Roma, dopo lunga battaglia legale oggi lo sfratto per i gestori dell’Antico Caffè Greco

Cronaca
©Getty

Sul caso la Cassazione si era espressa nel luglio dell’anno scorso con una sentenza che ha reso definitiva la disdetta di affitto, dando quindi ragione all’Ospedale Israelitico (proprietario del locale) e riconoscendogli il diritto a rientrare in possesso della struttura, il cui contratto di locazione è scaduto dal 2017

ascolta articolo

Il contenzioso giudiziario è durato 8 anni. Scatta oggi, ufficialmente, lo sfratto per i gestori dell’Antico Caffè Greco in via dei Condotti a Roma. Già nel 1953 l’allora ministro dell’Istruzione, Antonio Segni, pose il vincolo storico-culturale sul locale fondato nel 1760 e frequentato, negli anni, da Baudelaire, Nietzsche, Giacomo Leopardi e Gabriele D’Annunzio. Sul caso la Cassazione si era espressa nel luglio dell’anno scorso con una sentenza che ha reso definitiva la disdetta di affitto, dando quindi ragione all’Ospedale Israelitico (proprietario del locale) e riconoscendogli il diritto a rientrare in possesso della struttura, il cui contratto di locazione è scaduto dal 2017.

Sentenza "pilatesca"

Una sentenza “un po’ pilatesca – sottolinea Carlo Pellegrini, gestore insieme alla moglie Flavia – perché da un lato dice che non si può impedire al locatore di intimare lo sfratto ma dice anche che il ‘Caffè Greco’ deve stare lì dove sta, per il vincolo storico-culturale”. “Abbiamo fatto un’offerta di affitto annuale più alta di quanto previsto dal loro piano di risanamento ma l’hanno rifiutata” spiega il gestore. E a poche ore dall’arrivo dell’ufficiale giudiziario che eseguirà lo sfratto, avverte: “Ci faremo trovare con i nostri avvocati, certamente, dopo 8 anni che combattiamo questa battaglia, la vicenda non si chiuderà domani”. Ora però nell’annosa ‘querelle’ sono entrati anche i preziosi mobili e quadri che da sempre sono all’interno del ‘Caffè Greco’ e sono anche questi sottoposti al vincolo. “Per questioni legate alla sicurezza dell’impianto elettrico li abbiamo spostati temporaneamente e comunque quadri e mobili sono nostri, li abbiamo comprati”.

Locale di importanza storico-culturale dal 1953

Sul fronte opposto i legali che hanno assistito l’Ospedale Israelitico nella lunga battaglia giudiziaria. “I gestori hanno portato via lo storico arredo del Caffè Greco adducendo motivi di salvaguardia ma c’è un vincolo di inamovibilità su mobili e quadri, quindi devono essere restituiti alla loro sede” avverte l’avvocato Ugo Limentani. “L’intero Caffè Greco fu sottoposto a vincolo come bene di particolare importanza storico-culturale nel 1953, insieme a licenza e mobili, che quindi non possono essere asportati per vincolo di legge. In tutti questi anni abbiamo chiesto ai gestori di esibire i titoli di proprietà. Ad ogni modo – evidenzia– qualora anche siano loro gli effettivi proprietari, gli arredi devono tornare alla loro storica sede, e poi i gestori saranno indennizzati”. 

Approfondimento

Locali storici d’Italia, viaggio tra i luoghi simbolo dell'ospitalità

L'intervento della politica

In difesa dei due gestori interviene il palrmanetare Domenico Gramazio che sollecita un intervento della politica. "L’Ospedale israelitico preferisce affondare piuttosto che accettare un’offerta che lo salverebbe, pur di cacciare l’Antico Caffè Greco, da oltre 270 anni cuore culturale e cosmopolita di Roma, sopravvissuto a guerre napoleoniche, all’Unità d’Italia e a due conflitti mondiali. Dovrà davvero spegnersi per una mera speculazione immobiliare? Ad opera di qualche soggetto che agisce dietro le quinte? Il Caffè Greco ha infatti offerto un affitto addirittura più alto di quello previsto nel piano di risanamento dell’Ospedale Israelitico. Eppure l’Ospedale l’ha respinta: segno che la priorità non è salvare l'importante struttura sanitaria romana, ma liberare lo spazio per l’ennesima speculazione, l'ennesima boutique del lusso - aggiunge - Il governo, con la recentissima legge 219/2024, e ministero della Cultura hanno fatto di tutto per tutelare le attività commerciali storiche, riconoscendo il Caffè Greco come bene culturale unitario, e quindi intoccabile. Ma di fronte all'Ospedale israelitico, che se ne infischia persino del risanamento delle proprie strutture sanitarie, urge un intervento della politica che riconduca l'Ospedale israelitico alla ragione" conclude Gramazio.

Cronaca: i più letti