"Il decesso della donna è da considerare conseguenza diretta delle errate scelte di posticipare l'intervento neurochirurgico" questo il rapporto dei periti accolto dal Tribunale
Un coma di due anni e mezzo prima di morire, tutto causato da un’operazione rinviata. Ora, a distanza di circa quattro anni e mezzo dai fatti, l'Azienda ospedaliero universitaria di Careggi e l'Asl Toscana Centro sono state condannate in solido a risarcire con oltre 1,1 milione euro il marito, la figlia e la sorella della paziente. A riportare la notizia è l'edizione odierna de Il Tirreno.
Dal ricovero al tardivo intervento
La vicenda risale al 2018, quando la donna che accusava mal di testa lancinanti scoprì essere causati da un meningioma di sei centimetri di diametro. I sanitari di Torregalli dove la donna aveva effettuato una Tac il 15 maggio, contattarono i colleghi di Careggi per segnalare la gravità del caso. L'operazione però, dal giorno dopo slittò prima al venerdì, quindi al lunedì successivo, il 21 maggio. Come riporta Il Tirreno, la 54enne era rimasta 82 ore al pronto soccorso e, a seguito dell’aggravarsi delle sue condizioni, fu operata nella notte tra il giovedì e il venerdì di quella settimana. "Intervento riuscito, ma la signora ha avuto danni cerebrali irreversibili". Queste le parole del neurochirurgo riportate dal quotidiano. Per il tribunale di Firenze "si delinea come evidente una concatenazione di errori interpretativi specifici del caso da parte del personale di entrambe le strutture sanitarie". In particolare, le responsabilità maggiori sono addebitate "alla decisione dei neurochirurghi di eseguire il trasferimento della paziente a distanza di tre giorni (18 maggio 2018) per poi programmare l'intervento a distanza di sei giorni dalla diagnosi (15 maggio arrivo e 21 maggio intervento programmato)". Il Tribunale ha accolto il rapporto dei periti secondo cui “il differimento dell'intervento neurochirurgico non trova alcuna giustificazione. Il decesso della donna è da considerare conseguenza diretta delle errate scelte di posticipare l'intervento neurochirurgico di asportazione di un meningioma scompensato e della mancata diligente osservazione della paziente nella fase di osservazione in pronto soccorso". Il rapporto continua chiarendo che "Se l'intervento di asportazione del meningioma fosse stato eseguito entro il programma stabilito martedì 15 maggio 2018, la prognosi della paziente era da considerare certamente favorevole. Il continuo rinvio del trasferimento da parte dei neurochirurghi associato alla mancata sorveglianza neurologica della paziente hanno determinato in modo egualitario l'esito infausto".
