
Eseguite dai carabinieri due ordinanze di custodia cautelare in carcere e cinque ai domiciliari per 7 dipendenti e collaboratori della Rsa 'Sacro Cuore' di Dizzasco. Accertate dai militari""percosse, ingiurie, denigrazioni" e "umiliazioni fisiche e psichiche" nei confronti degli ospiti della struttura
I carabinieri di Como hanno eseguito questa mattina sette ordinanze di custodia cautelare (due in carcere e cinque ai domiciliari) nei confronti di altrettanti dipendenti e collaboratori della Rsa 'Sacro Cuore' di Dizzasco, in provincia di Como, con l'accusa di maltrattamenti in concorso all'indirizzo degli ospiti. In una nota i militari spiegano di aver accertato "violenze sistematiche divenute purtroppo consuetudini lavorative", "percosse, ingiurie, denigrazioni" e "umiliazioni fisiche e psichiche" nei confronti degli anziani all'interno della casa di riposo.
Inchiesta nata da una denuncia
L'inchiesta era stata avviata lo scorso agosto dopo una denuncia presentata alla stazione dei carabinieri di Centro Valle Intelvi (Como), secondo la quale all'interno della Rsa si ripetevano episodi di violenza nei confronti degli anziani. Le indagini, secondo quanto hanno riferito i carabinieri hanno permesso di ottenere riscontri anche sulla base di successive, "numerose testimonianze" e intercettazioni audio e video. Nei confronti di un'operatrice la Procura di Como ha contestato anche l'esercizio abusivo della professione di infermiera.
Il segretario Ugl Salute: "Punire atti ignobili"
Duro commento del segretario nazionale di Ugl Salute, Gianluca Giuliano su quanto accaduto: "Chiediamo che, accertate le colpe, si agisca con la massima fermezza nei confronti di queste belve. Quanto accaduto getta discredito su un'intera categoria professionale e questo è inaccettabile". "Le indagini delle autorità giudiziarie e delle forze dell'ordine hanno portato alla luce una serie di violenze compiute da operatori sanitari ai danni di ospiti della struttura - aggiunge -. Parliamo di anziani non autosufficienti, fragili, malati costretti a subire percosse, insulti, umiliazioni da chi avrebbe invece dovuto prendersi cura di loro. Sono migliaia le donne e gli uomini che giornalmente accudiscono con amore e generosità le categorie più deboli. Per questo la punizione per chi ha commesso tali atti di violenza deve essere dura, senza possibilità di alcuna attenuante".