Il biglietto d’ingresso a Venezia ha davvero rallentato l’overtourism?

Da oltre un anno chi entra nella città antica di Venezia deve pagare almeno 5 euro come contributo d’accesso. A introdurre il cosiddetto ticket è stato il Comune che, nel 2024, ha tentato in questo modo di porre un argine ai picchi dei flussi turistici che intasano le vie del centro. Ora, a distanza di 12 mesi, l’amministrazione ha pubblicato i primi dati sulla sperimentazione: 704.467 biglietti staccati nel 2025 per un incasso totale di oltre 5,4 milioni di euro. Nello stesso periodo , le presenze nel comune di Venezia sono calate del 7,6% sull’anno precedente e quelle nel centro storico del 4,6% . Dunque, il biglietto ha davvero rallentato l’overtourism? Una risposta la offre a Sky TG24 Insider Michele Tamma, presidente del Centro internazionale di studi sull’economia turistica , che collabora con l’amministrazione nello studio dei dati e nella progettazione del nuovo contributo d’accesso. E che predica prudenza nell’interpretazione dei numeri: “Quello sul calo delle presenze è un dato che serve ad avere un contesto, per mostrare la tendenza delle visite nell’anno. Ma dal prendere questi dati sui flussi della città al legarli al contributo d’accesso ce ne scorre di acqua sotto i ponti”. Un anno di contributo d'accesso Nel 2024 le giornate di applicazione del contributo d’accesso sono state 29, ma nel 2025 la sperimentazione ha occupato più caselle nel calendario: da aprile a luglio i turisti hanno pagato il ticket in 54 giorni diversi, perlopiù compresi tra venerdì e domenica. Il picco di acquisti è stato registrato venerdì 2 maggio con 24.951 biglietti acquistati. “Rispetto al 2024 – commenta Tamma – è stato aggiunto il venerdì. Il traffico ci era sembrato consistente, così abbiamo suggerito al Comune di allargare la sperimentazione. E si è rivelata una scelta corretta”. I numeri lo confermano: i venerdì hanno avuto una media di pagamenti analoga a quella della domenica e superata solo dal sabato . Tra le novità introdotte nel 2025, si trova anche l’esclusione dal ticket degli studenti e dei residenti in Veneto e l’incentivo al pagamento anticipato: per chi paga il contributo entro il quart’ultimo giorno antecedente al giorno d’accesso, il biglietto costa 5 euro. Per gli altri, il costo raddoppia. “Una differenziazione dei prezzi serve sempre a regolare l’afflusso ai servizi – continua il presidente Ciset – ma non era mai stato sperimentato in un contributo per l’accesso a una città. Lo scopo di queste novità è quello di stimolare comportamenti diversi nei turisti. Fare in modo che le persone scelgano il momento più opportuno per visitare la città, distribuendo la propria frequentazione nel tempo”. Il ticket ha davvero fermato i turisti? Dal 2024 al 2025, perciò, l’introduzione di nuovi criteri ed esenzioni ha mutato in larga parte la platea del contributo d’accesso, rendendo impossibile confrontare i dati in termini assoluti. In generale, però, Michele Tamma non canta vittoria sul raggiungimento dei risultati sperati dalla sperimentazione e sul calo dei flussi registrato nei primi mesi di quest’anno: “Ci vorrà altro tempo per capire da cosa è influenzato il comportamento dei turisti. Dovremo avere molti più dati per tracciare una tendenza, perché i flussi possono essere mossi da moltissime variabili, a partire dal clima e dal meteo”. Su come il ticket d’ingresso possa contribuire a rallentare l’overtourism, invece, le idee sono chiare: “Il contributo in sé può spostare i turisti ma, al di là dei 5 o dei 10 euro, serve adottare un nuovo sistema per convivere meglio nello stesso spazio. Il contributo è soltanto un primo strumento che abbiamo introdotto, ma è ancora grezzo e non può funzionare da solo”. Secondo il Ciset, a Venezia non basta allontanare i turisti da ponti e fine settimana per aumentare le prenotazioni negli altri giorni dell’anno, ma serve anche spostarli dal Ponte di Rialto, da piazza San Marco e dalle altre mete più affollate: “Abbiamo curato anche il destination management plan della città per i prossimi anni – spiega Tamma – L’idea è quella di affiancare itinerari e narrazioni alternative per attirare turisti in diverse parti della città, ora meno frequentate”. Come spende Venezia i soldi del biglietto? Nel report sul contributo d’ingresso, il Comune dichiara anche di aver destinato l’incasso del ticket “a beneficio dei residenti e delle attività economiche”. In particolare, al mantenimento della riduzione della Tari, stanziando nel 2025 almeno 1,5 milioni di euro per abbassare la tariffa dei rifiuti. Ma amministrazione e Ciset assicurano che l’aumento dei giorni di contributo d’ingresso non serve a fare cassa. “L’intento generale – conclude il presidente del Centro – è quello di allargare la sperimentazione per avere una quantità di dati a disposizione più ampia e capire meglio il comportamento dei visitatori. Servirà ancora altro tempo”.

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Andrea Ceredani