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'Ndrangheta, confisca ad affiliati Gallace-Gallelli. Altra indagine per imprese fantasma

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La rassegna stampa di Sky TG24 del 20 marzo 2025
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00:22:33 min

Espropriate aziende, immobili, terreni, numerosi automezzi e rapporti bancari riconducibili a due affiliati della cosca per un valore di circa 1,2 milioni di euro. Sempre nel Catanzarese un'altra operazione ha portato alla condanna di 6 persone in via definitiva per associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio, reati aggravati dalla agevolazione mafiosa

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Due diverse operazioni di Guardia di finanza e Dia hanno dato esecuzione a due sentenze, del Tribunale e della Corte d'Appello di Catanzaro, che hanno portato a confische del valore di milioni di euro e alla condanna di almeno 6 persone. Nel primo caso, la finanza ha confiscato due aziende operanti nel settore edilizio, immobili, terreni, numerosi automezzi e rapporti bancari riconducibili a due affiliati della cosca Gallace-Gallelli per a Badolato, in privincia di Catanzaro. Il valore complessivo dei beni sequestrati è di circa 1,2 milioni di euro. Il provvedimento chiude una complessa vicenda processuale nata dall'inchiesta della Direzione distrettuale antimafia denominata Scheria, delegata alla Squadra Mobile di Catanzaro, che nel 2015 aveva portato a 7 arresti di affiliati poi condannati per estorsione aggravata dalle modalità e finalità mafiose ai danni di un imprenditore, titolare di un villaggio turistico di Sant'Andrea Apostolo dello Ionio (Catanzaro), vessato per circa trent'anni con richieste di pizzo.

Imprese fantasma

La seconda operazione, eseguita dalla Dia in seguito alla sentenza della Corte d'Appello di Catanzaro, passata in giudicato nel febbraio scorso, ha portato a numerosi arresti nell'ambito del processo nato dall'operazione Profilo Basso conclusa nel gennaio 2021. Il provvedimento riguarda 6 persone condannate in via definitiva per associazione a delinquere, emissione di fatture per operazioni inesistenti, trasferimento fraudolento di valori ed autoriciclaggio, reati aggravati dalla agevolazione mafiosa. Passano allo Stato beni mobili e immobili nonché rapporti bancari e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di circa 4,8 milioni di euro. L'accusa è di collaborazione con i vertici delle locali di 'ndrangheta di San Leonardo di Cutro e Roccabernarda per creare un network di imprese fantasma (dette anche cartiere) che emettevano false fatture ad aziende colluse, consentendo a queste ultime di evadere le imposte sui redditi e l'Iva per importi ingenti, nonché di ottenere indebiti rimborsi dall'Erario per crediti fiscali nella realtà inesistenti.

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