Un altro pezzo di giustizia per Domi, il piccolo Zidane di Altamura

“Ogni giorno, per noi, è Il 5 marzo. Da dieci anni”. Lia Martimucci ha voluto esserci, in Procura a Bari, alla conferenza stampa che ricorda quel terribile momento, ma restituisce a lei e a tutta la sua famiglia, un altro pezzo di giustizia. Il 5 marzo del 2015, una bomba fatta esplodere davanti alla sala giochi “Green table” di Altamura ferì 8 ragazzi. Tra loro c’era anche suo fratello “Domi”, 26anni, il piccolo Zidane, come veniva soprannominato. Faceva il calciatore, Domenico, stesso ruolo del fuoriclasse francese di cui ricordava le movenze. Cresciuto nella squadra della sua città assieme a Ciccio Caputo , Domi giocava quell’anno con il Castellaneta, squadra del campionato di Eccellenza pugliese. Nella sala giochi “Green Table” ci andava di tanto in tanto per incontrare gli amici, tutti bravi ragazzi come lui, che mai avrebbero immaginato di potersi trovare nel bel mezzo di una faida tra clan mafiosi che si contendevano il controllo del business delle slot machine. La potente bomba piazzata davanti all’ingresso, devastò i locali della sala giochi. Domenico Martimucci, tra i più vicini all’esplosione, riportò ferite gravissime alla testa. Venne sottoposto a undici interventi chirurgici, passando da un ospedale all’altro, mentre il mondo del calcio, anche professionistico, si mobilitava con messaggi pieni di affetto. Domi riuscì a resistere per cinque mesi; il suo cuore cessò di battere il primo agosto nella clinica austriaca di Innsbruck in cui le sorelle Lea e Maddi avevano voluto ricoverarlo nell’estremo tentativo di strapparlo alla morte. Nel frattempo, a giugno, i carabinieri avevano arrestato mandante ed esecutori materiali dell’attentato. Ad ordinarlo, sarebbe stato il boss altamurano Mario D’Ambrosio; esecutori materiali, l’incensurato Luciano Forte e Savino Berardi. Per arrivare a loro, fu fondamentale l’apporto di alcuni collaboratori di giustizia, tra i quali Nicola Centonze. Un contributo che rese di fatto inattaccabile l’impianto accusatorio, che avrebbe superato tutti i gradi di giudizio fino alle condanne definitive a 30 anni per D’Ambrosio, 20 per Berardi e 18 per Forte. Aveva però “dimenticato”, il pentito Centonze, di ricordare agli inquirenti anche le sue di responsabilità. A farlo, ci hanno pensato, se pur dopo diversi anni, altri collaboratori di giustizia, nonché due degli uomini condannati per l’attentato, e che per tutto questo tempo erano rimasti in silenzio per una sorta di “rispetto” per la caratura criminale di Centonze. Mario D’Ambrosio e Luciano Forte, quest’ultimo poco più di un ragazzino all’epoca e oggi, a sentire i magistrati, davvero pentito, hanno rivelato, senza però voler assumere lo status di collaboratori, il ruolo che Centonze, coinvolto solo marginalmente nella prima inchiesta, avrebbe invece avuto nell’attentato. Che sarebbe stato quello di organizzatore, avendo fatto da tramite tra il mandante e gli esecutori materiali. I processi stabiliranno la veridicità di queste nuove accuse, intanto Nicola Centonze è stato arrestato, vedendosi ovviamente revocato il programma di protezione. Con lui, agli arresti, è finito anche Nicola Laquale, che avrebbe fornito invece l’esplosivo utilizzato per l’attentato. “I collaboratori di giustizia sono un’arma preziosa nella lotta contro la Mafia, ma non sono la verità assoluta, e vanno continuamente verificati” ha detto il Procuratore di Bari Roberto Rossi, che ha poi voluto incontrare Lia Martimucci, venuta a Bari proprio per ringraziare magistrati e carabinieri. “Gli uomini dello Stato sono i nostri numeri 10” ha detto la sorella di Domi, ricordando il numero tanto caro al fratello, il cui nome è stato inserito nella lista delle vittime innocenti di Mafia che viene aggiornata da Libera. E “noi siamo Domi” si chiama l’associazione voluta da Lia, familiari e amici per mantenere viva la memoria del loro “Zidane”. Che il prossimo 5 marzo, nel decimo anniversario della sua morte, sarà ricordato con una serie di iniziative che animeranno ad Altamura, anche con l’aiuto delle istituzioni, una grande “Giornata della legalità”.

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