Cybersicurezza, mandato d'arresto per 5 membri del gruppo hacker filorusso NoName 057

Cronaca
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Da marzo 2022 a oggi, il gruppo hacker filorusso “NoName057” ha pianificato migliaia di attacchi verso siti governativi, della pubblica amministrazione, di infrastrutture di trasporto pubblico, istituti bancari, sanità e telecomunicazioni in diversi Paesi europei. Oltre 600 server a livello internazionale, utilizzati dagli hacker stessi, sono stati disattivati e, in parte, sottoposti a sequestro

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Emessi cinque mandati di arresto internazionali contro il gruppo hacker filorusso “NoName057”. Due degli arrestati avrebbero guidato l'organizzazione che, da marzo 2022 a oggi, ha pianificato migliaia di attacchi verso siti governativi, della pubblica amministrazione, di infrastrutture di trasporto pubblico, istituti bancari, sanità e telecomunicazioni in diversi Paesi europei. Oltre 600 server a livello internazionale, utilizzati dagli hacker stessi, sono stati disattivati e, in parte, sottoposti a sequestro. Ora, la Procura di Roma ha emesso decreti di perquisizione nei confronti degli arrestati. Le indagini sono state condotte dalla Procura di Roma, con il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, contemporaneamente ad analoghe attività in Germania, Stati Uniti, Olanda, Svizzera, Svezia, Francia e Spagna.

Le indagini

Coordinate a livello internazionale da Eurojust ed Europol, le indagini hanno permesso di identificare numerosi aderenti al gruppo hacker, che operavano attraverso server remoti, account Telegram e pagamenti in criptovaluta riconducibili alla crew hacker. "NoName" reclutava simpatizzanti, distribuendo gli elenchi dei target occidentali da colpire e rivendicando poi gli attacchi attraverso i propri canali anonimi Telegram. Con il canale DDosia Project, "NoName" metteva a disposizione un software per entrare e operare nel gruppo. L'infrastruttura criminale era articolata su un livello centrale di comando e controllo nella Federazione russa, server intermedi dedicati alla anonimizzazione del segnale e alla dispersione delle tracce e migliaia di computer messi a disposizione del gruppo dai membri per gli attacchi.

Il gruppo hacker

"NoName" ha coordinato gli attacchi dal territorio russo, pagando in criptovalute gli aderenti. Gli attacchi "Ddos" (Distributed Denial of Service), con ingenti quantità di connessioni simultanee dai computer verso i siti da colpire, avevano l'obiettivo di provocarne il collasso e la temporanea inservibilità, con ripercussioni anche rilevanti sull'erogazione dei servizi pubblici. In Italia, le indagini del Cnaipic, con i Centri operativi della Polizia Postale di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna e Calabria, hanno portato all'identificazione di 5 persone, ritenute aderenti al gruppo avendo effettuato attacchi a infrastrutture nazionali ed europee.

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