Domiciliari per il 72enne scoperto nei giorni scorsi mentre si apprestava a condurre un intervento all'interno di un'abitazione privata. L'uomo è già indagato per la morte di una paziente, avvenuta a marzo, durante un intervento di liposuzione in un ambulatorio abusivo
E' stato sorpreso dai carabinieri del Nas mentre operava nella camera da letto di un appartamento alla periferia di Roma, nonostante fosse sospeso dall'esercizio della professione. Per questo motivo è finito ai domiciliari Carlo Bravi, il chirurgo indagato per la morte di Simonetta Kalfus, la sessantaduenne morta a marzo a Roma alcuni giorni dopo un intervento di liposuzione. Gli investigatori stavano monitorando i suoi movimenti e sono arrivati nei giorni scorsi proprio nell'abitazione dell'uomo, situata in zona Quadraro.
Il blitz degli inquirenti
Al loro arrivo Bravi, con camice e attrezzatura chirurgica, stava eseguendo un intervento di chirurgia plastica alle orecchie ad una ragazza sudamericana. La paziente era sdraiata su un lettino per massaggi e sembra le avesse già somministrato alcune dosi di anestetico locale. Ad aiutarlo nell'operazione un'infermiera romana in pensione, anche lei denunciata. Secondo quanto verificato dagli investigatori, in casa - oltre alle persone individuate - circolavano liberamente anche due cani. Nella camera da letto adibita a sala operatoria sono stati trovati vestiti, scarpe e oggetti vari. I militari del Nas di Roma hanno posto agli arresti domiciliari il chirurgo eseguendo una misura cautelare emessa dal gip su richiesta della Procura che, "per la gravità dei fatti", aveva chiesto per lui il carcere.
Le indagini
Ora proseguiranno gli accertamenti degli inquirenti anche per chiarire se dal momento della sospensione dalla professione ad oggi Bravi abbia effettuato altri interventi chirurgici anche in luoghi diversi dall'appartamento in cui è stato scoperto. Il chirurgo, come detto, era finito nel registro degli indagati per la morte di Simonetta Kalfus, avvenuta lo scorso 18 marzo a Roma, dopo aver effettuto sulla donna la liposuzione in uno studio medico nel quartiere Cinecittà. Il decesso è avvenuto dopo dodici giorni di agonia per una grave sepsi. Le indagini sono scattate dalla denuncia della figlia della 62enne in cui ha ripercorso il calvario vissuto dalla madre. Dopo aver acquisito la documentazione, gli inquirenti hanno posto poi la sala operatoria dello studio medico sotto sequestro. Per la vicenda, oltre a Bravi, sono stati indagati un anestesista amico della vittima che la accompagnò nella struttura e si recò più volte a casa sua dopo l'intervento e un medico dell'ospedale di Pomezia dove inizialmente si era recata la donna quando accusò i primi malori e che la rimandò a casa. Bravi, tra l'altro, era stato già condannato per lesioni in seguito ad un intervento di lifting al seno eseguito in passato.