
Il Papa resta vigile, ha trascorso una notte tranquilla, non si sono ripetute altre crisi respiratorie come quella di ieri, di tipo asmatiforme. Come aiuto, comunque, si è deciso di mantenere anche oggi la somministrazione di ossigeno ad alti flussi tramite tubicini al naso. Si tratta di una tecnica non invasiva per trattare l'insufficienza respiratoria
La somministrazione di ossigeno ad alti flussi alla quale è ancora sottoposto Papa Francesco è una tecnica comunemente utilizzata per trattare i pazienti che hanno un'insufficienza respiratoria. I cosiddetti “naselli” che sono tuttora applicati sono cannule nasali ad alto flusso o Hfnc (acronimo di High-Flow Nasal Cannula) che permettono di erogare l'ossigeno. Sono dispositivi non invasivi e che risultano in generale ben tollerati dalla maggior parte dei pazienti. Proprio per queste caratteristiche sono utilizzate anche nei comuni reparti di medicina interna, soprattutto per il trattamento di pazienti anziani e fragili nei quali tecniche di ossigenazione invasive potrebbero non essere ben tollerate.
Le cannule nasali
Le cannule nasali ad alto flusso erogano un flusso di aria riscaldata e umidificata che può essere compreso fra 10 litri al minuto e 60 litri al minuto e con una concentrazione di ossigeno o FIO2 (ossia frazione di ossigeno inspirato) compresa fra 0,21 a 1 (ossia 100% ossigeno). L'apparecchiatura comprende un generatore di flusso, un miscelatore di aria ambiente-ossigeno che consente di erogare una FiO2 fino al 100%, un sistema di umidificazione e riscaldamento dei gas, un circuito monouso riscaldato e cannule nasali di diametro interno maggiore rispetto a quelle utilizzate per l'ossigenoterapia convenzionale.
