Aveva 84 anni ed era conosciuto per avere scoperto i geni che regolano il corretto sviluppo dell'organismo umano e per la sua intensa attività di divulgatore. Nato a Rodi il 18 maggio 1941 da genitori fiorentini, si era laureato in fisica presso l'Università di Firenze
E' morto all'età di 84 anni il genetista Edoardo Boncinelli, conosciuto nell'ambito accademico-scientifico per avere scoperto i geni che regolano il corretto sviluppo dell'organismo umano e per la sua intensa attività di divulgatore. Nato a Rodi il 18 maggio 1941 da genitori fiorentini, si era laureato in fisica presso l'Università di Firenze. La sua attività scientifica è passata prima per l'Istituto di Genetica e Biofisica del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli e poi per Milano, dove ha diretto il laboratorio di biologia molecolare dell'Istituto San Raffaele e il Centro di farmacologia cellulare e molecolare del Cnr.
I geni-architetto e la divulgazione
Boncinelli aveva scoperto i geni-architetto nel 1985 insieme ad alcuni suoi collaboratori e proprio quella viene considerata una scoperta tra le più importanti per la biologia di questo secolo. Genetista e autore di diversi libri di divulgazione scientifica, una delle sue opere, "L'anima della tecnica" del 2006, ha vinto il premio letterario Merck Serono, dedicato a saggi e romanzi che rendono la cultura scientifica accessibile anche ai meno esperti. Nel 2011 il Corriere della Sera ha incluso le sue scoperte tra le dieci, prodotte da ricercatori italiani, da ricordare nella storia d'Italia. Ha insegnato sia presso le facoltà di scienze e di medicina e chirurgia dell'Università di Napoli "Federico II", sia presso la facoltà di filosofia dell'Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Inoltre ha collaborato con il Corriere della Sera e con la rivista Le Scienze, grazie alla sua rubrica "Appunti di laboratorio", e nel 2016 ha ricevuto la Laurea Magistrale honoris causa in Scienze Filosofiche all'Università di Palermo. Accanto all'attività di ricerca scientifica, Boncinelli ha intrapreso anche una brillante e instancabile carriera come saggista e divulgatore scientifico. Oltre a "L'anima della tecnica", tra i suoi tanti libri si ricordano: "Lettera a un bambino che vivrà 100 anni" (2010), sulle nuove frontiere della genetica, l'autobiografia "Una sola vita non basta. Storia di un incapace di genio" (2013), e "Contro il sacro. Perché le fedi ci rendono stupidi" (2016). Era anche un appassionato grecista.