barche si vedono arrivare prima che approdino con il carico di umanità, speranza e disperazione. Il 26 ottobre dalle ore 9,30 sempre a Lampedusa nell'Area Marina Protetta  durante il Convegno XVII edizione delle Giornate Gregoriane intervento sull'esperienza del collettivo Askavusa con la raccolta e l'esposizione degli “oggetti migranti”.

 

Uno spettacolo intenso carico di suggestione che,  come ha sottolineato l'antropologo e sociologo britannico Iain Michael Chambersù, "con la narrativa di Giacomo Sferlazzo racconta attraverso la musica una storia alternativa di Lampedusa, rifiutando di seguire le spiegazioni consuete e trasforma questa minuscola isola di arbusti desertici a duecento chilometri a sud di Tunisi e Algeri, un tempo ricoperta di boschi fino a quando l’industria del carbone ha provocato un disastro ecologico. Come estensione dell’Europa in Africa, almeno dalla prospettiva geografica, l’isola è diventata recentemente un “punto caldo” per la migrazione “illegale”. Isola sperduta al sud della Sicilia, un tempo dimora di musulmani, cristiani, pirati, pescatori di spugne, Lampedusa è stata trasformata in avamposto di confine, zona militarizzata e centro giuridico di detenzione. Le parole e i suoni di Sferlazzo sciolgono la rigidità arbitraria di questa situazione. Le storie sedimentate, la resistenza e le rappresentazioni omogenee e statiche, timbrate dall’autorità d’Italia e d’Europa, cadono a pezzi, perché l’isola diventa un laboratorio aperto di interrogazioni a cui né l’Italia né l’Europa sembrano in grado di rispondere. Contrariamente alle definizioni unilaterali del Mediterraneo e al ruolo di Lampedusa nella protezione dei suoi confini sud europei, le canzoni e le storie di Sferlazzo recuperano dagli archivi di quest’isola e dal mare circostante un umanesimo capace di superare i limiti della sovranità europea e occidentale.”

 

 

 

Gli spettacoli

Due gli spettacoli itineranti, che portano in scena la vicenda di Ahmed e Lampemusa, ovvero storie e memorie in mezzo al mare – canzoni e racconti su Lampedusa, utilizzando diverse forme di narrazione popolare, con i pupi realizzati con legni di barche e vestiti di migranti recuperati dal collettivo Askavusa a Lampedusa, il cartellone da cantastorie e l'antica arte di narrazione orale siciliana del “cuntu”.

 

Amhed è un bambino tunisino che vive nella regione delle miniere di fosfato di Gafsa dove la sua famiglia lavora da generazioni. I lavoratori delle miniere hanno condizioni di lavoro e di vita inaccettabili, sia prima, sotto il tacco coloniale francese, che dopo, con la nazionalizzazione della Compagnia dei fosfati e delle ferrovie di Gafsa da parte di Burghiba. La famiglia di Amhed contribuisce a creare un movimento popolare per richiedere dignità e diritti per i lavoratori. Nel 2008 nuove proteste portano a una violenta repressione e molti arresti da parte del governo tunisino. Tra questi arresti ci sono anche il padre e il fratello di Amhed, il quale decide di lasciare la Tunisia per arrivare in Europa. Dopo essere sopravvissuto ad un naufragio viene trattenuto all'interno dell'hotspot di Lampedusa e poi finisce in Sicilia senza documenti, a lavorare sfruttato nelle campagne. Amhed decide di ritornare in Tunisia per stare vicino alla madre e partecipare al movimento dei lavoratori.

 

Lampemusa è una narrazione su Lampedusa fatta da chi sull'isola vive ed opera. Dalla colonizzazione, avvenuta il 22 settembre del 1843, alla crescente militarizzazione dell’isola, le storie di pesca, prima risorsa economica fino agli anni ottanta, le migrazioni che hanno interessato e interessano Lampedusa e il Mediterraneo; la tradizione epica-cavalleresca: Ludovico Ariosto ambientò a Lampedusa la sfida dei tre cavalieri cristiani contro i tre saraceni nell’Orlando Furioso, la fuga di Enrico Malatesta dal confino lampedusano, il presunto lancio di due missili da parte di Mu’ammar Gheddafi. Piccole storie di donne e uomini che il cantautore ha raccolto dai racconti degli anziani e nei documenti storici. Il Santuario della Madonna di Porto Salvo di Lampedusa, luogo dove per secoli cristiani e musulmani pregarono insieme, alimentando la lampada ad olio posta sotto l’effige della Madonna. U Violu, luogo rievocato dai ricordi del comandante Vito Gallo e scomparso per sempre dal centro abitato. I sacchi a leva ovvero le barche per la pesca delle spugne nei ricordi del maestro d'ascia Giuseppe Balistreri e tante altre storie su Lampedusa che difficilmente sentirete altrove.

 

 

 

 

Approfondimento

Il legno dei barconi dei migranti per costruire i pupi

Giacomo Sferlazzo in teatro

 

 

Approfondimenti: 

Le fasi della preparazione dei pupi

Porto M a Lampedusa, il teatro tra memoria, storia e tradizione

 

 

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