Morte dj Godzi, padre ascoltato in questura a Napoli: "Non vogliamo vendetta ma giustizia"
CronacaAcquisite dichiarazioni nell'ambito procedimento Procura di Roma. Ai giornalisti ha detto: "Non vogliamo vendetta ma giustizia". Domani rientra la salma dalla Spagna
Giuseppe Noschese, padre di Michele, dj noto come dj Godzi deceduto nella sua abitazione di Ibiza in circostanze in corso di accertamento, oggi ha parlato oggi alla Squadra Mobile di Napoli in questura. L'uomo, che di professione fa il medico è stato ascoltato su delega della Procura di Roma che ha attivato il procedimento sulla vicenda del dj partenopeo. Secondo quanto si è appreso agli investigatori ha ripetuto le dichiarazioni rese sull'isola dove risiedeva il figlio che ora sono state formalmente acquisite e che confluiranno nel fascisolo aperto dagli inquirenti capitolini, competenti quando si tratta di fare luce sui presunti delitti riguardanti i cittadini italiani all'estero.
"Con dispnea si chiama medico non polizia"
Dopo essere stato ascoltato per circa tre ore dagli investigatori partenopei, Noschese, all'uscita dalla questura, parlando con i giornalisti non ha voluto entrare nel merito del caso che ha coinvolto suo figlio, ma ha sottolineato che "in Italia se una persona è in forte stato di agitazione, è dispnoico, cioè ha una insufficienza respiratoria, si chiama un servizio di assistenza sanitaria e non si chiede invece l'intervento della polizia". La salma di Michele, ha detto, dovrebbe arrivare domani mattina a Fiumicino: "Come famiglia non vogliamo vendetta ma giustizia - ha ripetuto ai cronisti -. Michele era un ragazzo che aveva realizzato il sogno della sua vita, si era realizzato come dj e producer a livello mondiale, tante discoteche dopo la sua morte hanno trasmesso le sue tracce, ci sono state manifestazioni importanti di suoi fans qui a Napoli ma anche a Ibiza e a Miami dove sono stati esposti display luminosi. Aveva raggiunto una notorietà che sinceramente anche noi, come famiglia, ignoravamo".
Attesa per i risultati dei nuovi accertamenti sul corpo
"Il nostro obiettivo ora è riportarlo a Napoli e di cremare il corpo - ha affermato ancora - dopo che la madre e il fratello più piccolo l'avranno visto". A chi gli ha chiesto se intende far eseguire una seconda autopsia, Noschese ha replicato che è già stato abbastanza "lo strazio cui è stato finora sottoposto: c'è stata questa integrazione di accertamenti e ora siamo in attesa di avere il riscontro ufficiale, poi vedremo il da farsi". Gli esami ulteriori, dei cui esiti Noschese dice di "non avere contezza", "sono stati eseguiti in Spagna, in una struttura privata che utilizza server internazionali per le refertazioni. Sono abbastanza sicuro che saranno idonee per poterle definire tali". Il papà del dj ha pure ricordato che l'autopsia in Spagna è avvenuta in assenza di un perito di parte, ma questo, ha aggiunto, "non significa niente: la magistratura spagnola farà le sue valutazioni. Mi auguro, quando avrò la certificazione dell'autopsia con tutti i dettagli, di poterla riscontrare con quello che risulterà dalla tac e dalla risonanza magnetica a cui mio figlio è stato sottoposto successivamente".