Migranti, fermo illegittimo per la nave di Mediterranea: presto di nuovo in mare

Cronaca
Raffaella Daino

Raffaella Daino

Il Tribunale di Trapani si è pronunciato in merito al ricorso presentato dal Comandante e dall’Armatore della nave Mediterranea contro le pesanti sanzioni, ovvero 60 giorni di fermo amministrativo e 10mila euro di multa, comminate dal Ministero dell’Interno dopo la scelta dello scorso 23 agosto di rifiutare il lontano porto di Genova e fare invece rotta su quello di Trapani, per poter sbarcare i dieci sopravvissuti al naufragio del 21 agosto

ascolta articolo

Qualche giorno di tempo per riorganizzare l'equipaggio e poi, dopo un mese e mezzo di stop forzato nel porto di Trapani, la nave di ricerca e soccorso della organizzazione umanitaria Mediterranea Saving Humans tornerà in mare, nel Mediterraneo centrale che continua ad essere attraversato da migliaia di persone e dove molti viaggi della speranza finiscono in tragedia.

 

Fermi e multe alle navi delle ong spesso illegittimi

Sono passati pochi giorni dalle celebrazioni per il dodicesimo anniversario della strage del 3 ottobre 2013, quando davanti alla costa di Lampedusa annegarono 368 profughi eritrei. Sull'isola le organizzazioni umanitarie presenti, con i familiari delle vittime e i sopravvissuti, hanno ricordato come, sull'onda emotiva della più grave strage mai avvenuta vicino alle cose italiane, si disse: mai più morti in mare e invece le vittime hanno superato quota 30mila. Si organizzò una massiccia operazione di ricerca e soccorso, che però dopo pochi mesi fu cancellata, e nel Mediterraneo i soccorsi sono da allora affidati alle motovodette  italiane che dal lembo più a sud d'Europa cercano di intervenire ad ogni sos ma non sempre riescono ad arrivare in tempo e a salvare tutti, e l'attività delle navi delle organizzazioni non governative è sempre più limitata. Il decreto Piantedosi prevede che possano intervenire con un solo soccorso alla volta e che si portino a terra i naufraghi salvati nel porto assegnato dal Viminale, che spesso non è un porto vicino, come invece previsto dal diritto internazionale, ma di solito al centro e nord Italia, a centinaia di miglia e diversi giorni di navigazione dalla zona in cui le operazioni sono state effettuate. Per le navi che non rispettano l'assegnazione del porto scattano fermi e multe. Provvedimenti quasi sempre revocati perchè illegittimi.

Accolto il ricorso di Mediterranea Saving Humans

E' accaduto anche a Trapani dove il tribunale ha accolto il ricorso cautelare presentato da Mediterranea e ha deciso la sospensione della detenzione della nave. In attesa di pronunciarsi sul merito complessivo della vicenda i giudici, fa sapere l'Ong, “censurano l’illegittimità del provvedimento del Ministero dell’Interno sotto il profilo della quantificazione della sanzione". E dando ragione alle argomentazioni presentate dalle avvocate Cristina Laura Cecchini e Lucia Gennari insistono sul fatto che il Viminale ha ignorato tutte le richieste "sempre motivate in ragione delle circostanze concrete" con cui dalla nave chiedevamo una "riassegnazione del porto sicuro di sbarco".  "Ma ancora più chiaro è il pronunciamento sulla legittimità delle nostre scelte" fanno sapere da Mediterranea Saving Humans. La nave ha fatto rotta su Trapani “a tutela delle persone tratte in salvo e tenuto conto delle loro condizioni di vulnerabilità e di fragilità, sia sul piano fisico che psicologico". In sostanza la “trasgressione delle indicazioni delle autorità” è stata mossa da “esclusivo spirito solidaristico, a tutela dei soggetti fragili che si trovavano a bordo dell’imbarcazione” e quindi finalizzata “a salvaguardare gli obiettivi di tutela della vita e della salute in mare” di cui gli Stati dovrebbero essere portatori sulla base delle diritto internazionale che regola la materia. Infine il Tribunale afferma che la nave deve essere liberata al più presto perché altrimenti si pregiudicano gli “obiettivi umanitari e solidaristici”, ritenuti “particolarmente meritevoli di tutela poiché finalizzati alla salvaguardia della vita umana”, perseguiti dalla organizzazione".

 

Mediterranea: "Speculazione politica sul nostro caso"

"Il ministro dell’Interno Piantedosi" scrivono ancora gli operatori di Mediterranea "aveva voluto costruire una pesante speculazione politica sul nostro caso, con una punizione esemplare per colpire la nostra nave, il soccorso civile e la solidarietà in mare, rivendicando apertamente un atteggiamento gravemente lesivo dei diritti fondamentali delle persone salvate. Ma questa volta il diritto è più forte della propaganda governativa, e di ordini e provvedimenti ingiusti e illegittimi: la vita e la salute delle persone vengono per prime e l’imposizione di un “porto lontano” si rivela per quello che è: una inutile e illegale crudeltà, oggi sconfitta. Mediterranea tornerà presto in missione in mare, a fare invece quello che è giusto fare: soccorrere". 

 

Nel video che segue, le interviste a bordo della nave a seguito del fermo del 23 agosto 2025.

Cronaca: i più letti