Salva Milano, le vite sospese di chi ha comprato casa e ora ha il cantiere bloccato

Luca Volterrani è nato e cresciuto a Roma. Si è trasferito a Milano durante l’università e da allora ha sempre vissuto qui. Ha una compagna, un figlio piccolo e due cani. Si erano spostati in periferia perché un affitto in centro - ci racconta - era insostenibile. Avevano comprato sulla carta nel 2020 in via Savona 105 nel quartiere Giambellino. La famiglia si stava per allargare ed era necessaria una stanza in più. Cosa è successo? Il nostro progetto va avanti da anni. Il costruttore Abitare In aveva ottenuto una convenzione con il Comune che prevede la costruzione di appartamenti di edilizia residenziale sociale, un parco e un edificio polifunzionale per il municipio. Nel 2020 abbiamo firmato davanti al notaio un preliminare di acquisto per un trilocale di 120 metri quadrati commerciali. Abbiamo versato l’intero anticipo e abbiamo dato fondo a tutti i nostri risparmi. Saremmo dovuti entrare a dicembre 2023 ma i tempi si erano già allungati, perché l’iter per la convenzione era stato complesso e la guerra in Ucraina aveva creato non poche difficoltà. Anche il super bonus ha spinto le materie prime alle stelle e ci sono stati molti problemi per reperire i materiali. Si tratta, come ho detto, di un progetto di rigenerazione urbana. Il palazzo era stato occupato abusivamente. I lavori sono iniziato nel 2023. Hanno demolito la vecchia palazzina e iniziato la preparazione degli scavi. Il Comune però non ha mai rilasciato, pur avendo firmato la convenzione, il permesso a costruire. Il cantiere è bloccato da allora. È tra i 150 cantieri fermi per il Salva Milano. Cosa vi ha detto il costruttore? Ci ha fornito via via tutti i dettagli dell’iter che stava affrontando. Calcolando che noi abbiamo pagato 4,300 euro a mq, cifra oggi introvabile per una nuova costruzione, ci aveva anche proposto di uscire. Ci avrebbero ridato i capitali più un indennizzo. Purtroppo, non sapendo cosa sarebbe accaduto poi, non abbiamo accettato e ora siamo in questa situazione di stallo. Ci sentiamo presi in giro, soprattutto dalle istituzioni tutte. Nessuno parla delle famiglie coinvolte. A questo punto stiamo valutando di lasciare Milano e di tornare a Roma. Maristella Ghiazza a Milano non ci è mai arrivata. Avrebbe dovuto trasferirsi nel dicembre del 2022. Entro quella data, infatti, le avrebbero dovuto consegnare l’appartamento acquistato sulla carta nel settembre 2020. Parliamo di 100 mq in una delle due palazzine di Scalo House, in via Valtellina 38 nel quartiere Scalo Farini sulla linea gialla della metropolitana. Anche questo era un progetto edilizio legato alla ristrutturazione di un vecchio edificio. La società ci parlava di una scia convenzionata con la realizzazione di un nuovo studentato in uno stabile già esistente. Lo studentato in effetti è’ stato completato e consegnato, Ma il cantiere con le case già vendute sulla carta è stato sequestrato il 7 novembre scorso proprio quando il Salva Milano è arrivato in Senato. Era pronto fino al settimo piano di uno dei palazzi. Della mia casa ancora non c’è neanche lo scheletro. Era un trilocale, che avevo scelto cura. Quando la società si è resa conto che sarebbe stata inadempiente ha convocato i singoli acquirenti, chiedendo ad ognuno di noi se volessimo uscire dal progetto. In questo caso ci avrebbero ridato sia la caparra che i tre acconti già saldati. Se invece fossimo rimasti, avremmo dovuto firmare un addendum in cui rinunciavamo alla richiesta di penali per i ritardi in cambio di uno sconto che si traduceva in un rogito gratuito. La nuova data di consegna a quel punto era slittata al 30 dicembre 2024. Io ho scelto di proseguire ma nessuno si è più palesato. Le risposte erano evasive. E quando a luglio sono state bloccate anche le residenze Lac, la nostra società ha mandato una comunicazione in cui ci annunciavano che alle ferie già concordate degli operai, si aggiungeva un altro mese di stop di tipo cautelativo. Da allora il cantiere è ripartito solo due giorni a novembre e poi è stato sequestrato. La società ha fatto una riunione con tutti noi acquirenti, hanno cercato di discolparsi, e ci hanno preannunciato alcuni incontri individuali. In occasione di questo incontro, si sono limitati a chiedermi quale soluzione economica avrei accettato per la risoluzione del contratto o se volevo andare avanti. Io sono in attesa di capire cosa accadrà dopo quest’ultima inchiesta giudiziaria e che fine farà il Salva-Milano dopo che è stato scaricato anche dal Comune. Cristian Coccia ha acquistato una casa, sulla carta, nelle residenze Lac, che affacciano sul parco delle Cave, nella periferia ovest di Milano. Si tratta di tre palazzine progettate dalla società francese Nexity. I 70 acquirenti avrebbero dovuto fare il rogito a fine anno, ma da luglio i cantieri sono sotto sequestro. Cristian a febbraio, insieme ad altri acquirenti anche di altri progetti immobiliari bloccati, ha creato un comitato. “Siamo una famiglia di tre persone che vent'anni fa abbiamo acquistare casa a Rho, nell'hinterland milanese, perché non potevamo permetterci una casa a Milano. Dopo vent'anni di lavoro e sacrifici abbiamo deciso di ritornare in città. E quando, nella zona dove io e la mia compagna siamo cresciuti, qui a Baggio, abbiamo visto il cartello delle residenze LAC ci è piaciuto. Io sono cresciuto andando a pescare in questo laghetto. È stato anche un modo per riavvicinarci ai nostri genitori, che nel frattempo sono diventati anziani. Si tratta di un investimento importante e abbiamo deciso di vendere la casa dove abitiamo in questo momento. Nel luglio del 2022, abbiamo fatto questo grande passo. Ma dopo un anno di lavori, a luglio dello scorso anno il cantiere è stato bloccato improvvisamente e messo sotto sequestro dalla procura”. A quel punto che cosa vi hanno detto? Il costruttore ci ha contattati subito. È stato trasparente con tutti noi e tempestivo nelle azioni che ha intrapreso negli ultimi 9 mesi però tutto è in mano alla procura. Il cantiere però, a settembre non è stato dissequestrato come speravamo. Abbiamo sperato da cittadini, e speriamo tutt'ora, che il disegno di legge in che andrà in discussione in Senato tra qualche giorno possa avere un esito positivo. A questo punto per noi è la sola scialuppa, un'ancora di salvezza. Più che salva Milano lo possiamo definire salva famiglie. Le istituzioni dovrebbero pensare a come salvare le migliaia famiglie coinvolte, rimaste appese a un limbo, con investimenti già avviati e cantieri bloccati. Come avete accolto la notizia dell'ultima inchiesta sull’urbanistica? Molto male. Sconforto totale. La magistratura deve fare il suo corso. E spero che le responsabilità vengano appurate, ma al contempo mi chiedo, qual è la ricaduta e le conseguenze che questa inchiesta possa avere sullo stato di questi cantieri e delle famiglie in ultima istanza? Avevate già creato, prima dell’ultima inchiesta, un comitato che si chiama “Famiglie sospese, vite in attesa”. Farete un sit-in sotto Palazzo Marino sabato prossimo. Il comitato lo avevamo creato alcune settimane fa, prima dei nuovi sviluppi dell'inchiesta, con l'idea di essere maggiormente ascoltati dalle istituzioni, perché se c'è un elemento che ha acuito il mio sconforto in questi ultimi mesi è l'essere stati completamente ignorati dalle Istituzioni. Siamo noi famiglie la parte lesa, ci costituiremo noi parte civile. Filippo Maria Borsellino, invece, è single. Ha usato tutti i risparmi per un bilocale nelle residenze lac, e ora vive da alcuni amici che lo aiutano. La sua casa era a buon punto. Era entrato per scegliere i rivestimenti. “Sono entrato per la prima volta in quella che doveva essere la mia prima casa il 14 maggio scorso, con tanto di caschetto. C’erano gli operai e gli architetti. Ho scelto le rifiniture, i colori, i sanitari per il bagno. Mi sembrava di avere già la mia casa e invece due mesi dopo il cantiere è stato bloccato. E le istituzioni ci hanno abbandonato. Io ho speso 300.000 euro per un bilocale di 50 m quadri con 15 m quadri di terrazzo. Il mutuo sarebbe venuto a costare più o meno la metà di quello che pagavo per l’affitto. Avevo già sborsato cento mila euro. Tutti i risparmi della mia vita. Adesso mi arrangio a casa di alcuni amici che mi aiutano. A 30 anni avrei voluto essere indipendente.” Cosa vi hanno consigliato di fare? Nessuno ci ha detto assolutamente niente e da qui è nata la necessità di creare e sviluppare questo comitato. Si è parlato tanto di salva Milano, con un occhio esclusivo ai dirigenti, alla amministrazione. Ora credo sia doveroso parlare di una legge Salva famiglia perché siamo le vere vittime di questa situazione. Chi ha sbagliato in questa storia ha h truffato soprattutto noi cittadini ed è giusto che paghi. Sabato sarete a Palazzo Marino? Sabato organizziamo questo protesta a Palazzo Marino, visto che le Istituzioni non ci hanno ascoltato, andremo lì a consegnare le nostre storie ai media e alle istituzioni.

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