
"Non è vero, non sono stato io". Con queste parole l'uomo, inizialmente reo confesso per la morte della barista 33enne avvenuta la notte tra il 29 e il 30 a Terno d’Isola (Bergamo), ha cambiato la propria versione dei fatti. Lo ha fatto, in particolare, durante l'udienza nella quale è stato nominato il perito incaricato di decidere se l'uomo fosse capace di intendere e di volere al momento dell'omicidio
Moussa Sangare, reo confesso dell'omicidio di Sharon Verzeni, uccisa a coltellate a Terno d'Isola la notte tra il 29 e 30 luglio del 2024, ha deciso di ritrattare la sua versione. Lo ha fatto, in particolare, durante l'udienza nella quale è stato nominato il perito incaricato di decidere se l'uomo fosse capace di intendere e di volere al momento in cui si è consumata la vicenda, unitamente alla sua capacità di stare in giudizio. "Non è vero, non sono stato io", ha riferito Sangare al termine del dibattimento.
Una scelta che "fa soffrire i famigliari"
La scelta di ritrattare la confessione da parte di Sangare, secondo il legale della famiglia Verzeni, Luigi Scudieri , "fa ancor più soffrire i famigliari" della donna. "E' una famiglia che sta soffrendo e sentire queste cose la fa ancora più soffrire" ha ribadito l'avvocato, secondo cui la ritrattazione "dimostra ancor più la sua lucidità". Le dichiarazioni dell'uomo sono state pronunciate mentre in udienza era presente anche il padre di Sharon, Pietro che, a detta del legale, è rimasto "molto scosso".
La morte di Sharon Verzeni
Era la notte tra il 29 e il 30 luglio quando Sharon Verzeni, ex estetista e barista 33enne, usciva dalla sua casa di Terno d’Isola (Bergamo) da sola per una passeggiata. Poco meno di un’ora dopo veniva accoltellata al petto e alla schiena. Riusciva a chiamare il 112 e a dare l’allarme, ma non a salvarsi: moriva poco dopo, trasportata d’urgenza all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dopo essere stata soccorsa da alcune persone che si trovavano nella zona. La svolta nelle indagini arriva esattamente ad un mese dall'omicidio: viene fermato un uomo di 31 anni, Moussa Sangare. Confessa lui stesso di aver ucciso Verzeni, in preda a un "raptus". Quella notte era uscito di casa con 4 coltelli. Per questo gli viene contestata la premeditazione. Oggi, poi, il nuovo colpo di scena.
